FREE GREEN SICILIA- SOS BENI CULTURALI
Free Green Sicilia da anni segnala le condizioni desolanti anche di totale abbandono in cui versano da decenni due monumenti secenteschi di Trecastagni: Palazzo dei Principi Di Giovanni e l’ex Convento Francescano.
Il primo monumento, il Palazzo dei Principi Di Giovanni, si trova in totale stato di degrado ed in parte trasformato in un vero e proprio rudere e dunque non accessibile a nessuno, il secondo, l’ex Convento Francescano con chiostro di 21 pilastri litici e annessa e pregiata Chiesetta (questa aperta da pochi anni al culto), resta chiuso da anni ai potenziali visitatori, se non per un brevissimo periodo per un’esposizione insignificante, da dopo il suo totale restauro avvenuto vent’anni addietro per essere riproposto in parte come Museo d’Arte Contemporanea, unico museo del genere alle falde dell’Etna, e per essere utilizzato come sede di iniziative culturali che si svolgevano in prevalenza nel chiostro dove gli affreschi preesistenti sono stati irresponsabilmente danneggiati dalla pessima e ignorante gestione, monumenti che per la loro storia e la loro bellezza avrebbero attirato un turismo culturale che a Trecastagni è quasi del tutto assente.
Ma grazie, se così vogliamo dire in modo bonario, all’ingiustificata inerzia di tutti quegli Amministratori che si sono susseguiti in questi ultimi decenni, Trecastagni ha visto declassato il suo consistente e peculiare aspetto storico monumentale e il potenziale culturale tra i paesi dell’Etna. Eppure la normativa vigente in materia di beni culturali e sicurezza pubblica- afferma Alfio Lisi portavoce di Free Green Sicilia – SOS Beni Culturali – grava sui proprietari, siano essi pubblici, in questo caso il Comune, o privati, la ordinaria manutenzione e la conservazione a tutela del bene, così come prevede l’ex art. 328 c.p. in merito all’omissione di ogni obbligatorio intervento necessario a scongiurare gli evidenti danni e possibili ulteriori pericoli di anche attraverso l’esercizio dei poteri di ordinanza di cui all’art. 54 t.u. enti locali.
Con decreto regionale D.D.G n.3103 del 26 luglio, anche grazie alle nostre continue denuncie e richieste, il complesso monumentale Palazzo dei Principi Di Giovanni viene dichiarato di interesse storico, artistico, architettonico considerato particolarmente importante in quanto individuato fra i beni elencati all’art. 10 comma 3 lett. a) del D. Lgs. 42 del 2004, Codice dei Beni Culturali, ed all’art. 2 della L. R. n. 80/77 e resta, pertanto, sottoposta a tutte le prescrizioni contenute nelle predette leggi. Da tempo aspettiamo come dovuto che anche al Convento Francescano sia imposto il vincolo monumentale quale bene culturale dalla Regione anche se per il Codice Nazionale dei Beni Culturali è da considerare vincolato e protetto così come con il Decreto del 28/09/1978 è stato dichiarato il centro storico di Trecastagni bene di interesse pubblico.
Ma ovviamente non bastano i vincoli di legge per salvare i monumenti in pessime condizioni ci vogliono i fatti ovvero il restauro conservativo di tali irrinunciabili beni culturali. Ecco perché da anni Free Green Sicilia resta inascoltata da quelle Istituzioni pubbliche che invece dovrebbero difendere i beni culturali della Sicilia presentando più volte segnalazioni ed esposti a tutte le Autorità competenti in particolare l’aristocratico ( o meglio quello che ne resta) Palazzo dei Principi Di Giovanni ma nulla è cambiato se non l’avanzare inesorabile del degrado architettonico e strutturale del bene visibile a chiunque abbia occhi per vedere, che, forse, non avrebbe chi invece ha responsabilità istituzionali su tali beni.
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Brevi cenni storici e architettonici dei due monumenti.
Il Palazzo monumentale dei Principi Di Giovanni con i suoi edifici di pertinenza di cui restano solo in parte le mura perimetrali cadenti è, o meglio era, architettonicamente il più maestoso del Comune di Trecastagni acquistato dallo stesso alla fine del ‘900 (ma a quanto pare l’acquisto non comprenderebbe gli edifici di pertinenza trasformati per l’abbandono di decenni in veri e propri ruderi senza tetto e che rischiano di crollare definitivamente) è stato di fatto lasciato degradare ed in tal condizione spogliato di gran parte del decoro architettonico interno ed esterno, anche in quanto più che facilmente accessibile a causa di un inconsistente recinzione e dell’assenza di sorveglianza oltre ai diversi incendi dovuti alla sterpaglia secca che cresce in quello che era il parco del Palazzo.
L’Ex Convento Francescano sorge in una delle colline/crateri che circondano il paese è stato fondato nel 1660 con contributi dei fedeli e la munificenza del Principe Scipione II di Trecastagni ma quando i conventi furono aboliti nel 1866 questo passò allo Stato e da qui iniziò il suo declino trasformato in sequenza in Municipio, Pretura, Cancelleria, Conciliazione, Carcere e Scuole Elementari. E’ formato da un edifico ad un piano quadrangolare con al centro un chiosco con 21 pilastri litici con al centro una grandiosa cisterna d’acqua. l’interno dei portici era affrescato con le storie dei Santi francescani ad opera dell’artista Giovanni lo Coco ma deturpato grazie alla sua imbiancatura. La Chiesa del convento, oltre ad essere luogo di mummificazione ed esposizione delle mummie da tempo scomparse, è dedicata a S. Antonio di Padova è di una sola navata con affreschi presumibilmente dello stesso pittore del chiostro ma anche questi devastati dall’umidità dovuta al suo totale abbandono utilizzata, niente di meno, come deposito e aula elettorale.
Alfio Lisi
Portavoce Free Green Sicilia