ATTENTATO ALL’UNIVERSITÀ A KABUL E GUERRA APERTA NELL’HELMAND: NON C’É PACE PER L’AFGHANISTAN

 

 

Questa mattina, un commando di uomini armati è penetrato nell’università di Kabul. Dall’esterno del campus è stato possibile distinguere esplosioni e diversi colpi di arma da fuoco. Per ora negli scontri sono rimasti uccisi quattro studenti, mentre altri undici sono risultati feriti.

 

“Al nostro Centro chirurgico per vittime di guerra abbiamo ricevuto due studenti, che si sono rivolti a noi dopo aver saltato il muro dell’università per scappare. Purtroppo, qui a Kabul le violenze non si sono mai fermate: le esplosioni di piccoli ordigni contro le macchine di esercito e polizia sono quotidiane,” dichiara Marco Puntin, Programme Coordinator di EMERGENCY in Afghanistan.

Secondo fonti locali, un gruppo di uomini con armi leggere sarebbe entrato all’interno del campus dall’ingresso sud e si sarebbe diretto verso la facoltà di Giurisprudenza, dove le autorità avrebbero dovuto inaugurare una mostra di libri afgani e iraniani. Non è chiaro se vi sia un nesso fra l’incursione e l’esposizione.

 

Al momento, sono ancora in corso scontri fra i membri delle Unità di crisi, le Forze speciali afgane e gli assalitori. Non è quindi chiaro quale sia il numero reale delle vittime.

 

“A preoccuparci è la situazione di tutto l’Afghanistan. Nell’Helmand ormai si combatte giorno e notte: anche questa mattina nel nostro Centro chirurgico per vittime di guerra di Lashkar-gah abbiamo ricevuto undici pazienti, il cui convoglio è stato colpito da una mina durante una imboscata vicino a Bolan, nella periferia della città,” prosegue Puntin.

 

A partire dalla notte dello scorso 11 ottobre, la regione dell’Helmand è stata scossa da una nuova ondata di combattimenti fra le Forze di sicurezza afgane e i talebani, che stanno cercando di riconquistare l’area.

 

Nonostante l’avvio dei dialoghi di pace fra il governo della Repubblica Islamica dell’Afghanistan e i negoziatori talebani a Doha dello scorso settembre, questa settimana 27 province sono state coinvolte in scontri tra le diverse fazioni armate.

 

Secondo il report della Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan pubblicato la scorsa settimana, quest’anno il conflitto ha già provocato 5.939 vittime civili fra morti e feriti, tra cui 1.800 bambini. Nel periodo che va dal 12 – inizio dei negoziati di pace – al 30 settembre non si è registrata alcuna riduzione del numero di civili coinvolti nelle azioni delle parti in causa.

 

“Sono ormai settimane che non riceviamo notizia di alcun progresso nei dialoghi di pace, mentre sul terreno le violenze hanno ormai ripreso a piena intensità. L’unica cosa che possiamo fare è continuare a tenere aperti i nostri ospedali, e rinnovare il nostro appello a un cessate il fuoco,” conclude Puntin.

 

EMERGENCY è presente in Afghanistan dal 1999 con due Centri chirurgici per vittime di guerra nelle località di Kabul e Lashkar-gah, un Centro chirurgico e pediatrico e un Centro di maternità ad Anabah e una rete di 44 Posti di primo soccorso.

 

Nel corso di quest’anno, i suoi ospedali hanno finora ricoverato oltre 3.300 pazienti con ferite provocate dalla guerra.

 

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