IL PUNTO   n. 785 dell’ 8 ottobre 2020    di MARCO ZACCHERA

Sommario: RIFLETTIAMO SUL CENTRO DESTRA – DISSENTO DA PAPA FRANCESCO – LA LAPIDAZIONE DI TRUMP – COVID IN CINA?

APPELLO AL CENTRO DESTRA

Esauriti i turni di ballottaggio è corretto prendere atto che il centro-destra non ha vinto le recenti elezioni amministrative e che Conte, Zingaretti & C. con l’aiuto del Colle si avviano a finire più o meno tranquilli la legislatura con l’elezione di un Mattarella-bis e dando un arrivederci alle elezioni fino al 2023.

Unici impedimenti una ulteriore spaccatura nel M5S (ma comunque con parlamentari che certo non vorranno finire anzitempo il proprio irripetibile mandato) o uno stop dei promessi aiuti europei e conseguente emersione dello spaventoso buco di bilancio che si è prodotto in questi mesi, sapientemente minimizzato dai media mai come ora allineati e coperti.

Un deficit al 158% sarà un macigno sulle prossime generazioni, ma non fa fino parlarne e quindi avanti con i pannicelli caldi dei bonus-acchiappavoti, distrazione di massa sul mettere o meno le mascherine che per i conti pubblici qualche santo poi provvederà.

Mai come ora – se in Italia esiste una maggioranza silenziosa – è ora che esca fuori, ma il centro-destra senza perder tempo deve chiedersi seriamente se e come voglia rappresentarla. Perse ideologie, ideali e valori di riferimento nella semplificazione (o deriva) politica di questi anni tutto comincerebbe con l ’identificazione di un/una leader di riferimento e con il sostenere convintamente pochi punti programmatici chiari, sostenibili e condivisi.

Sembrerebbe facile e invece non lo è, soprattutto perché due anni e mezzo sono lunghi da passare e (come è accaduto per Salvini) c’è un fortissimo rischio di veloce logoramento dell’immagine di chiunque, oltre alle puntuali e prevedibili incursioni giudiziarie.

Un leader condiviso non si vede all’orizzonte, intendendo un personaggio che soprattutto sia in grado di catalizzare su di sé le preferenze di quella fetta di elettori in bilico al centro e sul crinale del “non voto” capaci di assegnare (finalmente) la vittoria a uno schieramento che spesso sembra avvicinarsi al risultato, ma poi lo manca all’ultimo ostacolo.

L’Italia è un paese – lo ricordava giustamente Pinuccio Tatarella – dove il 60% degli elettori è storicamente contro la sinistra ma spesso non trova stimoli per uscire dal disinteresse. Forse solo Zaia e la Meloni hanno ancora spazio di crescita, con Toti e Giorgetti in seconda fila, mentre Salvini ha più che raddoppiato i voti della Lega rispetto a pochi anni fa ma – non sempre per colpa sua – rischia di non essere più trascinante e convincente limitandosi a gestire con credibilità soltanto il tema della sicurezza. Su altre tematiche, in primis l’economia, non sembra avere soluzioni alternative, anche per i limiti evidenti di parte della sua classe dirigente.

Senza leader carismatici il centro-destra potrebbe allora muoversi su una strada inversa partendo dal programma (soprattutto quello economico) per gestire al meglio il post-pandemia e su questo costruire il suo futuro?

Forse un compito ancora più difficile perché covano per l’Italia situazioni decotte ed insostenibili a livello di debito pubblico, sacche di inefficienza e malaffare nell’amministrazione ai diversi livelli e soprattutto cattive abitudini fiscali ed economiche di tutti, più da sopravvivenza che da crescita.

La strategia del centro-destra potrebbe essere quella di rischiare di perdere consensi immediati spiegando ,bene agli italiani la verità della situazione e sapendo poi gestire in modo convincente la ripresa e l’ondata di rivolta e di protesta che si scatenerà contro il governo al potere quando questi nodi verranno comunque al pettine. Purtroppo una Margaret Thatcher italiana non c’è all’orizzonte e comunque servirebbero intese programmatiche “blindate” per il contenimento della spesa pubblica, sburocratizzazione vera, Giustizia costretta a lavorare in modo autonomo e più efficiente, rapporti chiari con l’Europa e su tanti altri aspetti che i lettori conoscono benissimo.

Di sicuro occorre perdere il taglio demagogico e saper studiare, approfondire, sperimentare, “firmare un contratto” anche fatto di sacrifici con gli italiani per una ristrutturazione vera dello stato. E’ inutile promettere altri rivoli di spesa pubblica, altre Casse per il Mezzogiorno, spingere verso altre illusioni.

Giocare piuttosto la carta delle competenze rispetto all’attuale livello di ignoranza generalizzata e di superficialità che domina a tutti i livelli e dove il vecchio PD raccoglie soprattutto per esperienza nella gestione del potere gli spazi nuovamente lasciati liberi dal M5S che – proprio per le sue incompetenze e demagogie – è durato lo spazio di un mattino dimostrandosi solo sterile contenitore di proteste.

Ma c’è davvero questa volontà – per esempio costituendo subito un “governo ombra” di riferimento programmatico – oppure c’è invece solo l’obiettivo a breve di cannibalizzare gli alleati per conquistare qualche voto in più, ma senza una strategia a lungo termine?

Il prossimo appuntamento saranno le elezioni comunali delle quattro più importanti città d’Italia: non sarebbe fondamentale scegliere per tempo nuovi metodi per individuare candidati vincenti o – una volta di più- conterà solo la loro casacca con scelte fatte all’ultimo minuto? In questo caso una nuova sconfitta amministrativa sarà ampiamente preannunciata mentre – almeno a Milano e Roma – ci sarebbero davvero concrete possibilità di vittoria.

DISSENTO DA PAPA FRANCESCO

E’ lecito per un cattolico dissentire dal Papa? Con amicizia e rispetto penso di sì, e lo scrivo con tristezza.

Credo che l’ ultima enciclica di Francesco (che per ora non ho letto in originale, ma solo per sunti di stampa) sia giusta, oso dire ovvia, ma del tutto “politica” ed intempestiva. E’ giusto il richiamo del Papa al Vangelo e alla necessità di accogliere ed aiutare tutti, ma soprattutto in questo momento rappresenta una lettura politica e parziale alla situazione nel mondo oltrechè – sul piano interno italiano o delle elezioni USA – una evidente scelta di campo.

Credo che insieme alle questioni sollevate dall’enciclica ci siano ben altre, urgenti e numerose tematiche sulle quali il Papa dovrebbe finalmente esprimersi con altrettanta determinazione perché milioni di cattolici sentono sempre più fredda una Chiesa tutta protesa sul “sociale” e l’immigrazione, ma che rischia di dimenticare le realtà delle proprie comunità dove già sono innumerevoli i problemi e le difficoltà, compresa la stessa sopravvivenza di una Chiesa sempre più lontana dalla società. Scrivere che “l’emigrazione è un diritto” e non prendersela apertamente con i governanti scellerati di mezzo mondo che la creano o con chi ne fa oggetto di speculazione e di traffico è un controsenso. Così come non denunciare chi ha le massime responsabilità per l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse della terra ed alludo alle grandi nazioni nel mondo, ma in primis a quella Cina comunista per la quale papa Francesco sembra invece nutrire una silenziosa e ambigua tolleranza, così come sono incomprensibili molte scelte vaticane in politica estera

Perché Francesco non richiama per esempio anche le responsabilità delle Conferenze Episcopali cattoliche in molte nazioni del mondo che potrebbero localmente creare una rete di “pre-organizzazione” all’ emigrazione controllata o gestire meglio le risorse per aiutare le persone a non emigrare? Perché diventa prioritaria l’accoglienza al migrante e non l’aiuto – per esempio – a milioni di cattolici abbandonati anche in Italia nelle case, negli ospedali o negli ospizi? Quante domande vorrei rivolgere a chi deve godere sempre del rispetto di tutti i fedeli, ma che nell’ indicazione delle “priorità” lascia per lo meno perplessi.

LAPIDATE TRUMP

Va bene, si è capito quanto Donald Trump stia antipatico ai media italiani visto che è quotidianamente dipinto come un pericoloso ed irresponsabile criminale, imperterrito sciupafemmine, evasore fiscale, untore Covid, sporco razzista e guerrafondaio, ma non esageriamo. Trump perderà le elezioni raccogliendo più o meno l’ 1% dei voti (altrimenti milioni di americani sarebbero come lui dei pazzi scatenati) ma non può essere accusato di tutto e per tutto, compreso l’esatto contrario. Se parla sbaglia, se tace sbaglia, se invita il paese a reagire sbaglia, se parla senza mascherina sbaglia, se va in TV sbaglia, se twitta sbaglia, se parla è solo per insultare (Biden invece è un forbito chierichetto), se saluta a distanza senza mascherina sbaglia…e basta!  Se i sondaggi sono così rosei per i democratici (che sono invece tutti onesti, bravi, incorrotti, pettinati, educati, ecologisti, interetnici, aperti al sociale ecc.ecc.) perché preoccuparsi tanto?

Visto che negli USA si vota più o meno liberamente il risultato dovrebbe essere scontato anche se comincio però a pensare che molti voteranno Trump solo perché non ne possono più della sfacciata partigianeria dei media. Senza dimenticare gli interessi di quegli enormi gruppi finanziari che – dopo aver lautamente finanziato Biden con somme enormi – brinderanno alla certa sconfitta di Donald e di quei quattro fascisti idioti, grassi ed antipatici che ancora gli vanno dietro.

COVID CINESE

Si potrebbe avere notizie della attuale diffusione del Covid in Cina? Visto che è nato lì ed ha felicemente convissuto per mesi con quella popolazione senza che le autorità cinesi lo dicessero al mondo, come va adesso la diffusione dell’epidemia nella “casa madre”? Chissà se è arrivata una seconda ondata, quali precauzioni sono in vigore, quali siano le novità

Sottolineato che la Cina sarà quest’anno l’unico paese al mondo con un aumento del PIL – visto che esporta dai monopattini ecologici ai prodotti sanitari – sarebbe interessante saperlo, ma non si sa. Morti, contagiati, nuovi casi? Silenzio, né l’ OMS lo chiede a Pechino. Lineare esempio di libertà e coscienza democratica.  Stessi silenzi se qualcuno chiede cose precise risposte al nostro fantomatico “Comitato scientifico “: se perfino il viceministro della salute chiede e viene zittito c’è poco da aggiungere: emergenza sì, trasparenza zero.

GENTE DI LAGO: SECONDO VOLUME

E disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e nuovi racconti  del Lago Maggiore ”   Il volume riprende quello uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine – tutte a colori – ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche.

Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.

Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori locali che con quest’opera hanno voluto riprendere il successo di “NELLE RETI DEL TEMPO”, una raccolta di foto e testi storici uscita oltre 10 anni fa ed oggi introvabile.

GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano con dedica! – al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.

Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.Per spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco.

UN SALUTO A TUTTI                                                           marco zacchera

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