“Ề stato devastante. Non ho parole per descrivere quello che è successo. Sento un dolore enorme e penso alle migliaia di persone che hanno perso tutto, che non hanno più una casa. Intere famiglie che non sanno più dove andare. Faccio un lavoro umanitario e ogni giorno sono abituata a confrontarmi con le sofferenze, in particolare dei bambini e delle loro famiglie, ma quello che è successo supera ogni immaginazione. In Libano siamo abituati a non lamentarci, siamo abituati a dover lottare ogni singolo giorno, ma quello che è successo è devastante per tutti”.
Sono le parole di Nour Wahid, 26 anni, che da cinque anni lavora per Save the Children in Libano e che ieri ha vissuto in prima persona il dramma delle esplosioni che hanno colpito la capitale libanese.
“Avevo appena lasciato l’ufficio e sono tornata a casa e pensavo alle tante cose che ancora avevo da fare. I miei cinque nipoti stavano giocando sul balcone di casa come in un giorno qualsiasi. Poi ho sentito un rumore, come se fosse un terremoto. Eravamo terrorizzati, i bambini urlavano, mia sorella voleva scappare ma la porta di casa è letteralmente volata via. Sentivamo la gente urlare, sentivamo grida venire da lontano. Poi è arrivata la seconda esplosione, quella devastante. E’ venuto giù tutto, le finestre si frantumavano, attorno a noi edifici completamente distrutti. Per strada tantissime persone stese a terra, feriti. Grida e spavento ovunque. Anche la nostra casa è stata fortemente danneggiata e ora neanche noi sappiamo dove andare. I mie nipoti erano tutti feriti, siamo corsi in ospedale ma era il caos totale e ci dicevano che non potevamo portarli dentro perché i feriti erano troppi e dovevano dare priorità alle persone in condizioni più gravi”, ha raccontato Nour.
“Oggi in città c’era solo silenzio. L’unico rumore era il rumore delle persone che cercavano di riparare le proprie case. La gente è senza parole, le persone sono rassegnate. Sono tutti sotto shock, non credono che a quello che è successo. Dopo la crisi economica e il Covid ora anche questa tragedia. C’è solo grade tristezza in giro. La gente ha bisogno d’aiuto ma allo stesso tempo ognuno vuole piangere da solo.
Io sono ancora scioccata. Penso solo di essere fortunata ad essere ancora viva. Penso al mio collega che è rimasto in ufficio e che poteva morire quando la finestra si è staccata proprio sulla sua scrivania”, ha concluso.