Il Nagorno Karabakh è la parte montuosa del Karabakh, territorio storico dell’Azerbaigian. Il nome stesso deriva da due parole azerbaigiane: “qara” – nero e “bağ” – giardino. Dopo la dissoluzione dell’Urss, l’Armenia ha avviato un’aggressione militare contro l’Azerbaigian, occupando il 20% dei territori riconosciuti internazionalmente dell’Azerbaigian, inclusa la regione del Nagorno Karabakh e sette distretti adiacenti, realizzando una pulizia etnica contro tutti gli azerbaigiani (più di 750 mila) in questi territori e compiendo crimini di guerra e un genocidio contro civili azerbaigiani nella città di Khojali.
Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite (822, 853, 874 e 884 del 1993) e dell’Assemblea Generale (62/243 del 2008), le decisioni di altre organizzazioni internazionali, nonché tutti gli Stati Membri delle Nazione Unite, tutti ignorati da parte dell’Armenia, hanno riconosciuto il Nagorno-Karabakh come parte della Repubblica dell’Azerbaigian, e hanno confermato la sovranità, l’integrità territoriale e l’inviolabilità dei territori internazionalmente riconosciuti dell’Azerbaigian e hanno richiesto all’Armenia l’immediato ritiro delle forze armate armene per permettere il ritorno dei profughi nelle proprio terre. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nella sua sentenza del 16 giugno 2015 sul caso Chiragov e altri c. Armenia ha concluso che “il Nagorno- Karabakh e altri territori circostanti sono ora sotto occupazione” ed è l’Armenia “che esercita un controllo effettivo sul Nagorno-Karabakh e territori circostanti”.
A partire dal 27 settembre 2020 le forze armate della Repubblica dell’Armenia stanno deliberatamente ed intenzionalmente prendendo di mira obiettivi umani e infrastrutturali civili della Repubblica dell’Azerbaigian, causando la morte di 92 civili azerbaigiani, e il ferimento di 404. I due bombardamenti durante la notte dell’11 e del 16 di ottobre scorso, con l’uso di razzi a grappolo contro la seconda città più grande dell’Azerbaigian, Ganja, a 100 km di distanza dalle zone del conflitto, ed anche contro la città di Barda il 27-28 ottobre 2020, da parte dell’Armenia, rappresentano evidenti atti di crimine di guerra contro la popolazione civile azerbaigiana.
Noi, i membri della comunità azerbaigiana in Italia e gli Amici dell’Azerbaigian SAREMO IN Piazza DEL Popolo A Roma il 7 novembre dalle ore 14:00 ALLE ORE 16:00 per chiedere alle autorità italiane di:
• condannare la politica di aggressione e l’occupazione militare della Repubblica dell’Armenia contro la Repubblica dell’Azerbaigian;
- condannare l’Armenia per l’uccisione della popolazione civile;
• chiedere l’immediata implementazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (822, 853, 874 e 884 del 1993) e dell’Assemblea Generale (62/243 del 2008); - chiedere l’immediato, l’incondizionato e il completo ritiro delle forze armate dell’Armenia dai territori occupati della Repubblica dell’Azerbaigian;
• chiedere di rispettare il diritto di oltre 1 milione di rifugiati e profughi azerbaigiani che vogliono tornare nelle loro terre native.
L’Unione Azerbaigian Italia e le associazioni organizzatrici sperano che i rappresentanti di tutte le forze politiche italiane si uniscano all’opinione pubblica e condannino senza se e senza ma l’aggressione ingiustificata contro l’aspirazione alla libertà e alla pace del popolo azerbaigiano.
Roma, 7 novembre 2020
Azerbaigian Italia Unione