INCOMPATIBILITA’

Al grido Allah Akbar! stanno susseguendosi efferate uccisioni in un Occidente affetto da passività, disinteressato della sua stessa civiltà che sta volgendosi al declino secondo autorevoli voci anche dello scorso secolo.

Ed è intanto l’Occidente ancora pronto, almeno da parte di taluni sfoderanti obiettività, a scusare l’Islam rinvangando il passato delle Crociate, senza avere cognizione delle reali motivazioni che ad esse portarono, le quali, più che nell’ordine religioso, vanno ricercate nel desiderio di dominio e negli interessi economici.

 Nel secolo decimo le irruzioni saracene produssero la distruzione della magnificenza magno-greca di Taranto a tal punto che di essa restano soltanto due colonne; e poi nel Quattrocento e nel Cinquecento tante le irruzioni turche per le quali si ha memoria dei martiri di Otranto, 813 abitanti uccisi il 14 agosto 1480 per aver rifiutato la conversione all’Islam dopo la caduta della città, e di Gravina e di numerose città e borghi del nostro Sud.

L’invasione finalizzata alla islamizzazione venne dalle forze cristiane riunite fermata il 7 ottobre 1571 nella battaglia di Lepanto, così la nostra civiltà non fu allora sopraffatta. Ma eravamo ancora lontani dall’annuncio di Nietzsche, dal “Dio è morto” che porta con sé la morte dei valori su cui l’Occidente si reggeva.

Nel nuovo millennio l’aggressione mostra fronti diversi, attacco e insinuazione, e non va esclusa la matrice dei giochi politici ed economico-finanziari che crea ostilità, come nei recenti rapporti tra Francia e Turchia che costituiscono per alcuni motivazione delle decapitazioni del professore parigino e dei fedeli nella cattedrale di Nizza.

Intanto l’Occidente è divenuto spiritualmente debole, come da decenni filosofi e storici e anche semplici studiosi vanno annunciando. Già all’inizio degli anni Novanta si poteva, oltre che in pubblicazioni, cogliere nel conversare su certi temi la preoccupazione per l’avanzare dell’Islam con cui –si diceva- avrebbe l’Occidente dovuto nel nuovo millennio fare i conti. E li ha cominciati a fare dall’11 settembre del 2001.

Oggi c’è un riportare ogni evento drammatico alla matrice terroristica, volendo fare per l’Islam un distinguo. Si è detto così anche per gli sgozzati all’interno della Cattedrale di Nizza, mentre alcuni hanno ancora una volta rilevato l’errore del distinguo, tra cui Marine Le Pen che ha dichiarato: “Dobbiamo smetterla di combattere solo il terrorismo, ma rivolgerci anche contro l’ideologia che lo arma, ovvero l’islamismo. Certamente c’è un legame con le minacce ricevute dall’estero, ma non abbiamo mai agito in modo diplomatico, per esempio contestando alla Turchia la presenza nella Nato, o interrogandoci sui nostri legami con il Qatar che finanziano e sostengono questa ideologia”.

Ma già nel 2005 Oriana Fallaci in un articolo intitolato “Il nemico che trattiamo come amico” (Corriere della Sera, 16 luglio 2005) voleva che l’Occidente prendesse coscienza della incompatibilità del credo coranico con quello di Cristo scrivendo: “Continua anche la panzana che l’Islam è una religione di pace, che il Corano predica la misericordia e l’amore e la pietà. Come se Maometto fosse venuto al mondo con un ramoscello d’ulivo in bocca e fosse morto crocifisso insieme a Gesù. L’Islam è il Corano e il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti umani. E’ incompatibile con il concetto di civiltà”. E considerava che l’Occidente accoglie un nemico che non si riconosce più perché ha l’aspetto occidentale ma continua ad odiarci perché crede in Allah “che invece dell’amore insegna l’odio, che attraverso il Corano chiama cani-infedeli coloro che credono in un altro Dio e ordina di punirli. Di soggiogarli, di ammazzarli”.

E’ un ordine difficile da sradicare, così l’Occidente è al presente assalito da due nemici invisibili, dal Covid 19 che speriamo possa essere quanto prima debellato, dall’ideologia di morte che aggredisce insinuandosi, contro cui le nostre armi sono, purtroppo, per debolezza spirituale, spuntate.

                                                      Antonietta Benagiano

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