” La notizia, rimbalzata in queste ore su alcuni siti internet, dell’apertura a breve nel quartiere partenopeo del Vomero, segnatamente in via Cilea, di un’altra attività del cosiddetto “food porn” non ci fa fare affatto salti di gioia, anzi al contrario alimenta notevoli preoccupazioni, specialmente per quanto riguarda i problemi di viabilità e di conseguenza di tranquillità e di sicurezza, che già esistono in quell’area, specialmente nei fine settimana, con file interminabili e auto in sosta indiscriminata, a ragione della presenza di analoghe attività mangerecce” . E’ quanto afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione del Vomero.
“ Peraltro – sottolinea Capodanno -, nonostante che le principali vie della municipalità collinare di Napoli, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, in questi giorni, dopo la pausa estiva, sono tornate ad essere affollatissime, gli antichi negozi del quartiere collinare, presenti da molti lustri e che hanno costituito sin dalla nascita il tessuto portante dell’economia vomerese, trasferendosi di padre in figlio per generazioni ed offrendo anche possibilità occupazionali a tanti giovani alla ricerca di un impiego, continuano a chiudere. La crisi economica fa sentire i suoi effetti e gli acquirenti sono davvero pochi, rispetto alle aspettative e agli anni scorsi, anche in periodo di saldi “.
“ Tra le zone più colpite da questo fenomeno – afferma Capodanno – vi sono via Bernini, via Kerbaker e anche il tratto di via Scarlatti che va dall’incrocio con Luca Giordano fino al ponte di via Cilea. Solo per esemplificare, proprio in quest’ultimo tratto di strada resta ancora vuoto il locale che fino a due anni fa ospitava una nota antica merceria, della quale campeggia ancora l’insegna, nonostante il lungo lasso di tempo trascorso, senza che negli stessi locali sia mai nata un’altra attività commerciale. Così come in via Kerbaker è scomparsa di recente un’altra ditta storica del quartiere, presente al Vomero fin dagli anni ’60 “.
“ E così, senza che vengano messe in campo valide iniziative a sostegno per superare la difficile situazione economica, che ha subito un ulteriore colpo ferale dalla pandemia – prosegue Capodanno -, aziende commerciali e artigianali che in decenni di attività avevano reso famosi gli esercizi di tradizione della collina vomerese, continuano a sparire. Una trasformazione, quella del settore commerciale che ha subito una preoccupante quanto emblematica impennata durante questo scorcio di secolo. Così, al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche famiglie, che si erano dedicate al commercio per generazioni, sono arrivate attività di diversa tipologia ma con una decisa netta prevalenza di esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande: bar, ristoranti, pizzerie, trattorie, osterie, gelaterie, wine bar, birrerie, pub, enoteche e, più di recente, anche attività del cosiddetto “food porn” “.