Trascrivo alcune righe da La Repubblica del 9 marzo: “Il problema è che, almeno fino alla sentenza del Tar del Lazio di quattro giorni fa che sospende gli effetti della delibera Aifa che indicava ai medici di base di trattare i pazienti Covid a domicilio con “tachipirina e vigile attesa”, quando una persona si trovava in isolamento domiciliare con pochi sintomi o magari con febbre anche alta persistente non si poteva fare nulla. Se non attendere, appunto. L’impugnazione davanti al Tar della delibera Aifa è stata promossa proprio dai medici del Comitato e dall’avvocato Grimaldi… A volte invece il medico dice loro ‘più della Tachipirina e dei fans non ti posso prescrivere’, ma stanno male, non migliorano, anzi, va sempre peggio…. Infatti il nostro gruppo è un supporto importante per le persone in difficoltà: se chi deve, aprisse gli occhi sui farmaci che si possono utilizzare, in scienza e coscienza, saremmo già un bel pezzo avanti” conclude Pignataro. “Ci sarà un motivo che causa tutte le morti che ci sono in Italia: siamo il paese europeo che, da questo punto di vista, ha pagato il prezzo più alto”.
A poco a poco le notizie vengono fuori ed è sempre più chiaro che con l’indicazione “tachipirina e vigile attesa”, l’Agenzia Italiana del Farmaco, i governanti che l’hanno ascoltata e i medici di famiglia che hanno “obbedito”, senza volerlo hanno dato una bella mano al Covid 19. Sempre più chiaro, per dirla in altre parole, che molte persone sono morte a causa della vigile attesa e della tachipirina “che non è un antinfiammatorio e abbassa i livelli di glutatione, fondamentali per proteggersi dal Covid (dottor Andrea Stamezzi su Affaritaliani del 3 marzo). Mi sembra, però, che sino ad oggi, nessuno dei nostri governanti e dei loro consiglieri, nessuno di coloro che amano parlare spesso in Tv, ha dichiarato di avere sbagliato, né ha chiesto scusa a tutte le persone che hanno perso familiari a causa della vigile attesa. Vigile attesa… “Mentre ‘o miedeco sturéa, ‘o malato se ne more”, diceva mia madre che era di Aversa. Mentre il medico studia, il malato se ne muore.
Renato Pierri