INIZIATIVA ITALIANA PER IL KARABAKH
Questa mattina, intorno alle ore 7 locali,l’Azerbaigian ha sferrato un violento attacco lungo tutta la linea di contatto con la repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh.
Recenti manovre congiunte turco-azere e il trasferimento di miliziani da Libia e Siria in Turchia e Azerbaigian lasciavano presagire la possibilità di un’azione militare.
La Turchia di Erdogan ha immediatamente fornito pieno sostegno ad Aliyev e alla sua ennesima operazione bellica nel Caucaso meridionale.
Colpiti insediamenti civili con missili e droni, popolazione civile nei rifugi come accadeva ai tempi della guerra negli anni Novanta. Si contano purtroppo le prime vittime tra la popolazione oltre a soldati armeni caduti nelle postazioni difensive.
“Iniziativa italiana per il Karabakh” – da dieci anni impegnata nel far conoscere la realtà della piccola repubblica armena e il suo diritto alla piena autodeterminazione – denuncia questaennesima folle avventura bellica del dittatore Aliyevche rischia di avere conseguenze drammatiche nella regione tutta.
È doveroso invitare tutti i media a non dare sostegno alla retorica della guerra e per tale ragione a non usare espressioni normalmente utilizzate dalla propaganda di Baku.
La repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) è sì uno Stato de facto ma:
– Non ha mai fatto parte ufficialmente della repubblica di Azerbaigian
– Con l’uscita della RSS Azera dall’Urss (agosto 1991) si sono creati due soggetti distinti, uno dei quali era la repubblica del NK (già Oblast’autonoma del NK)
– Tale percorso fu legittimato dalla legislazione sovietica dell’epoca e confermato da successivi passaggi giuridici e politici (sul nostro sito, pagina Documenti, tutti i riferimenti storici)
– Alla proclamazione del nuovo Stato, l’Azerbaigian rispose con una guerra che dopo due anni lo vide sconfitto. I partigiani armeni non solo riuscirono a salvaguardare l’indipendenza del piccolo Stato ma ottennero il controllo anche di territori contigui che hanno garantito in questi trenta anni la sicurezza della popolazione civile oltre che un’unione territoriale con la vicina Armenia
Non è corretto dunque etichettare gli armeni del Nagorno Karabakh-Artsakh come “ribelli” o “secessionisti”, espressioni tipiche del regime di Aliyev.
La via della pace nella regione nasce anche attraverso l’utilizzo equilibrato dell’informazione nella speranza che l’aggressore azero (e questa volta senza ombra di dubbio, tale è!) comprenda la follia di una avventura bellica come quella iniziata questa mattina.
Grazie per l’attenzione
INIZIATIVA ITALIANA PER IL KARABAKH
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