Secondo una nuova relazione della Corte dei conti europea (di seguito: “la Corte”), gli Stati membri non hanno profuso abbastanza sforzi per attuare le raccomandazioni specifiche per paese formulate dal Consiglio dell’Unione europea tra il 2011 e il 2018. Gli Stati membri hanno attuato, sostanzialmente o pienamente, solo un quarto circa delle raccomandazioni, mentre per quasi un terzo di esse vi sono stati progressi modesti o nulli. Sebbene l’UE abbia compiuto grandi passi in avanti verso il conseguimento della maggior parte dei propri obiettivi di bilancio di lungo termine per il 2020, è rimasta indietro per quanto riguarda la riduzione della povertà e la ricerca e sviluppo (R&S). Sullo sfondo dell’accordo politico raggiunto dal Consiglio europeo nel luglio 2020, la Corte sottolinea anche la necessità di riformare le modalità con le quali le raccomandazioni specifiche per paese vengono formulate ed attuate.
Il semestre europeo è un ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell’UE. Ne risultano raccomandazioni specifiche per paese che il Consiglio, su proposta della Commissione, indirizza a ciascuno Stato membro. La Corte ha valutato se l’attuazione, da parte della Commissione, delle procedure di rafforzamento della sorveglianza delle politiche degli Stati membri fosse stata efficace. Ha controllato in dettaglio l’applicazione di dette procedure per Austria, Belgio, Finlandia, Ungheria, Italia e Paesi Bassi.
“Tramite il semestre europeo, la Commissione ha fornito una valida analisi dei progressi economici compiuti dagli Stati membri ed ha proposto pertinenti raccomandazioni specifiche per paese”, ha affermato Alex Brenninkmeijer, il Membro della Corte responsabile della relazione. “La Commissione dovrebbe però concentrarsi maggiormente sul basso tasso di attuazione delle raccomandazioni in generale. Negli ultimi 10 anni, si sarebbe potuta prestare maggiore attenzione a settori quali la riduzione della povertà e la R&S”.
Solo il 26 % delle raccomandazioni sono state attuate sostanzialmente o pienamente, mentre per il 44 % di esse si sono registrati alcuni passi in avanti e per il restante 30 % vi sono stati progressi modesti o nulli. Inoltre, la Commissione non ha utilizzato tutti i poteri di cui dispone per far avanzare le raccomandazioni nei casi nei quali non vi era stato alcun progresso sostanziale nel corso di alcuni anni.
I progressi compiuti nel conseguire i valori-obiettivo di Europa 2020 sono stati in genere positivi per l’UE nel suo insieme, mentre variavano a seconda degli Stati membri. A livello dell’UE, è probabile che vengano raggiunti sei degli otto valori-obiettivo fissati per il 2020 in ambiti cruciali (uno riguardante l’occupazione, tre l’energia e due l’istruzione). Quelli relativi alla riduzione della povertà e alla ricerca non verranno però raggiunti, stanti i lenti progressi causati dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla modesta spesa per R&S degli Stati membri. Ciononostante, la Commissione non sempre ha formulato raccomandazioni per gli Stati membri che non progredivano verso il raggiungimento dei valori-obiettivo in questi ambiti. Ad esempio, la Corte ha rilevato casi in cui la situazione in peggioramento in alcuni Stati membri e l’impatto della crisi finanziaria avrebbero giustificato un maggior numero di raccomandazioni su misure di riduzione della povertà.
Nelle relazioni della Commissione sulla situazione economica degli Stati membri e sui progressi da questi compiuti verso il raggiungimento dei valori-obiettivo di Europa 2020 vengono individuati considerevoli rischi; dette relazioni servono inoltre da buona base per le raccomandazioni specifiche per paese. Tuttavia, nonostante la decisione del 2015 della Commissione di rendere le raccomandazioni più mirate riducendone il numero, alcune raccomandazioni formulate negli scorsi anni riguardano ancora una serie di questioni differenti e dimensioni strategiche non correlate. Per di più, non sono legate a sufficienza all’impiego dei fondi dell’UE a sostegno delle riforme degli Stati membri. Inoltre la Commissione non spiega in modo chiaro le ragioni per le quali attribuisce priorità ad alcune riforme invece che ad altre quando formula le raccomandazioni. Al contempo, i programmi di riforma degli Stati membri non sempre forniscono spiegazioni chiare sulle modalità con le quali le riforme e le misure proposte sono intese attuare le raccomandazioni e gli obiettivi dell’UE.
La Corte raccomanda alla Commissione di rafforzare:
– l’indirizzamento precipuo del semestre europeo sulle dimensioni sociale e della ricerca;
– l’attuazione e il monitoraggio delle raccomandazioni specifiche per paese;
– il collegamento fra i fondi UE e dette raccomandazioni;
– la formulazione delle raccomandazioni;
– le linee-guida e le valutazioni dei programmi nazionali di riforma.
Note agli editori
La Corte ha completato il proprio lavoro di audit prima dell’insorgenza della pandemia di COVID-19; la presente relazione, pertanto, non tiene conto dei nuovi sviluppi strategici o di altri cambiamenti operati a fronte della pandemia. Nel luglio 2020, il Consiglio ha approvato raccomandazioni specifiche per paese che includevano aspetti relativi alla COVID-19.
Il semestre europeo è stato istituito nel 2010 per migliorare la sostenibilità economica e sociale dell’UE dopo la crisi finanziaria e per rispondere a sfide strutturali quali la politica di bilancio, gli squilibri macroeconomici e altre questioni sociali. In tale contesto, influenza le decisioni economiche e di bilancio degli Stati membri. Il numero medio di raccomandazioni specifiche per paese rivolte ad uno Stato membro è diminuito, passando da 20 nel 2014 a 12,5 nel 2019.
Europa 2020 è una strategia decennale volta a trasformare l’UE in un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva. Il numero di persone a rischio di povertà nell’UE è aumentato, passando da 116 milioni nel 2008 a 122 milioni nel 2012, ed ha iniziato a diminuire dopo il 2012, giungendo a 109 milioni nel 2018 (il valore-obiettivo di Europa 2020 è di 96 milioni entro il 2020). Per l’insieme dell’UE, la spesa per R&S è aumentata, raggiungendo il 2,12 % del PIL combinato degli Stati membri (il valore-obiettivo di Europa 2020 è del 3 %), ma è inferiore rispetto a quella di altre economie avanzate come gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud, con la Cina che sta rapidamente recuperando terreno. Nel 2018, la spesa degli Stati membri dell’UE per R&S è andata dallo 0,50 % del PIL in Romania fino al 3,25 % circa del PIL in Svezia.
La relazione speciale 16/2020 della Corte, intitolata “Il semestre europeo – Le raccomandazioni specifiche per paese affrontano questioni importanti, ma devono essere attuate meglio”, è disponibile in 23 lingue dell’UE sul sito Internet della Corte (eca.europa.eu). Completa una serie di tre relazioni della Corte sul semestre europeo, che ne comprende una sul Patto di stabilità e crescita e un’altra sulla procedura per gli squilibri macroeconomici. Informazioni sulle misure adottate dalla Corte dei conti europea a fronte della pandemia di COVID-19 sono disponibili qui.
Contatto stampa per la presente relazione:
Damijan Fišer – e-mail: damijan.fiser@eca.europa.eu, tel. (+352) 4398 45 510 / Cell.: (+352) 621 55 22 24