Iran: deterioramento delle condizioni di salute della prigioniera politica Fatemeh Mosanna

 Le autorità impediscono la sua ospedalizzazione e l’accesso alle cure al di fuori del carcere

 Appello per un’azione urgente per il rilascio di Fatemeh Mosanna e per l’invio di una commissione d’inchiesta internazionale che ispezioni le prigioni iraniane, in particolare le prigioni femminili.

 Le condizioni di salute della prigioniera politica Fatemeh Mosanna, in carcere da cinque anni e mezzo, sono peggiorate, ma le autorità della prigione di Evin si rifiutano di autorizzare il suo temporaneo rilascio, impedendone così il ricovero e negandole l’accesso alle cure necessarie.

La sig.ra Mosanna, che soffre di colite cronica e di forti emicranie, convive inoltre con un’emorragia intestinale dal luglio 2020, ed i medici hanno dichiarato che le sue condizioni fisiche sono incompatibili con lo stato detentivo.

 Il 19 agosto 2020 la sig.ra Mosanna perse i sensi a causa di un’emorragia; le autorità furono costrette ad autorizzare il suo trasferimento in ospedale, ma per tutta la durata del ricovero le sue mani ed i suoi piedi rimasero incatenati al letto. Il 26 agosto la sig.ra Mosanna fu riportata in carcere nonostante il dissenso del medico che l’aveva in cura, sebbene non fossero ancora arrivati gli esiti degli accertamenti effettuati e malgrado non avesse ancora completato i trattamenti ai quali sarebbe dovuta essere sottoposta. Le sue condizioni peggiorarono nuovamente a partire dal 7 settembre 2020, e venne così riportata in ospedale per essere sottoposta ad endoscopia e colonscopia; la sig.ra Mosanna venne tuttavia riportata in carcere prima del completamento degli esami diagnostici.

 Nel dicembre 2020 uno dei medici dell’ospedale Taleghani ribadì che le condizioni di salute della sig.ra Mosanna non erano compatibili con la detenzione e dispose che la paziente venisse inviata all’ufficio di medicina legale per essere esaminata ed ottenere una certificazione che provasse che necessitava di un congedo medico, ma il viceprocuratore di Evin, Amin Vaziri, negò l’autorizzazione all’esecuzione del suddetto esame.

 La sig.ra Fatemeh è la sorella di Ali, Mostafa e Morteza Mosanna, tre membri dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI/MEK) giustiziati dal regime clericale nel 1981 e ’82.

Fatemeh Mosanna venne arrestata nel gennaio 2013 assieme al marito Hossein Sadeghi ed ai loro due figli quando si trovava presso la propria dimora, durante la cerimonia funebre del suocero, il sig. Hassan Sadeghi. Il sig. Sadeghi era un membro dell’OMPI, ed era deceduto a Camp Liberty in Iraq a causa dell’assedio medico imposto dai mercenari del regime iraniano.

 La famiglia fu poi rilasciata in seguito al pagamento di una cauzione. Successivamente la sig.ra Fatemeh ed il marito vennero condannati ciascuno a 15 anni di detenzione per “Moharebeh (guerra contro Dio) per avere sostenuto l’OMPI”, e tutte le loro proprietà vennero confiscate. Vennero quindi riportati in prigione per scontare la propria pena nell’ottobre 2015.

 La Resistenza iraniana richiama l’attenzione del Segretario Generale, del Consiglio per i Diritti Umani e dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, oltreché delle altre organizzazioni per i diritti umani, sulla critiche condizioni della sig.ra Fatemeh Mosanna, e li esorta ad intraprendere un’azione urgente che ne assicuri il rilascio. La Resistenza reitera inoltre che è necessario l’invio di una commissione d’inchiesta che ispezioni le carceri iraniane ed incontri i prigionieri, in particolare i prigionieri politici e le donne.

 Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

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