Calabria: Covid, su Cotticelli e Crocco D’Ippolito (M5S) ricorda il monito dei 5 Stelle, “la loro inadeguatezza non si può scoprire oggi e la Regione ha gestito l’emergenza fino all’autunno”

«Che Cotticelli e Crocco debbano essere sostituiti è evidente quanto lo sono le gravi carenze ed incertezze nella sanità calabrese in questa terribile pandemia». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, che ricorda: «I due commissari alla sanità della Calabria avrebbero fatto meglio a dimettersi. Infatti, di recente avevano soltanto annunciato la loro uscita di scena, in seguito alle pesanti contestazioni ricevute all’ultimo tavolo interministeriale di verifica degli adempimenti del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale. A marzo dello scorso anno avevamo avvertito che in una regione con la sanità commissariata non poteva affatto essere delegata la presidente della giunta regionale per la gestione dell’emergenza Covid, rimasta in capo alla medesima per diversi mesi. In ogni sede avevamo segnalato e argomentato l’inadeguatezza di Cotticelli e Crocco, che certamente non si può scoprire oggi, dopo l’imbarazzante intervista rilasciata dal primo, che non manleva la seconda, alla trasmissione Rai Titolo V». «Da tempo – continua il parlamentare del Movimento 5 Stelle – ripeto, e l’ho rimarcato nei giorni scorsi, che le polemiche devono cessare, che a stretto giro governo e Regione devono concordare un piano per l’emergenza Covid volto ad attivare alla svelta nuovi posti letto, ad assumere il personale sanitario indispensabile, a reperire strumenti per le cure e il monitoraggio dei casi, nonché per il tracciamento dei contatti e per garantire il corretto funzionamento del sistema di tutela della salute». «Con il nuovo decreto Calabria– conclude D’Ippolito – è possibile, ma con ben altra struttura commissariale, risolvere tutte quelle criticità che si sono registrate nei mesi scorsi; a partire dalla precarietà gestionale delle aziende del Servizio sanitario calabrese, dalla sovrapposizione di poteri, dalla dilatazione dei tempi burocratici per il potenziamento delle terapie intensive e dalla poca attendibilità e trasparenza, imputabile in primo luogo alla Regione, dei dati riguardanti i casi positivi».

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