Con le criminali esecuzioni di due prigionieri, avvenute il 20 e 19 gennaio a Sanandaj e Zahedan, sono almeno 33 i prigionieri che sono stati giustiziati dalla dittatura religiosa al potere in Iran dal 21 dicembre al 20 gennaio.
Questo macabro numero non include i prigionieri giustiziati segretamente e la cui identità non può essere registrata. Queste esecuzioni hanno avuto luogo nelle prigioni di Ahvaz, Qom, Zahedan, Ardabil, Sanandaj, Karaj, Rasht, Mashhad, Meshkinshahr, Zabol, Tabriz, Yazd e Qazvin.
Tra i giustiziati, tre prigionieri politici della regione Baluch sono stati impiccati a Zahedan il 5 gennaio e tre prigionieri sunniti sono stati impiccati nella prigione di Vakilabad a Mashhad il 27 gennaio con l’accusa di essere ribelli armati contro il regime Nello stesso mese, una prigioniera a Sanandaj e Mohammad Hassan Rezaei, 16 anni al momento del suo arresto, sono stati giustiziati a Rasht dopo 13 anni di prigione.
Il fascismo religioso in Iran sta cercando di prevenire le rivolte popolari aumentando le esecuzioni criminali e arbitrarie, gli arresti diffusi e altre disperate misure repressive.
La resistenza iraniana chiede ancora una volta al Segretario generale, all’Alto Commissario, al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e ad altri organismi per i diritti umani, nonché all’Unione europea e ai suoi Stati membri, di agire immediatamente per salvare i prigionieri nel braccio della morte. Il caso delle brutali e sistematiche violazioni dei diritti umani in Iran deve essere deferito al Consiglio di sicurezza dell’ONU, e i capi di questo regime devono essere assicurati alla giustizia per quattro decenni di crimini contro l’umanità.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
21 gennaio 2021