La pandemia ha messo in ginocchio diversi settori e non fa eccezione il settore dei trasporti e, quindi, del trasporto aereo. Secondo una stima dell’ENAV, il cui amministratore delegato abbiamo audito qualche giorno fa in Commissione Trasporti, per avere una ripresa dell’attività volativa ai livelli del 2019 ci vorranno diversi anni scolpiti in un arco temporale che va dal 2024 al 2029. E ciò a seconda dell’andamento pandemico, ma anche della campagna vaccinale. Tutti gli aeroporti sono pressochè vuoti, i voli ridotti, gli aerei pieni per metà della loro capienza e solo negli ultimi tempi ed in alcuni giorni della settimana si comincia a vedere qualche viaggiatore in più. Un segnale di timida ripresa nella quale dobbiamo continuare a sperare anche se lo scenario si rivela preoccupante, come rilevato anche dall’amministratore delegato di ADR che audito sui protocolli di viaggio covid Tested, ha evidenziato una perdita di traffico, per Fiumicino, del 77% rispetto al 2019.
Ritengo doveroso effettuare questa premessa prima di affrontare un argomento che mi sta particolarmente a cuore. L’aeroporto di Crotone per il quale mi sono battuta, non a chiacchiere e sui social, ma concretamente sin dall’inizio della legislatura e che subisce, come tutti gli aeroporti del mondo, gli effetti della pandemia. In Parlamento, dove sono riuscita ad ottenere, grazie all’interessamento dell’allora Ministro Danilo Toninelli e nella prima legge di bilancio alla cui approvazione ho partecipato, il famoso stanziamento di 9 milioni per riattivare la procedura degli oneri di servizio. Battaglia non facile poiché presso l’ENAC residuavano ancora oltre 4 milioni orfani di una precedente gara cui nessuno aveva partecipato e che condusse il Governo dell’epoca, Ministro Maurizio Lupi, ad abrogare nel 2014 l’imposizione degli oneri di servizio su Crotone. Poi sappiamo tutti come è andata. I ritardi della Regione condussero a celebrare la conferenza dei servizi troppo avanti nel tempo, quasi alla fine del 2019, per consegnare alla pandemia dilagata nei primi mesi del 2020, l’esito negativo della gara cui nessun vettore ha partecipato perché, nonostante gli OSP, i voli preventivati per Roma, Venezia e Torino, avrebbero rischiato di trasformarsi per loro in una perdita secca.
Oggi la Regione ricomincia l’iter che la condurrà a celebrare una nuova conferenza dei servizi in cui stabilire condizioni più “appetibili” e costruite su dati aggiornati al 2021. E auspichiamo che le precedenti esperienze servano a far comprendere che non è il caso di tergiversare, ma di affrontare concretamente e celermente la situazione onde evitare che anche questo ulteriore stanziamento di 9 milioni venga archiviato con i 4 milioni degli anni precedenti. Perché, sia detto con chiarezza, anche questa occasione non si trasformi nell’ennesimo stanziamento dello Stato nell’interesse della collettività calabrese che resta nei cassetti, alimentando sogni e illusioni, senza avere una ricaduta concreta sul territorio.
È evidente che la sola presenza di Ryan Air a Crotone si è risolta, in seguito alla sospensione dei voli decisa dalla compagnia irlandese in tutto il territorio nazionale, in una sospensione dell’operatività del nostro aeroporto ove è presente, per l’appunto, solo Ryan Air e, dunque, la procedura degli OSP risulta essenziale e va seguita con estrema attenzione da tutti gli attori della vicenda. In merito, la SACAL con la quale ho avuto una interlocuzione nei giorni scorsi, ha dichiarato di avere proposto, per quanto di sua competenza, che la conferenza dei servizi preveda una rimodulazione del piano da caratterizzare con una maggiore flessibilità di orari e destinazioni. Inoltre, in seguito a mia specifica richiesta di aggiornamenti sulle iniziative annunciate dal Presidente De Metrio in occasione dell’incontro istituzionale del mese di gennaio ed in prospettiva del rilancio dello scalo crotonese, ho avuto modo di apprendere che il 24 marzo è stato approvato il piano industriale che, individuando le specificità dei territori e dei rispettivi aeroporti, promuoverà in sinergia con gli stakeholders un’azione mirata alla ripresa del traffico precovid compatibilmente, come prevedibile, con le tempistiche della campagna vaccinale. Dal due maggio riprenderanno progressivamente i voli Ryan Air da e per Bergamo e Bologna e saranno attivati successivamente due ulteriori voli settimanali di linea operati dal vettore Albastar da e per Verona e Bergamo i cui slot, se confermati, richiederanno una estensione degli orari di apertura dello scalo, mentre la Compagnia Ego Airways ha ridimensionato il proprio programma, pur essendo interessata al nostro aeroporto, per via della diffusione pandemica e dell’estrema incertezza del mercato. La Sacal inoltre, ha riferito di stare mettendo in campo tutte le iniziative necessarie per l’istituzione di collegamenti internazionali privilegiando la Germania che ha un elevato bacino di utenza con prevalenza di traffico etnico, ma che ha condotto nel periodo in cui è stato operativo molti turisti tedeschi sulle nostre coste. Resta inoltre tra le priorità della società di gestione l’avvio, presso il nostro scalo, della base per i servizi di protezione civile e antincendio e l’introduzione di servizi innovativi di logistica merci. Purtroppo, ancora fermi al palo, i lavori di messa in sicurezza non ancora avviati a causa della mancata erogazione degli stanziamenti regionali a causa dell’assenza del via libera della Commissione Europea che continua a nutrire dei dubbi sul fatto che tali finanziamenti si configurino come aiuti di stato e come tali non ammissibili.
Elisabetta Barbuto (M5S Camera – Commissione Trasporti)