Sventato un vero e proprio attacco alle imprese che intendono riscattare i capannoni nelle ex aree Asi della Sicilia. Nell’ambito della legge sulle Norme per il governo del territorio in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana è stato inserito un emendamento (il 54.4), fuori contesto e per fortuna stralciato, che peggiorava le condizioni di acquisto per le imprese rispetto a quanto prevede un ddl presentato nel 2018 e attualmente in discussione in Commissione Attività produttive.
Un emendamento, a firma di tutti i gruppi dell’Ars ad eccezione di Attiva Sicilia, nel quale si indicava la possibilità di riscatto da parte delle aziende insediate nelle ex aree Asi con un’agevolazione consistente nello scorporo degli ultimi 3 anni di canoni pagati fino a un massimo del 20% del valore del capannone. Nel ddl, però, lo scorporo è ben superiore: il 50% sul totale dei canoni pagati. “È evidente che si è trattato di un attacco alle imprese – afferma Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e componente di Attiva Sicilia – perché in tutti gli incontri si era portato avanti il principio dell’agevolazione prevista nel ddl e invece adesso salta fuori questo emendamento peggiorativo. Fra l’altro, l’emendamento è firmato anche dal M5s in totale contraddizione con il ddl che lo stesso Movimento aveva presentato nel 2018”.
Sarebbe stata una beffa per le aziende che proprio in questi ultimi anni si sono trovati in difficoltà economiche e che quindi possono anche aver accumulato dei ritardi nei pagamenti dei canoni: “Invece di aiutare queste imprese siciliane in un momento di grave crisi – rimarca Foti – si volevano creare le condizioni per sfrattarle, magari a vantaggio di altre imprese provenienti da fuori regione che hanno forte interesse alle ex aree Asi adesso che sono state istituite le Zes”.