“I ritardi sul Recovery Fund rischiano di agevolare le mafie”. Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, in una intervista esclusiva a LaChirico.it, lancia l’allarme, mentre il Governo italiano sembra prigioniero di una trattativa europea dall’esito non scontato. “Bisogna fare in fretta – dice Gratteri –. Come insegna la storia, le mafie hanno sempre cercato di sfruttare epidemie e calamità naturali. Se i fondi europei tardano ad arrivare, si rischia di agevolare chi ha soldi da investire sul territorio e non lo fa certo per generosità. Nel contempo, bisogna tenere gli occhi aperti per evitare che i fondi vadano a finire nelle mani sbagliate”.
E sull’impennata dei reati di usura registrata negli ultimi mesi soprattutto nel Mezzogiorno, Gratteri dice: ‘L’aumento è un segnale da non sottovalutare. Significa che c’è gente che non riesce più ad andare avanti e altra gente che sta cercando di lucrare su queste sofferenze. A finire nella rete degli strozzini spesso sono anche imprenditori e commercianti”. A proposito del maxi processo alla ‘ndrangheta con oltre 450 persone a giudizio, Annalisa Chirico gli chiede se voglia emulare Giovanni Falcone. “C’è molta enfasi, io direi che è una delle tante inchieste che portiamo avanti, frutto del lavoro di squadra. Non è l’indagine di Gratteri ma è un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Mi auguro di farne ancora tante e non cerco affatto di emulare Giovanni Falcone. Falcone era un gigante” mentre sul caso del commissario per la sanità calabrese “Non entro nel merito, sulla sanità calabrese ci sono indagini in corso”.
Su Saviano che ha assolto Maradona per i suoi rapporti con il clan Giuliano, Gratteri dice “Confesso che non seguo il calcio. Posso solo dire che i personaggi pubblici devono stare più attenti degli altri alle persone che frequentano perché sono sempre sotto i riflettori. Maradona veniva da una terra lontana, forse è stato anche mal consigliato”.
Infine sul correntismo che secondo la Chirico lo terrebbe “confinato” a Catanzaro, Gratteri smentisce: “Sono a Catanzaro per mia scelta, non lo ritengo un confinamento. Qui sto bene e faccio la vita che mi sono scelto, non ho rimpianti. Le correnti, animate in origine da buone intenzioni, hanno subito nel tempo una degenerazione che certo non aiuta i cittadini ad avere fiducia nella giustizia”.