Suo lo score finale più basso nella storia del major. Secondi Sungjae Im e Cameron Smith
Uno straordinario Dustin Johnson ha dominato nell’84° Masters Tournament, concluso con 268 (65 70 65 68, -20) colpi, demolendo il record del torneo stabilito con 270 (-18) nel 1997 da Tiger Woods ed eguagliato nel 2015 da Jordan Spieth, dopo aver anche emulato lo score più basso sulle 54 buche (200, -16) appartenente a Spieth (2015), rafforzando la sua leadership mondiale e confermando di essere il giocatore più forte del momento.
Sul percorso dell’Augusta National GC (par 72) di Augusta, in Georgia, dove si è giocato senza pubblico (solo un numero ridottissimo di invitati) e in un clima autunnale, diverso dal solito, perché il torneo è stato programmato per la prima volta a novembre anziché ad aprile causa pandemia, Johnson, 36enne di Columbia (South Carolina), ha siglato dopo una corsa di testa il 24° titolo sul PGA Tour e il secondo in un major dopo quello nell’US Open (2016) per un palmarès che comprende anche sei WGC e la vittoria nell’ultima FedEx Cup.
Inoltre è il terzo successo nelle ultime sette uscite, con tre secondi posti e un ottavo, che ha quasi dell’incredibile se pensiamo che è rientrato da appena due settimane dopo la quarantena per il Covid-19. Inoltre ha ottenuto il titolo da numero uno al mondo 18 anni dopo Tiger Woods (2002) che, come campione uscente, nel consueto cerimoniale di fine gara gli ha consegnato la “giacca verde”.
“Ho attraversato un momento difficile – ha detto Johnson – con i due bogey alle buche 4 e 5, ma il birdie alla 6 mi ha ridato serenità e da quel momento ho adottato con tranquillità le mie strategie e ho espresso un bel gioco. Mi aiutato molto mio fratello Austin, che mi ha fatto da caddie. E’ stato un ottimo lavoro di coppia e alla fine siamo scoppiati tutti e due a piangere per la gioia. Il record? Lo vengo a sapere ora, ma ammetto che le condizioni del campo mi hanno sicuramente agevolato perché quando la gara si disputa in primavera è più difficile. Il primato vale fino a un certo punto, quello che conta è la vittoria e sono talmente contento che faccio fatica a parlare”.
Johnson ha condotto il giro finale in 68 (-4) colpi con sei birdie e due bogey lasciando a cinque lunghezze due avversari bravi, giovani e tenaci come il coreano Sungjae Im e l’australiano Cameron Smith, secondi con 273 (-15), che hanno tentato di insidiarlo fino a quando non ha innestato il turbo con tre birdie di fila nel finale. Si sono un po’ persi e sono usciti dalla corsa al titolo, dopo essere stati in vetta con il vincitore nel secondo turno, Justin Thomas, quarto con 276 (-12), e Jon Rahm, settimo con 278 (-10) insieme a Brooks Koepka e a C.T. Pan. In quinta posizione con 277 (-11) Dylan Frittelli e Rory McIlroy, che ha recuperato molto negli ultimi due giri, ma rimandando ad altra occasione la possibilità di completare il Grande Slam con l’unico major che non ha ancora vinto. Decimo Patrick Reed con 279 (-9) e 23° con 283 (-5) Justin Rose. Ha deluso Bryson DeChambeau, ritenuto il favorito dai bookmakers, che ha bruciato le sue chances con un secondo giro, svolto in due frazioni, da incubo dove ha evitato il taglio di misura per poi finire 34° con 286 (-2). In bassa classifica Jordan Spieth, 46° con 289 (+1) e Phil Mickelson, 55° con 291 (+3).
Onore a Bernhard Langer, 29° con 285 (-3) che all’età di 63 anni, 2 mesi e 18 giorni è divenuto il giocatore più anziano nella storia del Masters a superare il taglio battendo il precedente record di Tommy Aaron (63 anni, 1 mese, 16 giorni) stabilito nel 2000. È uscito dopo 36 buche Francesco Molinari, 81° con 150 (72 78, +6), alla terza gara dopo una lunga pausa di sette mesi per il lockdown e per il trasferimento da Londra a Los Angeles.
Un “10” per Tiger Woods – Tiger Woods è terminato al 38° posto, scendendo dal 20°, con 287 (-1) colpi dopo un parziale di 76 (+4) maturato soprattutto per un’incredibile “10” alla buca 12 (par 3), dove è andato tre volte in acqua e al quale ha comunque reagito da grande campione con ben cinque birdie nelle sei buche conclusive. Nel complesso, oltre al “10” anche sei birdie e tre bogey.
Ha perso il primato relativo allo score più basso sul torneo, ma gli resta quello del maggior distacco (dodici colpi) inflitto al secondo in quella occasione, Tom Kite, e con Costantino Rocca quinto. Nel prossimo aprile avrà l’occasione per puntare al sesto Masters, come era nelle sue intenzioni alla vigilia, per emulare Jack Nicklaus, mentre per l’83° successo con cui diventerebbe il recordman assoluto di titoli acquisiti nel PGA Tour, che ora condivide a 82 con Sam Snead, appuntamento dalle prossime gare a cui prenderà parte.