Si legge nel rapporto dell’Ires, che i dati aggiornati al 7 luglio 2020, relativi ai nuclei familiari percettori di reddito e pensione di cittadinanza, evidenziano in Piemonte un aumento dei beneficiari, che passano dai 53.505 del 2019 agli attuali 61.762. Il fenomeno interessa soprattutto le province di Torino (da 31.768 a 37.367) e di Alessandria (da 5.693 a 6.403).
È quanto emerge dal nuovo rapporto che Ires Piemonte ha presentato questa mattina al Gruppo di monitoraggio istituzionale della Fase 2, coordinato dal vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, e al quale partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo, l’Unità di Crisi, le associazioni degli enti locali, con il coordinamento delle Prefetture ed i capigruppo consiliari, e che ha il compito di verificare l’andamento della situazione socio-economica in relazione alle misure assunte per contrastare l’epidemia e alla loro graduale rimozione.
Altro aspetto collegato al primo preso in considerazione dal rapporto è quello del cosiddetto REM (Reddito di Emergenza), una misura straordinaria di sostegno al reddito introdotta per supportare i nuclei familiari in condizioni di difficoltà economica causata dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, istituita dal decreto “Rilancio”. In Piemonte le richieste accolte al 30 giugno sono state 10.826 (il 4,9% del totale nazionale) e hanno riguardato 8,2 famiglie ogni 1.000.
Inoltre, un focus particolare nel report di questa settimana è stato dedicato al ricorso alla cassa integrazione (Cig). In Italia, nei mesi di gennaio-giugno 2020, sono state concesse circa 1,1 miliardi di ore di Cig ordinaria e circa 84 milioni di ore di Cig straordinaria. Per la prima, il 71% ha riguardato gli operai ed il 29% gli impiegati. Per la seconda, il 54% ha interessato gli operai e il 46% gli impiegati. In Piemonte, la quota di ore concesse di Cig ordinaria ammonta al 10% del valore nazionale, l’8% per la Cig straordinaria. Per la Cig ordinaria, il 66% ha riguardato gli operai ed il 44% gli impiegati. Per la Cig straordinaria, il 51% ha riguardato gli operai ed il 49% gli impiegati.
Circa la Cig in deroga, al 19 luglio 2020 in Piemonte sono state presentate circa 69.000 domande, che hanno coinvolto circa 33.000 aziende e circa 92.000 lavoratori, per un monte di circa 22,6 milioni di ore a preventivo ed una spesa stimata di circa 184 milioni. I settori che hanno maggiormente fatto domanda sono il commercio ed i servizi di alloggio e ristorazione, per una quota complessiva poco superiore al 53% del totale delle domande. Il settore con maggior numero di lavoratori coinvolti per azienda è quello dei trasporti, seguito dai servizi tradizionali alle imprese: questi sono anche i settori col maggior numero medio di ore a preventivo e di spesa stimata per azienda richiedente.
“I dati presentati oggi sulla cassa integrazione – ha dichiarato Carosso, il vicepresidente Regione Piemonte – riflettono la struttura economica della nostra regione, con la presenza importante di grandi industrie come Fca e il suo indotto, che già prima della crisi stavano affrontando una fase delicata. Per questo speriamo che il governo assuma al più presto dei provvedimenti che consentano il rilancio del settore, fondamentale per il nostro sistema produttivo. Più in generale il rapporto Ires di oggi ci restituisce l’immagine di un Piemonte ormai avviato alla ripresa, per quanto riguarda sia le nuove assunzioni, sia la mobilità. In questo quadro, ci confortano anche i dati sanitari, che ormai sembrano essersi stabilizzati, con pochissimi contagi al giorno. Perché questa tendenza si consolidi non possiamo che fare appello ai comportamenti responsabili individuali dei cittadini, che devono continuare a seguire le buone regole come indossare le mascherine, igienizzarsi le mani e mantenere le distanze sociali anche nel periodo estivo e nei luoghi di villeggiatura. Solo così riusciremo a sconfiggere il virus”.
Intanto Forza Italia Piemonte si è così espressa : “L’aumento delle richieste di reddito e pensione di cittadinanza, incrociato con l’aumento di domande per ottenere il voucher scuola (raddoppiati in un anno da 58.648 dello scorso anno alle attuali 90.585) non possono che farci riflettere quali amministratori regionali sul prossimo autunno. Questi dati, che vedono una sempre maggiore richiesta di forme di sostegno, registrano solo in minima parte gli effetti del post-pandemia e sono figli della crisi economica che era tornata ‘a mordere’ la nostra società già a gennaio. Come Forza Italia non possiamo che esprimere forte preoccupazione per i prossimi mesi quando alla precedente crisi si sommerà quella economica legata alle conseguenze del lockdown e del rallentamento delle abitudini di consumo dei piemontesi e degli italiani. A questa criticità va aggiunta la fine del blocco del licenziamenti che come attestato dal Centro Studi di Confindustria produrrà una riduzione di posti di lavoro nel Paese di circa 1.400.000 e in Piemonte almeno 110.000. Sicuramente la Regione Piemonte continuerà a fare la sua parte, come ha fatto con il ‘Riparti Piemonte’ nonostante l’azione di disturbo delle burocrazie statali. Quel che è certo è che la Regione non potrà sostenere le tensioni sociali che arriveranno certamente in autunno: è necessario che il governatore Cirio, la Giunta e il Consiglio vengano ascoltati dal premier Conte in vista della programmazione dei fondi che arriveranno dall’Europa. E’ necessario non sprecare neppure un euro di queste risorse. E’ fondamentale costruire oggi una Fase 4 per l’autunno che preveda sia misure di investimento per riavviare il lavoro, ma pensare anche azioni per venire incontro alle esigenze delle Famiglie, in primis in termini di diritto allo studio e di diritto alla casa”.
Ad affermarlo in una nota sono stati, il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola e i consiglieri regionali Alessandra Biletta, Franco Graglia e Carlo Riva Vercellotti.
Vito Piepoli