MIHÁLY CSÍKSZENTMIHÁLYI FLOW Psicologia dell’esperienza ottimale

Torna in Italia un classico della psicologia contemporanea

dedicato all’idea di “flow”, come chiave per sbloccare il potenziale,

la creatività, la vera felicità e migliorare la qualità della vita

 

Nuova prefazione di Giuseppe Vercelli,

psicologo e psicoterapeuta, docente di Psicologia dello Sport e della Prestazione Umana presso l’Università degli Studi di Torino

 

Flow di Mihály Csíkszentmihályi è considerato un caposaldo della psicologia degli ultimi decenni. Uscito nel 1990, tradotto in oltre 20 lingue, pubblicato in Italia nei primi anni Novanta e da tempo assente dal mercato italiano, ha introdotto per la prima volta il concetto di “flow”, divenuto poi fondamentale in una varietà di campi, dal lavoro allo sport. E offre un contributo sulla ricerca del benessere interiore, l’espressione del potenziale, la spinta al miglioramento, la felicità, che ha sempre mosso l’individuo nel corso dei secoli.

 

Secondo Csíkszentmihályi, psicologo ungherese, naturalizzato americano, le persone raggiungono la massima felicità quando sono in uno stato di “flow” (flusso), cioè di totale concentrazione e assorbimento in un’attività, al punto che nient’altro sembra avere importanza. Una sensazione simile alla trance agonistica nello sport: «L’Io passa in secondo piano. Il tempo vola. Ogni azione, ogni movimento e ogni pensiero segue inevitabilmente al precedente, come quando si suona il jazz. Tutto il vostro essere è impegnato, e usate le vostre capacità fino al loro limite massimo». Le sue indagini sull’“esperienza ottimale” – diventate famose in tutto il mondo – hanno rivelato che, durante il flow, le persone sperimentano un piacere profondo, la creatività e un coinvolgimento totale con la vita. In questi momenti ci dimentichiamo di noi stessi, degli altri, di ciò che ci sta intorno; ci sentiamo felici e appagati, immersi in una sorta di energia senza fine. Il risultato è che diventiamo creativi e produttivi, in un delicato equilibrio tra capacità e sfida.

 

Risuona in queste pagine il concetto zen che riguarda “la presenza nell’attimo”, il “qui e ora”: il singolo compito espletato nel momento si contrappone chiaramente al classico “multi-task”, dove quest’ultimo pare pervasivo in un mondo ipertecnologico in cui meeting, mail, social media, telefonate, offerta televisiva, adv sono i mezzi con i quali si dispiega l’apologia dell’interruzione. Al contrario, lo stato di flow è descritto come «l’essere completamente coinvolti in una attività fine a sé stessa».

 

Nella nuova prefazione a questa edizione italiana, Giuseppe Vercelli, psicologo e docente di Psicologia dello sport, sottolinea la “preveggenza” dell’autore nell’intravedere il tessuto sociale, culturale, professionale ed economico sempre più complesso e mutevole di oggi. «Letto in chiave moderna, lo stato di flow rappresenta l’opportunità di godere appieno delle nostre esperienze, lasciandoci guidare, momento dopo momento, dalle nostre passioni e ispirazioni senza la pretesa di provare a controllare una realtà che di controllabile e prevedibile ha ormai ben poco», scrive Vercelli. «Attingendo alle risorse dello stato di flow, la condizione di caos può essere trasformata in un’opportunità e una situazione svantaggiosa può essere considerata il punto di partenza di un percorso che spinge l’essere umano a reinventarsi e a realizzarsi coltivando nuovi interessi, nuove idee, nuove attitudini, nuovi valori».

 

Csíkszentmihályi durante un’intervista ha detto: «La repressione non è la via della virtù. Quando le persone si trattengono per paura, la loro vita è per forza diminuita. Solo attraverso una disciplina liberamente scelta, la vita può essere goduta e mantenuta entro i limiti della ragione».

 

L’autore: Mihaly Csikszentmihalyi (1930) è uno psicologo ungherese-americano. Ha riconosciuto e definito il concetto psicologico di “flow”, uno stato mentale altamente concentrato che favorisce la produttività. È professore emerito di psicologia e management alla Claremont Graduate University. È l’ex capo del dipartimento di psicologia dell’Università di Chicago e del dipartimento di sociologia e antropologia del Lake Forest College.

 

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