ALLEVAMENTI ITALIANI INSOSTENIBILI, LO SVELA STUDIO TEAM DI RICERCA UNIVERSITÀ DELLA TUSCIA SUL BILANCIO ECOLOGICO DEL SETTORE. GREENPEACE: LA PAC NE TENGA CONTO

ROMA, 19.10.20 – Allevamenti intensivi e agricoltura stanno consumando una volta e mezza le risorse naturali dei terreni agricoli italiani. A rivelare per la prima volta questo deficit uno studio condotto da ricercatori dell’Università degli Studi della Tuscia che, insieme a Greenpeace Italia, si è interrogata sulla reale sostenibilità degli allevamenti italiani, misurandone il bilancio ecologico.

Pigs in factory farms in Germany. Intensive livestock farming on slatted floor, in density, with docked tails, in excrement and dirt.
Schweine in Massentierhaltung im Stall in Deutschland. Die Tiere stehen auf Spaltenboden, in Kot, mit kupierten Schwaenzen, in Enge und Dreck.

«In Italia agricoltura e zootecnia sono nel loro insieme insostenibili e creano un deficit fra domanda e offerta di risorse naturali» spiega Silvio Franco, docente del dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa dell’Università della Tuscia e autore dello studio. «L’impatto ambientale dell’insieme delle attività di coltivazione e di allevamento è pari a circa una volta e mezza le risorse naturali messe a disposizione dai terreni agricoli italiani.» In questo squilibrio gli allevamenti giocano un ruolo rilevante, considerando che da soli richiedono il 39 per cento delle risorse agricole italiane solo per compensare le emissioni di gas serra derivate da deiezioni e fermentazione enterica degli animali allevati.

Pigs in factory farms in Germany. The sows are held in narrow gestation crates. Intensive livestock farming on slatted floor, in density, with docked tails, in excrement and dirt.
Schweine in Massentierhaltung in Deutschland. Die Sauen werden im engem Kastenstand gehalten. Die Tiere stehen auf Spaltenboden, in Kot, mit kupierten Schwaenzen, in Enge und Dreck.

L’indicatore utilizzato è quello dell’impronta ecologica, che stima l’impatto di un dato settore in rapporto alla capacità del territorio (biocapacità) di fornire le risorse necessarie e assorbire i rifiuti o le emissioni prodotte. In questo caso su un lato della bilancia sono state messe le sole emissioni dirette degli animali allevati, sull’altro le risorse naturali che la superficie agricola italiana fornisce. Si tratta quindi di una stima conservativa, che non prende in considerazione altre fasi della filiera come l’importazione e la produzione di mangimi, o l’energia utilizzata.

Inside a factory farm in Thuringia, Germany. Sows are held in narrow gestation cages with little room and low hygienic standards.
Schweine in einem Massentierhaltungsbetrieb in Thueringen. Die Sauen werden in Kastenstaenden gehalten.
Gut Thiemendorf, Thueringen

Più della metà dell’impronta ecologica del settore zootecnico dipende dalle regioni del Bacino Padano e quello della Lombardia contribuisce da solo per oltre un quarto all’impatto nazionale e sta divorando il 140% della biocapacità regionale. La Lombardia dovrebbe avere una superficie agricola di quasi una volta e mezzo quella attuale per compensare le sole emissioni degli animali allevati sul suo territorio. I dati lombardi evidenziano cosa accade quando si registra un’elevata densità di capi in un territorio con limitata bioproduttività, condizione simile alle altre regioni padane: Veneto (64%), Piemonte (56%), Emilia-Romagna (44%). A sud, prima per percentuale di impatto è la Campania (52%).

The Po Valley is the Italian area with the highest concentration of factory farms. The environmental impacts on air, soil and water of these activities are causing concerns and inconveniences among local communities.
La Pianura Padana è l’area italiana con maggiore concentrazione di allevamenti intensivi. Gli impatti ambientali su aria, suolo e acqua di queste attività stanno destando preoccupazione e disagi tra gli abitanti di queste zone

Il Parlamento europeo è chiamato nei prossimi giorni a esprimersi sulla PAC (Politica Agricola Comune), e desta forte preoccupazione l’accordo trasversale firmato da Popolari (PPE), Socialisti (S& D) e Renew, che rischia di cancellare gli obiettivi “green” della strategia.

The Po Valley is the Italian area with the highest concentration of factory farms. The environmental impacts on air, soil and water of these activities are causing concerns and inconveniences among local communities.
La Pianura Padana è l’area italiana con maggiore concentrazione di allevamenti intensivi. Gli impatti ambientali su aria, suolo e acqua di queste attività stanno destando la preoccupazione degli abitanti di queste zone

«Il voto sulla futura PAC è un momento decisivo per tagliare i fondi agli allevamenti intensivi e destinare risorse per una vera riconversione ecologica del settore. I nostri europarlamentari devono dare ascolto alla scienza» dichiara Federica Ferrario responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. «Sul fronte Italiano è la stessa ministra Bellanova ad affermare che serve una visione della politica agricola che ponga al centro il contrasto all’emergenza climatica»  – continua Ferrario, riferendosi all’intervista rilasciata a Greenpeace dalla ministra – «I numeri mostrano che gli attuali livelli di produzione sono insostenibili per l’ambiente e poco remunerativi per tanti allevatori italiani, mentre gli esperti confermano che le soluzioni tecnologiche non bastano a ridurne gli impatti. È ora di considerare seriamente una riduzione della produzione e del consumo di prodotti di origine animale, a vantaggio della qualità, della salute e dell’ambiente».

Aerial view of the pig factory farm of Società Agricola Biopig Italia di Cascone Luigi & C. Società Semplice in Schivenoglia, a small village in Italy’s Lombardia region. The farm holds around 4,500 pigs. In the area there is a high concentration of intensive pig farms. A local committee is fighting against their expansion and against the construction of new installations.

Invertire la rotta si può. «Una maggiore attenzione a salute e alimentazione può comportare un vero e proprio cambiamento di sistema, che porti a produrre, ma anche, a consumare meno» spiega Riccardo De Lauretis, responsabile dell’area emissioni e prevenzione dell’inquinamento atmosferico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), in accordo con Adrian Leip, dell’Unità Food Security del Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC) «Studi fatti finora mostrano come le tecnologie che abbiamo a disposizione nel settore allevamenti non saranno sufficienti per rispondere alle ambizioni di riduzione dell’effetto serra».

Basins for the storage of effluents at an intensive pig farm. After storage animal excrements are spread on fields, contributing to the pollution of air, soil and water.
Invasi per lo stoccaggio di liquami presso un allevamento intensivo di suini. Le deiezioni animali raccolte vengono successivamente sparse sui campi, contribuendo all’inquinamento di aria, suolo e acqua.

Leggi il rapporto di Greenpeace “Il peso della carne”.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: