Tempo di Quaresima. Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene cinque progetti per le comunità cristiane perseguitate in Africa

Negli ultimi mesi nel nord est del Mozambico la situazione dei cristiani è diventata drammatica a causa della spirale di violenza innescata dagli estremisti islamici. Sono oltre 500.000 gli sfollati che hanno cercato rifugio nel territorio della diocesi di Pemba. Le ferite da curare sono tante, dalla perdita delle persone care alla mancanza della propria abitazione dalla quale si è stati scacciati. La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) in questa Quaresima sta raccogliendo fondi da inviare ai sacerdoti e alle suore della diocesi di Pemba affinché possano aiutare gli sfollati interni anzitutto con cibo e medicine.

In Burkina Faso e Niger, e in particolare nell’ampia regione del Sahel, le vittime cristiane della violenza degli estremisti islamici sono ormai migliaia e i sacerdoti sono chiamati non soltanto al servizio pastorale ma anche a quello umanitario. Il continuo confronto con questa realtà richiede che i ministri di Dio
siano adeguatamente formati e sostenuti. ACS sta raccogliendo fondi per finanziare gli incontri periodici organizzati dalla “Fraternità sacerdotale dei preti africani”. L’iniziativa intende assicurare un rinnovato impegno missionario in una terra attraversata dalla violenza. Mons. Laurent B. Dabiré, Vescovo di Dori e Presidente della Conferenza episcopale del Burkina Faso e del Niger, in un colloquio con ACS racconta che «i fedeli hanno un grande spirito di perseveranza e resilienza. Continuano a vivere la loro fede, costi quello che costi. Nessuno di noi dal 2015 ha avuto notizia di diserzioni, abbandoni e apostasie. I fedeli fuggono dal terrorismo a cui non possono resistere, ma conservano la loro fede. Anche quando i terroristi hanno minacciato il popolo, tentando di convertirlo, non hanno avuto successo. La gente è semplicemente fuggita, portando con sé la propria fede». Il progetto di ACS intende aiutare i sacerdoti impegnati nel servizio pastorale reso a questi eroici fedeli.

Sempre in Burkina Faso trentasei religiose appartenenti a varie Congregazioni nella diocesi di Fada N’Gourma si occupano costantemente delle migliaia di cristiani obiettivo degli estremisti islamici. Le suore visitano assiduamente le famiglie, sostenendo soprattutto le madri, cercano di assicurare farmaci ai malati e impartiscono i rudimenti della dottrina cattolica a bambini esposti ad esperienze traumatiche. Anche per queste religiose è necessario un aiuto per sopravvivere.

In Mauritania le religiose operano in una realtà quasi completamente islamica sostenendo le famiglie, e in particolare i più fragili, anche nelle situazioni più drammatiche. ACS intende aiutare queste suore e, per loro tramite, le comunità che beneficiano del loro servizio.

A Bauchi, nel nord della Nigeria, i cattolici sono appena il 3%. Sono loro le prime vittime dei terroristi di Boko Haram i quali, per piegare la resistenza delle piccole comunità cristiane, attaccano anche i luoghi di culto. I fedeli però non vogliono rinunciare a ricostruire le chiese distrutte e questo desiderio anima anche i parrocchiani della chiesa di San Pietro, rasa al suolo in un attacco del 2018. ACS sta raccogliendo fondi per restituirla quanto prima ai fedeli locali.

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