I rimpatriati dalla Libia plaudono alla liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo, sequestrati da oltre tre mesi a Bengasi.
In un’intervista di solo pochi giorni fa, Giovanna Ortu, storica presidente dell’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia, auspicava il rilascio entro Natale dei 18 sequestrati, sottolineando l’insolita lunghezza del sequestro e lanciando un augurio particolare ai parenti dei pescatori trattenuti in Libia.
Oggi, al contrario, questa notizia inaspettata e benvenuta la coglie felicemente impreparata: “Vale quanto varrebbe la liberazione dell’incubo Covid. Erano in ballo la nostra dignità, le loro vite e l’avvenire già difficile delle loro famiglie!”
A gioire per l’avvenuto rilascio anche Francesca Prina Ricotti, consigliera AIRL ed erede designata dalla stessa Ortu alla presidenza: “Ringraziamo il Governo italiano, nelle persone del premier Conte e del ministro degli Esteri Di Maio per il lieto esito della vicenda. Mi auguro che la lunghissima prigionia e lo stesso sequestro, avvenuto per questioni irrisolte di sconfinamento nelle acque territoriali libiche, sia solo un brutto episodio”.
“Spero – ha concluso Prina Ricotti – che questo sia l’inizio di un rilancio nelle relazioni e soprattutto nella comunicazione tra Italia e Libia, rilancio al quale la comunità dei rimpatriati dalla Libia crede fortemente e del quale vuol essere protagonista”.