La storia dell’oro nero

Il mondo dell’economia gravita intorno a diversi fattori più o meno preponderanti. Da anni, però, il petrolio e l’oro rappresentano due tra le materie prime più importanti al mondo per quanto riguarda gli investimenti.

La storia dell’oro nero

A differenza di quanto si possa pensare il petrolio è una sostanza conosciuta già in antichità. La sua scoperta, infatti, risale al III millennio a.C. in Mesopotamia quando l’oro nero affiorò naturalmente dal terreno. Nel corso delle epoche tale prodotto veniva utilizzato come combustibile o medicamento.

Per il ritrovamento di veri e propri giacimenti, invece, bisogna attendere il II secolo a.C., quando il popolo cinese ebbe la fortuna di rinvenire alcuni piccoli depositi di petrolio nel sottosuolo.

Nel nostro Paese il petrolio è stato utilizzato fin dall’antichità, tanto che il nome stesso del combustibile ha origine nel latino medievale: “Petrae Oleum”, cioè “Olio di pietra”. Attorno al 1850 si affermano le tecnologie di perforazione americane e con l’Unità d’Italia si moltiplicano i tentativi di estrarre idrocarburi dal sottosuolo della Penisola. Per tutto l’Ottocento si cerca soprattutto gas per l’illuminazione pubblica, ma da inizio Novecento si comincia a cercare anche petrolio, da cui ricavare carburanti per i veicoli a motore.

Nel corso del tempo il petrolio ha assunto un ruolo sempre più centrale nell’economia globale.

La quotazione del petrolio

Il prezzo del petrolio si misura in barile o barril, l’unità di volume pari a 159 litri, o 42 galloni statunitensi (qui la quotazione del petrolio in tempo reale). I principali produttori di petrolio al mondo sono i Paesi del Medio Oriente e, in particolar modo, l’Arabia Saudita. Gli altri principali produttori sono gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, il Canada, l’Iran, l’Iraq, gli Emirati Arabi Uniti, il Venezuela, il Messico.

La più nota organizzazione mondiale che rappresenta i produttori di petrolio è l’Opec. Dell’organizzazione non fanno parte gli Stati Uniti, che rappresentano circa l’80% del petrolio non estratto dall’Opec.

Come tutti gli asset, anche il prezzo del petrolio dipende dalla domanda e dall’offerta. Il rapporto è direttamente proporzionale: quando cala la domanda petrolio il prezzo scende, quando invece essa cresce anche le sue quotazioni sono destinate a schizzare verso l’alto. Per cercare di evitare che il prezzo cali troppo, però, i Paesi che lo esportano possono decidere di chiudere i rubinetti, spingendo il prezzo a risalire. A decidere la politica da seguire è in particolare l’Opec, il cartello che riunisce i detentori delle maggiori riserve dell’oro nero.

C’è però un altro fattore che può incidere in maniera notevole sul prezzo del petrolio. Molti dei maggiori giacimenti mondiali sono infatti posizionati in aree strategiche contrassegnate da alto livello di rischio. In particolare nel Medio Oriente, che non a caso è uno dei teatri più instabili in assoluto, da un punto di vista politico.

L’oro

Come il petrolio, anche l’oro è considerato uno dei principali beni di rifugi, soprattutto in termini di investimenti. Le origini dell’oro risalgono a circa 6000 anni fa quando l’uomo iniziò ad estrarlo in Nord Africa, Mesopotamia, valle dell’Indo e la parte orientale del Mediterraneo. I primi oggetti d’oro conosciuti, gioielli in particolare, pare appartenessero alla cultura egizia (5000 a.C.). Ma è con le civiltà etrusche e romane che si tocca l’apice di eccellenza nella produzione di oggetti d’oro, ornamenti prima ancora che monete. Tuttora, una delle funzioni dell’oro corrisponde a quella di bene consumo per uso industriale, come in gioielleria.

L’impiego dell’oro come moneta si ha avuto “recentemente”, nel 1816 in Inghilterra, con l’adozione del sistema del “Gold Standard”, in cui l’oro funge da equivalente generale e viene usato come moneta corrente. Hanno seguito l’esempio della Gran Bretagna la Germania nel 1872 e gli Stati Uniti d’America nel 1900.

La quotazione dell’oro

La quotazione dell’oro dipende dalla combinazione di molti fattori, alcuni più influenti, alcuni meno. Nel caso specifico dell’oro i fattori sono particolarmente numerosi, e l’interazione di questi è oggetto di studi da parte degli accademici e degli operatori del settore. La prima cosa che bisogna considerare è che ‘oro è innanzitutto una materia prima e come tale viene utilizzato in numerose applicazioni industriali ed artigianali. I maggiori produttori di oro fisico sono i cosiddetti paesi emergenti, perciò l’andamento delle loro economie influenza in maniera diretta la richiesta e conseguentemente il prezzo.

Caratteristica fondamentale di questo metallo è di rappresentare, spesso a ragione, quello che viene chiamato un bene rifugio, ossia un bene il cui valore intrinseco si presume rimanga tale qualunque sia la situazione sociale, politica ed economica contingente. Se ne deduce che in momenti di incertezza o in presenza di notizie che scuotono negativamente il mercato, il prezzo dell’oro tende sempre a salire. Se ne vogliamo un esempio pratico recente basta guardare l’andamento del prezzo quando la Russia ha affermato di voler annettere la Crimea: il prezzo è aumentato inesorabilmente alla riapertura dei mercati. Anche la situazione socio politica degli stati produttori ha ovviamente una ripercussione sul prezzo di mercato, ma gli squilibri di produzione tendono a riassorbirsi rapidamente.

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