Trasporto animali vivi: la Elbeik torna a Cartagena, 1700 vitelli verranno uccisi

La nave Elbeik, rimasta al largo nel Mediterraneo per tre mesi con più di 1700 animali vivi a bordo in condizioni ormai disastrose, è stata obbligata dal governo spagnolo a tornare a Cartagena per verifiche e per l’abbattimento di tutti gli animali.

 

Animal Equality procederà con la denuncia nei confronti della Spagna e di tutti i responsabili presso tutte le autorità europee competenti.

 

La Spagna infatti sapeva del destino a cui andavano incontro tutti gli animali già a dicembre, ma per mesi si è rifiutata di agire sia per la Karim Allah sia per la Elbeik, dove ora almeno cento animali sono morti.

 

Le uniche autorità che si sono attivate tempestivamente sono state quelle italiane, ma le navi sono sfuggite ai controlli.

 

Di seguito il comunicato stampa e i miei contatti per ulteriori chiarimenti e per interviste.

 

Chiara

 

COMUNICATO STAMPA 

 

Trasporto animali vivi: il governo spagnolo costringe la nave Elbeik a tornare al porto di Cartagena, 1700 vitelli verranno abbattuti 

 

L’Elbeik, ancorata sull’isola di Minorca dallo scorso fine settimana, aveva già un acquirente per gli animali in Libia. Il capitano della nave è obbligato ora a eseguire l’ordine.

 

La Spagna ha appreso che gli animali sarebbero stati respinti il 21 dicembre, 4 giorni prima dell’arrivo in Turchia dell’Elbeik. Le autorità spagnole non si sono attivate al riguardo né hanno informato la Commissione Europea, il primo Paese a farlo è stata l’Italia il 18 febbraio.

 

Dopo tre mesi di deriva, più di 100 animali sono già morti a bordo e l’equipaggio è al limite delle proprie forze.

 

Milano, 19/03/2021 – Una risoluzione richiesta dal ministero dell’Agricoltura spagnolo obbliga la nave Elbeik a recarsi al porto di Cartagena affinché i 1.776 vitelli che ha trasportato a bordo dal 18 dicembre possano essere ispezionati e macellati.

 

L’ordinanza, obbligatoria per il capitano della nave, considera il porto di Cartagena il luogo più idoneo “per effettuare le operazioni di ispezione del proprio carico bovino, poiché dispone di una banchina sufficientemente lontana per effettuare le operazioni di scarico, macellazione, sollevamento e trasporto degli animali, con sufficienti garanzie di sicurezza”.

 

Nel porto di Cartagena, sulla darsena di Escombreras, è ancora installato il mattatoio portatile utilizzato per la macellazione degli 864 vitelli trasportati da Karim Allah, avvenuta il 6 marzo.

 

La nave richiederà che gli animali siano esaminati dai veterinari prima della macellazione.

 

Una situazione disperata

 

La nave Elbeik, ancorata sull’isola di Minorca dallo scorso fine settimana, ha cercato di coordinare con la Libia il processo di vendita degli animali. Dalla nave assicurano che il Ministero dell’Agricoltura non ha risposto alle loro ripetute richieste alla Spagna di accettare l’acquisto e di rilasciare nuovi certificati. Affermano persino che il rappresentante libico sia andato al ministero per parlare con Valentín Almansa, Direttore generale presso il Ministero, e non sia stato ricevuto.

 

La Spagna sapeva che la Turchia non avrebbe accettato gli animali

 

La Spagna ha appreso che gli animali a bordo della Karim Allah ed Elbeik sarebbero stati respinti ai porti di destinazione già il 21 dicembre, due giorni dopo la partenza della nave dal porto di Tarragona e quattro giorni prima del suo arrivo in Turchia il 25 dicembre mattina. Le autorità spagnole non hanno intrapreso alcuna azione al riguardo.

 

Inoltre, non hanno informato la Commissione europea di ciò che stava accadendo con la nave. La sera del 18 febbraio il capo dei servizi veterinari italiani ha denunciato la situazione di Karim Allah nei pressi del porto di Cagliari (Sardegna). Le navi stavano già attraversando il Mediterraneo da due mesi.

 

Dalla nave denunciano anche che quando, dopo essere stati respinti dalla Turchia, hanno tentato di vendere gli animali in Libia, le autorità spagnole hanno riferito che gli animali non erano stati vaccinati in gran parte.

 

Più di 100 animali morti a bordo

 

Nonostante il fatto che la Grecia abbia consentito alla nave Elbeik di fare rifornimento di carburante e trasportare cibo per gli animali e l’equipaggio, il cibo ha cominciato a scarseggiare e hanno disponibilità solo per un paio di giorni.

 

Dopo tre mesi alla deriva, più di 100 animali sono già morti a bordo e l’equipaggio è al limite delle proprie forze. Le condizioni avverse che hanno dovuto sopportare e la presenza di un numero così elevato di animali a bordo ha portato alla morte centinaia di loro.

 

La nave Elbeik ha già fatto rotta per Cartagena, potrebbe arrivare domani, giovedì 18, in notturna al porto.

 

«Il governo spagnolo avrebbe potuto prevenire da molto tempo le sofferenze di migliaia di animali alla deriva, abbandonati senza cibo; molti di loro sono morti. Non hanno mostrato alcun interesse per il benessere degli animali, ignorando la loro responsabilità. Se non riesce a garantire il rispetto delle normative, è necessario porre fine al trasporto di animali vivi» afferma Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia.

 

Uno scandalo che non si può ripetere

 

Animal Equality esige che il commercio e l’esportazione di animali vivi al di fuori dell’UE siano interrotti, poiché i rapporti della Commissione europea, Animal Welfare Foundation [1 e 2] e le proprie indagini [3 e 4], certificano che l’applicazione della legislazione europea sulla protezione degli animali durante il trasporto è completamente carente in Spagna. Il benessere degli animali durante questi lunghi viaggi non può essere garantito e inoltre, nel caso del Medio Oriente e del Nord Africa, non vengono macellati secondo gli standard internazionali dell’OIE (World Organization for Animal Health).

 

Animal Equality proseguirà la denuncia in tutte le sedi europee competenti.

 

Documentazione:

 

[1] AWF Porto di Cartagena Report Investigativo 2018

[2] AWF Porto di Cartagena Report Investigativo 2020

[3] Investigazione condotta da Animal Equality nel 2020 nel porto di Cartagena

[4] Investigazione condotta da AWF e Animal International in collaborazione con Animal Equality e Compassion in World Farming

 

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