Il Sinalp denuncia l’emissione di oltre 127 provvedimenti Governativi per distruggere la scuola ed il futuro dei nostri giovani

A partire dal decreto-legge del 25 marzo 2020, n. 19 alla  data odierna,  il Governo Nazionale ed il Ministero della Pubblica Istruzione, tra Decreti, Note, Ordinanze ministeriali, Documenti Tecnici e Comunicati, hanno emesso oltre 127 provvedimenti  per dare “chiarezza” nel settore della scuola.

Gli attori del mondo della scuola, Dirigenti, Docenti, Personale ATA, Famiglie, ed Alunni, grazie a questa enorme pletora di provvedimenti hanno dato solo una certezza; La scuola è nel caos più totale.

Se viene distrutta la scuola si distrugge il futuro di ogni società, anche quelle più organizzate e solide.

Il Sinalp da tempo ha chiesto maggior chiarezza, regole certe, e poche linee guida per poter gestire in piena sicurezza il delicatissimo comparto della scuola.

Abbiamo contattato più volte il Ministero della Scuola con umiltà e spirito di collaborazione cercando di esprimere la nostra opinione per poter dare un contributo nel gestire al meglio ed in sicurezza le attività scolastiche in presenza.

Ma come purtroppo sempre più spesso succede, la politica non è più capace di ascoltare chi invece, come il Sinalp, si trova giornalmente in prima linea tra docenti, personale ata, alunni, e le loro famiglie, cercando di gestire al meglio le loro paure e richieste di aiuto contro una pandemia che sta destabilizzando l’intero mondo e le sue certezze.

Dal canto loro i ragazzi, il 29 gennaio 2021, sono scesi in piazza per denunciare tutte quelle disuguaglianze che, a causa di questa pandemia, sono emerse in maniera netta certificando che almeno nel comparto scuola l’unità d’Italia è ancora tutta da fare.

Sono emerse disuguaglianze tra scuole del nord e scuole del sud, differenze sostanziali sui finanziamenti dedicati alle scuole.

Oggi, se ancora ce ne fosse stato il bisogno, si certifica una disparità economica offensiva e netta nella gestione dei finanziamenti tra gli istituti scolastici del nord e del sud.

Questa verità, negli ultimi decenni, certificata anche da Onu, Ocse, Istat, Corte dei Conti, e Miur, fotografa un Sud con scuole pericolanti, dispersione scolastica elevata, sovraffollamento, precari, e fuga dei giovani laureati.

Il Covid ha semplicemente tolto il pietoso velo che copriva la vergognosa realtà di questa disparità.

Il Comitato dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia definisce questa vergognosa realtà «una disuguaglianza su base territoriale», ribadendo che in Italia continuano ad esistere le disparità sociali, economiche e civili tra Regioni del Nord e del Sud relativamente all’istruzione per tutti i giovani del Paese.

Ricordiamo che il 4 ottobre 2023 scatterà la verifica del Comitato dell’ONU sull’allocazione delle risorse su base territoriale per gli investimenti nella scuola italiana e per come viene gestito il comparto scuola, quasi certamente l’Italia arriverà a questo importante momento totalmente impreparata.

Ricordiamo a questo proposito, che erano previsti tra il 2020 ed il 2021 investimenti per cento milioni di euro per la messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione degli edifici scolastici su tutta Italia.

Ma evidentemente, complice il Covid, non si è avuta alcuna notizia sull’effettiva attuazione dei lavori necessari ed improrogabili per mettere in sicurezza gli edifici scolastici.

Quindi il Sud continua a rimanere con appena il 42% dei suoi edifici scolastici provvisti di certificato di Collaudo.

Se poi pretendiamo di conoscere quanti siano gli edifici scolastici del Sud Italia provvisti di Abitabilità e di Agibilità Igienico Sanitaria allora spunta fuori un vergognosissimo 15 % di tali edifici in possesso  di queste certificazioni.

Di contro il nord possiede il 63% degli edifici provvisti di Abitabilità e uno spettacolare, se confrontato al dato sudista, 67% di edifici provvisti di Agibilità Igienico Sanitaria.

Una intera generazione di ragazzi, complice sempre il Covid, sta subendo il furto del loro sacrosanto diritto di essere giovani, di socializzare, di confrontarsi tra di loro, e di chiedere il diritto allo studio nei giusti luoghi preposti a questa importantissima attività.

Basta a videoconferenze, basta a stupidi tentativi di convincere ed autoconvincersi sulla bontà e qualità dello studio attraverso il web.

I ragazzi hanno il sacrosanto diritto di andare a scuola e di andarci in sicurezza.

Sicurezza che non è soltanto tutela dall’infezione covid, ma anche sicurezza fisica e sociale; sicurezza dei luoghi di studio e sicurezza di far crescere i nostri ragazzi preparati e consapevoli del loro ruolo nella società.

La necessaria ed improrogabile riapertura delle scuole deve avvenire coinvolgendo la scuola nel suo complesso, e coinvolgendo anche i genitori dei ragazzi per una azione condivisa senza alcuna tensione.

L’Ufficio Stampa Sinalp Sicilia

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