Gli incontri, sul tema del bioregionalismo, dell’ecologia profonda e della spiritualità della natura, in Italia, sono iniziati sin dal 1984, presso il Circolo Vegetariano VV.TT. di Calcata, su ispirazione della rivista AAM Terra Nuova, però dal punto di vista formale la Rete Bioregionale Italiana nacque ad Acquapendente (Vt), nel parco di Monte Rufeno, nella primavera del 1996, su iniziativa della rivista Frontiere edita da Arianna Editrice.
Quindi le proposte politiche e sociali relative all’attuazione bioregionale ebbero “inizio” ufficialmente in quell’anno.
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Personalmente fui uno dei fondatori della Rete bioregionale in Italia e sono rimasto nella Rete malgrado le correnti avverse che, come spesso accade, hanno suddiviso il gruppo iniziale in rivoli e rivoletti con varie etichette. Nel frattempo, a mano a mano che qualcuno usciva c’è stato anche qualcuno che entrava e tutto sommato possiamo dire che il movimento ecologista profondo, facente riferimento alla Rete Bioregionale Italiana, è tutt’ora vivo e vegeto e fortemente operativo.
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Una chicca storica sulle azioni bioregionali del passato ve la voglio sottoporre, si tratta di un comunicato stampa ripreso da Antonello Palieri dell’ADNkronos, risalente al 1996. Non so se ricordate che in quell’anno Umberto Bossi aveva iniziato il pattugliamento sul fiume Po, per promuovere il suo federalismo separativo. Noi partimmo da Calcata ed organizzammo un contro-presidio, sulle rive del Po. Potranno testimoniarlo Antonio D’Andrea di Capracotta ed anche Lina Boner di Verona, che erano presenti, ed altri che ora non ricordo.. Ah, c’era pure Stefano Disegni, il vignettista, che aveva disegnato il logo del nostro Ostello per Erbivori.
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Lì sul Po, in provincia di Mantova, vissi una esperienza mista.
Eravamo arrivati al mattino presto, la natura era molto bella, passeggiai in lungo ed in largo sulle sponde del fiume, mentre i navigli della Lega facevano avanti ed indrè sull’acqua limacciosa, A contrastarli c’era una mongolfiera della Lega per l’Ambiente ormeggiata a terra, con tanti bei colori… Ma la lunga giornata al sole mi aveva proprio incocciato.. ed infatti ricordo che dovetti andare a rifugiarmi in un boschetto per sfuggire ai cocenti raggi e perciò non potei intervenire sul palco dove si tenevano gli interventi. Ma Stefano Disegni disse qualcosa su di noi, tanto per stabilire la nostra presenza. Sostanzialmente la proposta da noi portata avanti, di attuazione del bioregionalismo, è sotto riportata dall’Adnkronos. Ah ricordo che finimmo pure in prima pagina su La Repubblica….
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Storico flash di agenzia: BIOREGIONALISMO LA PROPOSTA SARA’ RILANCIATA SUL PO IL 15 SETTEMBRE
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Roma, 30 ago. 1996 (Adnkronos) – ”Bossi faccia pure il suo raduno fluviale il 15 settembre, noi ci batteremo per il riconoscimento di un nuovo ordinamento regionale basato sul ”bioregionalismo” (luoghi riconoscibili per le affinità culturali, dialettali, della flora e della fauna) e su effettive automonie locali.” Lo dichiara il Presidente del Circolo vegetariano VV.TT. di Calcata, Paolo D’Arpini che la settimana scorsa ha lanciato ”con grande successo” la proposta del bioregionalismo. ”Il 15 settembre, giorno dell’imbarazzante ‘uscita fluviale’ di Bossi, noi riproporremo l’Italia dei bioregionalismi e del federalismo effettivo che ci unisca nel nome d’Italia -ma nel rispetto autentico delle autonomie- e non separi quanto e’ stato unito attraverso drammatiche e secolari vicende.”
”Lo riproporremo in tre diverse sedi e manifestazioni: il primo sull’altra sponda del Po, davanti a Ponte di Legno (nell’ambito di una manifestazione dell’Unione italiana ed Europea), il secondo nell’incontro di San Benedetto del Po, organizzato dai verdi della Regione Lombarda ed infine il terzo a Calcata, nella Valle del Treja, per rilanciare il modello etrusco come metodo di aggregazione per una bioregione sperimentale dell’Etruria”.
Intanto ”giungono lettere di adesione alla nostra proposta” precisa Paolo d’Arpini” anche dagli abitanti della cosiddetta ‘Padania’. Dai confini di questa inesistente ‘regione federata’ M.F. di Gorizia ci comunica che chiede asilo politico a Calcata nell’evetualita’, sia pure remota, di una vittoria bossista. Lo chiede in qualita’ di ‘barbaro illirico simpatizzante’ con il bioregionalismo etrusco’”
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Purtroppo l’idea bioregionale non ha ancora attecchito, ed il sistema “federalista politico-economico” ha nel frattempo dimostrato tutte le sue pecche. Le Regioni sono carrozzoni che appesantiscono il bilancio dello Stato e servono solo a mantenere una massa di corrotti e di scansafatiche. Dividendo inoltre gli ambiti omogenei e le comunità. Per quanto riguarda la visione bioregionale e su quello che dovrebbe essere l’ordinamento e la riorganizzazione territoriale dello stato (secondo la nostra visione), vi rimando agli articoli: https://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=no%20regioni%20carrozzoni%20paolo%20d’arpini
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Beh, la nostra battaglia bioregionale continua, vi aspettiamo agli Incontri che solitamente si tengono in corrispondenza delle ricorrenze equinoziali e solstiziali, aperti a tutti coloro che si riconoscono nell’ecologia profonda e nella spiritualità laica.
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Paolo D’Arpini
Rete Bioregionale Italiana
Via Mazzini 27 – Treia (Mc) – Tel. 0733/216293
Email: bioregionalismo.treia@gmail.com
Blogs:
http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/?r=28856
http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/
Per approfondire il discorso:
https://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Riciclaggio-della-Memoria
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Articolo collegato:
Chi può definirsi bioregionalista?
Questo termine non denota una appartenenza etnica bensì la capacità di rapportarsi con il luogo in cui si risiede considerandolo come la propria casa, come una espansione di sé. La definizione diviene appropriata nel momento in cui si vive in sintonia con il territorio e con gli elementi vitali che lo compongono… – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2013/06/chi-puo-definirsi-bioregionalista-il.html