Lussemburgo, 30 luglio 2020
Il quadro per legiferare meglio è l’insieme di princìpi e strumenti di cui si avvale la Commissione per sviluppare le politiche ed elaborare le proposte legislative. Ha profondamente caratterizzato la definizione delle politiche dell’UE per quasi 20 anni ed è uno dei sistemi più avanzati a livello internazionale, stando a una nuova analisi della Corte dei conti europea. Si potrebbe però fare di più per consultare i cittadini e gli altri portatori di interessi, consolidare la base empirica per l’adozione delle decisioni, promuovere e monitorare l’attuazione e l’applicazione del diritto dell’UE, nonché imporne il rispetto.
Il corpus legislativo dell’UE si evolve costantemente via via che gli atti legislativi sono adottati, modificati o abrogati oppure decadono. La Commissione propone tali atti e svolge un ruolo fondamentale nel monitorarne l’applicazione e valutarne i risultati.
L’approccio per legiferare meglio è teso a: fare in modo che il processo decisionale sia aperto e trasparente; consentire a cittadini e portatori di interessi di apportare il loro contributo nell’arco dell’intero processo di definizione delle politiche e della normativa; basare gli interventi dell’UE su riscontri empirici e su una comprensione dei probabili impatti; mantenere al minimo gli oneri di natura normativa per imprese, cittadini e amministrazioni pubbliche. La Commissione applica da quasi 20 anni i princìpi insiti in tale approccio. Secondo un recente studio dell’OCSE, la Commissione ha posto in essere uno dei più avanzati sistemi al mondo per legiferare meglio.
“Con l’approccio per legiferare meglio si intende far sì che la normativa UE sia solida, basata su riscontri empirici, tempestiva e trasparente e che chiami i soggetti coinvolti a rispondere del proprio operato”, afferma Pietro Russo, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’analisi. “Con la presente analisi, la Corte intende contribuire al dibattito pubblico su come far funzionare meglio l’UE. Dal momento che la necessità di politiche basate su riscontri empirici non fa che crescere, il quadro per legiferare meglio deve rimanere il fulcro dell’attività legislativa dell’UE, a beneficio di noi cittadini e delle imprese”.
Nell’analisi la Corte ricorda che la Commissione annovera tra le proprie priorità l’approccio per legiferare meglio dal 2015. Osserva inoltre che recentemente la Commissione ha fatto il punto su quanto sia efficace l’attuale funzionamento dei vari strumenti e procedure in tale contesto. Al contempo, la Corte rileva, nell’approccio per legiferare meglio ai fini dell’attività legislativa dell’UE, una serie di sfide per:
o fare in modo che le politiche e le iniziative legislative dell’UE siano sufficientemente corroborate da dati tempestivi e di buona qualità nonché da riscontri empirici a sostegno delle consultazioni e della valutazione d’impatto prima che le decisioni siano adottate (ad esempio, tramite la quantificazione dei costi e dei benefici delle varie opzioni), nonché siano oggetto di monitoraggio durante l’attuazione di una politica e di una valutazione degli effetti dopo la sua conclusione;
o semplificare ulteriormente la normativa UE (ad esempio, eliminando norme o procedure superflue e facendo della chiarezza per i beneficiari e le amministrazioni pubbliche un obiettivo principale, grazie in particolare a documenti esplicativi) e monitorarne l’attuazione e l’applicazione negli Stati membri (ad esempio, utilizzando il bilancio UE per favorire l’applicazione del diritto dell’UE e sviluppando un quadro generale di vigilanza dotato di priorità e parametri di riferimento per il rispetto delle norme ai fini del trattamento dei casi di infrazione);
o accrescere la trasparenza del processo legislativo per i cittadini e i portatori di interessi, ad esempio rendendo più visibili e accessibili le attività di consultazione.
Inoltre, poiché il conseguimento degli obiettivi perseguiti tramite il quadro per legiferare meglio dipende anche da un’efficace cooperazione tra la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio, la Corte ribadisce che è indispensabile che i colegislatori tengano fede agli impegni assunti nell’accordo interistituzionale del 2016 per promuovere un’attività legislativa trasparente e basata su riscontri empirici. Anche a tale riguardo, la Corte reputa che si possa fare di più per migliorare ulteriormente la valutazione degli emendamenti formulati dai colegislatori e accrescere la trasparenza in alcuni ambiti della procedura legislativa (per quanto riguarda, ad esempio, le riunioni di “trilogo” e il “lobbismo”).
Note agli editori
L’analisi della Corte intitolata “Il processo legislativo dell’Unione europea dopo quasi 20 anni di quadro per legiferare meglio” è disponibile in 23 lingue dell’UE sul sito Internet della Corte (eca.europa.eu). Le analisi presentano e accertano i fatti in merito a questioni specifiche e non costituiscono un audit. La presente analisi si basa sulle risultanze pertinenti di precedenti audit, su analisi comparative a livello internazionale, sull’esame di informazioni di dominio pubblico e di ricerche accademiche, nonché su consultazioni con portatori di interessi ed esperti del settore.
La Corte ha pubblicato di recente relazioni correlate sulla partecipazione pubblica all’attività legislativa dell’UE e sulla applicazione del diritto dell’UE.
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