Giornata mondiale della terra: Viaggio in Amazzonia

 Il giorno 21 Aprile 2021 è stata celebrata la Giornata mondiale della Terra in streaming, presenti le maggiori autorità politiche del mondo. Il problema, mai come quest’anno, è stato seguito da tutte le nazioni con quell’attenzione che, molte volte, nei cinquant’anni precedenti era mancata. Anche il Sommo Pontefice Papa Francesco, stamattina è tornato sull’argomento ambiente ricordando la sua Enciclica “Laudato si’, sulla cura della casa comune” del 2015.

John McConnell, attivista di pace americano e da sempre sostenitore di temi legati all’ecologia, è stato il primo a proporre, la creazione di una giornata mondiale per salvaguardare tutte le forme di vita del nostro pianeta. Il primo incontro si tenne il 31 Marzo del 1970 nella Conferenza dell’UNESCO di San Francisco.

Per comprendere, in modo semplice, i vantaggi che da simili incontri si possono ricavare, ne citiamo uno soltanto proposto dalla più grande e-commerce del mondo, che da fine anno, non venderà più oggetti mono-uso in plastica, (Piatti, bicchieri, posate ed altro), un modo per evitarne gli acquisti.

Una tra le tante cartelle che l’Associazione culturale Presenza Lucana ha creato (ha per nome Diaforum) un reportage fotografico proposto dall’appassionato viaggiatore, Gianni Paolantonio, aveva per titolo: “Viaggio nell’Amazzonia peruviana”. L’autore è tornato nella zona Nord-Est del paese per riprendere immagini panoramiche, di straordinaria bellezza, della giungla tropicale, soffermandosi sulla flora e fauna e sulle isolate comunità degli Indios. La foresta amazzonica, presentata in questo  filmato, è stata quella peruviana, vasta quanto il Francia e nella quale scorre il fiume Rio delle Amazzoni con i suoi numerosi affluenti. L’esplorazione è partita da Iquitos, porto fluviale, e l’autore del servizio si è servito di guide preparate e di barche e battelli, per raggiungere i luoghi delle antiche tribù Indios che vivono, quasi allo stato primitivo nell’interno della foresta. L’assistenza sanitaria è assicurata da un ospedale galleggiante che tocca i villaggi secondo un itinerario prestabilito. Per recarsi a scuola i ragazzi devono spostarsi con le barche. Il commercio, lungo il fiume, è rappresentato da manufatti, vasi, collane confezionate usando prodotti locali (vertebre di serpenti, semi di piante, ossa di piranha, temuto pesce dai denti aguzzi); le condizioni igieniche sono drammatiche, la promiscuità è ritenuta regolare norma di vita. Ma la socializzazione è tenuta in gran considerazione, dagli indios, tanto che ogni villaggio possiede un grande ambiente per riunirsi, danzare e stare insieme.

La natura incontaminata, la fitta foresta, la presenza di animali, più svariati, di insetti di grandezza sproporzionata,  di fiori dai colori splendidi, hanno fatto da sfondo a questo meraviglioso mondo che rappresenta, ancora, l’unico gran polmone verde del nostro pianeta. Nel 1985, anche il Papa Giovanni Paolo II ha voluto incontrare, in uno dei suoi viaggi apostolici, le 12 famiglie linguistiche ed i 60 gruppi etnici che vivono nella grandissima foresta dell’Amazzonia Peruviana. Il discorso fatto, in quella circostanza, è stato diretto ai popoli amazzonici: “Aprite le porte a coloro si avvicinano a voi con un messaggio di pace e disposti ad aiutarvi, Entrate in comunicazione con le altre culture per arricchirvi reciprocamente”. Ma il messaggio più forte è stato: “Chiedo ai governanti, in nome della vostra dignità, una legislazione efficace, sempre più adeguata, che vi protegga efficacemente dagli abusi e vi offra l’ambiente ed i mezzi necessari per il vostro normale sviluppo” (Giovanni Paolo II). In questi ultimi anni la selva amazzonica peruviana sta vivendo una delle più gravi forme di siccità: Il fiume Rio delle Amazzoni, vicino alla città di Iquitos si trova, molti metri. al di sotto dell’altezza standard. Le conseguenze per le popolazioni indigene dell’Amazzonia sono drammatiche. “Molti emigrano nelle città in cerca di acqua e cibo”, ma qui li attende solo povertà. L’APM (Associazione per i popoli minacciati) si appella alla Comunità internazionale per porre fine alla deforestazione ed alla caccia indiscriminata in Amazzonia. Solo così si potrà impedire l’esodo dei popoli indigeni dell’Amazzonia e la loro definitiva scomparsa. Nel lungometraggio l’autore si è soffermato sulla ricerca di piccole etnie e delle loro tradizioni, in zone dove la vita non è ancora scandita dal ticchettio dell’orologio. Lo scopo dello studioso era quello di realizzare un documentario,  tra le piccole etnie, di particolare interesse geografico, antropologico, naturalistico.

L’Amazzonia è l’unico polmone verde che ancora esiste sulla Terra.. Cosa fare per evitare la sua deforestazione?

E’ questo il maggiore e più difficile compito che tutte le nazioni devono porsi negli incontri ambientali dei prossimi anni per la sopravvivenza del Pianeta.

 

 

Michele Santoro

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