Pronto soccorso di Cosenza: medici allo stremo delle forze. Dura analisi del Movimento NOI

MOVIMENTO NOI – RETE UMANA

LETTERA APERTA – 22 Aprile 2021

 La cattiva gestione politica della pandemia, ha posto con le spalle al muro numerose categorie professionali che hanno come nucleo la Famiglia. Lo afferma il portavoce nazionale del Movimento cattolico NOI Fabio Gallo che propone una lucida analisi dell’attuale situazione – Non vogliamo vedere il personale sanitario che combatte in prima linea piangere di nascosto, come ci è capitato di notare. Non vogliamo rischiare la vita perché la classe politica e tutti coloro i quali delegano alla nostra Sanità, non mostrano di essere in grado. Non è giusto! Non è da paese civile. È in atto una violazione continua dei nostri diritti umani e civili. Non è cosa che vogliamo nella nostra città di Cosenza e nella nostra regione. Rivendichiamo il rispetto della dignità della persona in ogni luogo e soprattutto degli ammalati e delle loro famiglie. Oggi, fuori dal coro, parliamo di quanto accade nel Pronto Soccorso di Cosenza perché in esso e su di esso, si manifesta l’immagine speculare di un sistema politico e gestionale molte volte corrotto che non può essere più tollerato, frutto di decenni di bulimia del potere, che richiede la massima attenzione di tutte le forze realmente civiche libere dall’inganno dei partiti. Partiamo dal reparto Covid dell’Ospedale di Cosenza con i 20 posti letto, annunciato, realizzato e mai inaugurato dal Commissario Mastrobuono. Una decisione che trasforma l’esistenza di tutti, pazienti e corpo sanitario, in un vero e proprio inferno. Ci risulta – continua Fabio Gallo – che pur avendo preparato il reparto e reperito i medici all’interno dell’ospedale, con gli infermieri, disimpegnati dagli altri reparti, non è stato possibile fare la stessa cosa poiché non disponibili a prestare servizio in questo reparto Covid. Di conseguenza, non potendo aprire questo reparto per mancanza di personale, hanno pensato di ovviare al problema, trasformando un’ala del pronto soccorso a Reparto Covid, riversando così ancora una volta tutto il lavoro interamente sui medici, infermieri ed OSS del pronto soccorso. La cosa davvero singolare e drammatica è che si tratta di quell’area da sempre definita non idonea per le pessime e disumane condizioni in cui versa e che il Movimento NOI ha denunciato sia alla magistratura di Cosenza che a quella di Catanzaro. Oggi, incredibile a credersi, questo spazio sarebbe diventato un reparto che può contenere, secondo il loro Dio, quello di chi ha deciso, che certamente non è il nostro, fino a 16 pazienti Covid più 4 nelle tende.

Non vogliamo essere trattati come animali al macello e vogliamo ricordare a politici e commissari tre punti. Il primo, è che i 16 pazienti utilizzano lo stesso bagno senza distinzione uomo-donna. Il secondo: i bocchettoni dell’ossigeno sono solamente 4. I rimanenti pazienti Covid in ossigeno-terapia vanno avanti solo a bombole, cose che non si registrano oggi neanche in zona di guerra. Terzo punto: i pazienti che rimangono allocati nelle tende, rimangono anche loro senza bagno e quindi dalle tende devono fare avanti e dietro nel cortile per andare a fare i propri bisogni. È la perdita della dignità se si pensa che ci sono anche vecchietti e vecchiette che hanno buttato il sangue una vita e che oggi, nel momento in cui sono più bisognosi, vengono trattati in tale maniera. La carenza di personale che non vogliono assumere sta gravando ancora una volta sulle spalle del personale del pronto soccorso ormai allo stremo delle loro forze, con le spalle al muro, con i nervi a pezzi e impossibilitati a parlare per non perdere il posto di lavoro. Ma apriamo anche il capitolo medici. Ci risulta, ci rispondano i commissari, che l’azienda stia raccattando medici che non hanno mai fatto neanche un turno in PS pescandoli con le ormai note 50 euro l’ora per andare nel reparto Covid. Medici a prestazioni aggiuntive all’interno di questo reparto da terzo mondo, ma solo mattina e pomeriggio perché la notte nessuno, ci risulta, vuole stare in Pronto soccorso lasciando ricadere, punto e accapo, tutto il lavoro sul solito personale sanitario giunto all’esasperazione.

Ma vi è di più e di peggio – continua il Portavoce del Movimento NOI. Nonostante tutte le manifestazioni che abbiamo fatto, le denunce, le indagini che sarebbero in corso, i commissari di prima e quelli di ora, le mille cronache quotidiane della RAI e delle emittenti private nazionali e locali, ancora non è stato assunto nessuno perché i tre che hanno partecipato al concorso non si sa per quali strani motivi, fino a settembre non possono arrivare. Tutto questo, anche in considerazione della manifestazione dei sindaci davanti al pronto soccorso all’alba della quale ci aspettavamo la rivoluzione, vi sembra normale? In ogni caso, di medici ne occorrono molti di più. Ma andiamo avanti: abbiamo appreso dall’intervista di Raitre al Direttore Sanitario Aziendale dell’Annunziata di Cosenza Angelo Barbato che due specializzande avrebbero superato il concorso e non verrebbero assunte come dirigenti medici a tutti gli effetti, ma solo con un contratto Co.Co.Co. Quindi, domanda ai commissari e al dirigente Barbato: anche se sono co.co.co potranno prestare servizio tra Pronto Soccorso e tenda all’esterno, oppure potranno prestare solo servizio tenda? E perché potranno iniziare solo fra trenta giorni se siamo nel cuore di un’emergenza epocale e la gente sta morendo? Allora, diciamo la verità: personale non ce n’è, né medico, né infermieristico né OSS e se è vero, come pare che sia vero, che al corpo sanitario del pronto soccorso potrebbero essere messe in dubbio anche le ferie estive con la richiesta di ulteriori sacrifici, allora, significherebbe per davvero che siamo tutti volutamente esposti a rischio della vita da una massa di barbari che danno ordini dal mondo della politica.

Ci risulta che al dottore Barbato e alla commissaria Mastrobuono, nel corso di una ennesima riunione sia stato comunicato che i medici del PS e gli infermieri sono proprio arrivati allo stremo delle loro forze. Ma pare che la giusta richiesta di aiuto dopo 15 mesi di “emergenza”, da un orecchio sia entrata e dall’altro sia uscita. Attendiamo la prova contraria. Eppure, il Commissario Mastrobuono aveva detto che era tutto apposto, che i letti c’erano e anche i medici. Dove sono questi medici? Ma se non riescono a trovare una soluzione la offriamo noi: basterebbe spostare i pazienti che sono definiti freddi e cioè fuori pericolo, negli ospedali di periferia, Rogliano, Acri, poiché sono pazienti Covid che hanno passato la fase delle terapie intensive. Pazienti, quindi, che passata la fase acuta possono rimanere anche negli ospedali dove non c’è la rianimazione perché sono in condizioni cliniche buone e che attendono che si negativizzi il tampone, ovviamente. Ma qualcuno vuole che altri facciano la fine del dott. Marrocco? Se un ospedale come quello di Cosenza non ce la fa a reggersi su 6 medici nella normalità, figuriamoci in un’emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo. Chiediamo alla Magistratura – conclude il Portavoce del Movimento NOI – di effettuare indagini approfondite sull’attuale ala Covid che non risulta essere un locale idoneo poiché è privo di ricircolo di aria. Si tratta di un locale nel quale chi vi entra, parlo di pazienti non Covid, ha un’alta possibilità di contrarre il Covid19. Ai cittadini, ai medici, agli infermieri e agli OSS chiediamo di non perdere la memoria di questo disastro. La classe politica tutta, escluso nessuno, è colpevole di avere creato questa situazione di degrado senza fondo.

 

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