Pierfranco Bruni
La bellezza non conosce scandalo. Altrimenti non sarebbe verità libertà emozione. La bellezza non è ciò che fa comodo. Caravaggio è bellezza ma anche scandalo. Anais Nin è estremamente bellezza ma anche provocazione. Il perbenismo è una morale mortale. Soprattutto quando l’età diventa micidiale come la mia. Non voglio morire da estromesso dalla ricerca della bellezza vera.
Faccio scandalo?
Il problema non è il mio. E di chi si scandalizza perché non riesce a giocare con la vita reale e si smarrisce tra ingiallite pagine consumate su mani cadenti. Vado!
Mettiamo a confronto due bellezze e due sensualità. Per capire di più Dante. Beatrice e Marylin! Non è una provocazione. È semplicemente uscire fuori da una “etica morale” “teologica”…ovvero da una cecità o da ombre che conoscono il finto della finzione o la maschera che ha dimenticato il volto… Beatrice è simbolo sensuale?
Altrimenti …
La sensualità di Beatrice è pari a quella di Marylin? Beatrice è stata sensualità perché è stata desiderio. Il desiderio di Dante. Marylin il mio desiderio! Quella bocca sugli occhi o gli occhi dentro gli occhi. Se manca il desiderio ha senso la sensualità?
Pensiamo…
Vivere in armonia è non scandalizzarsi di nulla. È capire che tutto è possibile. Non probabile o improbabile. Possibile. Credere nella possibilità è appunto non scandalizzarsi. Il desiderio è nella sensualità. È possibile anche anteporre la sensualità al desiderio.
La fisicità ci rende liberi non solo di amare con il corpo ma ci offre la consapevolezza della fugacità. Non si ama soltanto con il pensiero. Si ama anche con il corpo. Se tolgo questa bellezza alla fantasia ho distrutto il desiderio.
Forse sì tutto!
Come sarebbe stato possibile per Dante amare Beatrice senza desiderio emozione e sensualità? La sensualità in una donna è oltre il tutto. La sua profondità nasce dal nascondimento che offre il velo del desiderio. Marylin è il mio desiderio. Nella sua bocca carnosa c’è il desiderio che rende la sensualità passionale attrazione.
Beatrice è stata attrazione. Ma senza sensualità e desiderio può avere passione l’attrazione? Dante è in quella nuova vita che supera Gemma e si ritrova a ricamare e a riamare un sogno rimasto carnalità.
Senza la carnalità non ci sarebbe stato il mito di Beatrice e tanto meno il mio, quello verso Marylin. Bisogna che nulla possa scandalizzarci. La Beatrice della “Vita nova” è la completa metafora di un cambiamento di vita per Dante. Pur partendo dagli anni giovanili, ma era un’età giusta per Dante per percepire la attrazione, la ritrova nel tempo della piena emotività passionale e sensuale.
Ancora confermiamo la tesi dell’amore celestiale tra il “mandrillo” Dante e la donna velata Beatrice? No, per carità mistica estetica, cerchiamo di essere veri sino a strapparci le ombre dallo specchio e andare oltre il sipario della scena muta.
Madonna Beatrice era la donna sensuale del Duecento che era diventata un mito, superando Laura e attraversando Fiammetta, era giunta sino a Dulcinea e incidendo nel Novecento di De Chirico e Magritte con la donna velata degli Amanti in cerca di un bacio.
Beatrice è una lettura sconvolgente nelle apparenze del nascosto del mistico del velato. Come la Marylin del mito della metà degli anni 1950 con “La tua bocca brucia” di
Roy Ward Baker”. Film del 1952.
Beatrice e Marylin hanno come metafisica dell’anima il nascondimento e la tentazione del pudico. Sono attrazione. La fisicità non sta mai al di fuori del pensiero.
Il pensiero stesso è sangue e carne. Altrimenti…