Un Capo dello Stato non può farci arrossire

 Qualcuno si meraviglia, ma non c’è da meravigliarsi. A me sembra naturale che Matteo Salvini pensi a Silvio Berlusconi come ad un buon presidente della Repubblica. Salvini non può capire che una persona che fa battute volgari, non può ricoprire la massima carica dello Stato, per il semplice motivo che le battute volgari, soprattutto nei riguardi di donne, le fa anche lui.
Sono andato a rileggermi alcune delle numerosissime lettere che scrissi sulle volgarità di Silvio Berlusconi. Ne trascrivo un paio.
La prima la scrissi a seguito della battutaccia di Berlusconi su Margaret Thatcher, la Lady di Ferro: “Se fosse stata una bella gnocca, me la ricorderei”. La seconda a seguito della barzelletta su Rosy Bindi con bestemmia finale, nell’ottobre del 2010.
«”Pensa, prima di parlare”: una canzone per il Cavaliere
Vorrei suggerire al cantante Fabrizio Moro, vincitore al festival di Sanremo, per la sezione giovani, con la canzone “Pensa prima di sparare”, di dedicare la prossima canzone al nostro affascinante Cavaliere, intitolandola magari: “Pensa prima di parlare”. I versi potrebbero accennare a gesti volgari, a trivialità, a linguaggio da scaricatore del porto, e via di seguito; e potrebbero essere un invito al senso della misura, al contegno, alla signorilità, alla compostezza, al garbo, alla cavalleria, al fine di evitare brutte figure al proprio paese, di far sì che tanti italiani non siano costretti a pregare: “Di grazia, Cavaliere, non ci faccia più arrossire!” (L’Unità 10 luglio 2007) ».
«”Corna, battute e barzellette. Berlusconi ha esagerato”
Credo di essere una bestia rara, un tipo da prendere in giro, una mosca bianca, uno quasi da barzelletta. Nonostante abbia ad un di presso la sua età, non sono riuscito a fare il callo a certe volgarità e ridicolaggini, e così, cosa da non credere, ancora arrossisco (nel vero senso del termine), ogni volta che il presidente del Consiglio se n’esce con una delle sue. Corna in pubblico, battute sulle donne da far concorrenza ad uno scaricatore del porto, barzellette antiebraiche, ed ora anche una bestemmia. Ed io che, pur essendo vissuto da piccolo in una città dove le imprecazioni si sprecavano, non ho mai bestemmiato in vita mia (i ragazzi a scuola non mi volevano credere), io che ho sempre ripreso gli alunni quando li sentivo bestemmiare, come posso non arrossire qualora l’autore dell’atto incivile sia un presidente del Consiglio?  E adesso, poiché so con certezza che il lupo perde il pelo ma non il vizio, mi terrorizza il pensiero che un giorno il Cavaliere possa essere eletto Presidente della Repubblica. Che cosa potrà succedermi? Arderò? Creperò per autocombustione? Diventerò uno dei misteriosi casi  di SHC (Spontaneous Human Combustion)? Ad ogni modo, è forse un peccato che perlomeno in Italia io sia una rarità (Il Manifesto; Il Fatto Quotidiano 4 ottobre 2010)».
Renato Pierri

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