24 APRILE, ANNIVERSARIO DEL GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO

A sei mesi dalla guerra di aggressione che ha riproposto l’ostilità politica e la montante armeno fobia di Turchia e Azerbaigian nei confronti dell’Armenia e del popolo armeno, intendiamo dare voce al ricordo del Genocidio subìto dagli armeni106 anni fa.

 

Commemorare il Genocidio, il peggiore dei crimini contro l’umanità, oggi più che mai, è un atto di responsabilità collettiva, non solo dei sopravvissuti armeni e dei loro discendenti giunti in Italia, atteso che la sua negazione unita al rinnovato espansionismo turco sono infatti una sfida all’Europa tutta.

 

  • Insieme, invitiamo le Istituzioni della Repubblica a ricordare, soprattutto in chiave attuale, l’esemplare modello d’integrazione che gli armeni d’Italia hanno saputo esprimere per secoli. L’Italia, dove siamo responsabili cittadini, è il Paese che ci ha accolti anche dopo il Genocidio e al cui sviluppo e progresso abbiamo portato il nostro incessante contributo. Chiediamo alle Istituzioni della Repubblica, memori degli straordinari intrecci culturali e identitari fra i nostri due popoli, di salvaguardare e valorizzare le millenarie tracce della presenza armena in Italia.

 

  • Insieme, denunciamo l’aggressione militare turco-azero-jihadista contro la Repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) nel settembre 2020, nonché la deriva espansionistica di Erdogan e Aliyev che costituiscono per l’Armenia e la Diaspora, una minaccia seria.

 

  • Insieme, invitiamo le Istituzioni della Repubblica a non confondere la politica estera con gli affari che diventano alibi per il silenzio sulle violazioni dei diritti umani e sulle verità storiche, offuscando i segnali d’allarme di crimini contro l’umanità che possono ancora essere prevenuti e condannati. Chiediamo alle stesse di adoperarsi in tutte le sedi bilaterali e multilaterali affinché la Turchia faccia i conti con la storia e riconosca le responsabilità dell’Impero Ottomano nel genocidio del popolo armeno e l’Azerbaigian rilasci senza precondizioni le centinaia di prigionieri civili e militari armeni dalle carceri azere.

 

  • Insieme, stigmatizziamo a sei mesi dalla guerra contro l’Artsakh (Nagorno Karabakh), la distruzione del patrimonio artistico e religioso cristiano armeno nei territori conquistati dall’Azerbaigian, così come è già avvenuto in Turchia dopo il genocidio, nonché la politica di armenofobia nei confronti di tutti gli armeni nel mondo. Se ne è avuta drammatica conferma nella recente inaugurazione dell’osceno “parco della guerra” allestito nella capitale dell’Azerbaigian con macabri trofei di guerra e manichini di armeni in pose degradanti. Chiediamo alle Istituzioni della Repubblica di adoperarsi nelle sedi internazionali per arrestare questi crimini.

 

Nel 106° anniversario del genocidio del popolo armeno, ancora negato dalla Turchia, insieme invitiamo media e Istituzioni a prevenire nuovi odi e i tentativi di nuovi genocidi.

 

 

Coordinamento delle Organizzazioni e Associazioni armene in Italia

 

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