Le attività dell’artista Giuseppe Messina al tempo del coronavirus

 Periodo grave quello che stiamo attraversando e non per colpa del governo, come qualcuno vuol fare credere, ma per colpa della pandemia da Coronavirus. In tanti, non avendo un hobby, non avendo interessi particolari come valvola di scarico, si annoiano, costretti a restare in casa. Altri che nella vita hanno imparato ad occupare il proprio tempo in qualche attività più o meno importante, anche se non obbligatoriamente remunerativa, riescono a non annoiarsi, a non sentire la costrizione del momento come un nemico che tiene prigionieri.

Il Maestro Giuseppe Messina è troppo impegnato nelle sue varie attività artistiche per sentirsi ostacolato dalla pandemia. Trascorre le sue giornate intento ad ultimare i dipinti che comporranno le pagine in tela del suo tomo, il librone misurante cm 50 X 70, commissionato dal figlio Salvatore, una rara opera d’arte, rilegato con copertina in multistrato ligneo ricoperta di pelle sulla quale avrà montato un altorilievo in bronzo.

Della pregiata opera pubblichiamo in un collage quattro recenti dipinti, esemplari che illustrano rispettivamente: “Il pianto di Calliope”, uno dei suoi poemi di cui riportiamo di seguito due quartine endecasillabe: “Il pianto di Calliope non sente // chi non sa dei disagi dell’inverno, // del sonno che all’addiaccio non arriva, // ma giunge quello definito eterno. // Il pianto di Calliope non vede chi mai è stato in un gorgo marino // dove l’onda possente che sommerge // non è inviata dal vile destino.”; “La valanga” di cui i versi tratti da un altro suo poema “Ulisse destino di se stesso”: “Cosa possiamo fare, Omero mio,// quando la valanga è già partita // e non è intervenuto alcun Dio // ‘che di cani e augelli orrido pasto lor salme abbandonò’ indifferente?”; “L’uomo si eleva e s’immerge” di cui i versi, tratti anche questi dal poema “Ulisse destino di se stesso”: “Emerge l’uomo sopra di ogni cosa,// s’immerge l’uomo sotto di ogni cosa, // vola sempre più in alto, insoddisfatto, // e scava come il verme sottoterra.”; “Al tempo del Coronavirus” di cui le seguenti tre quartine: “Il sole s’alza e segue il suo percorso// e non conclude il consueto tramonto // senza portar con sé vite scommesse // che poco prima non erano in conto. // Giunge crudele pur la mala nova // che fa la conta degli eroi curanti, // falciati pur loro, non canteranno // l’inno alla vita, e son pure in tanti. // La pandemia si vive isolati, // ciascuno, in ansia, pensa e teme il male; // si esce raramente osservando // la distanza in maschera quando sembra // che non sia finito il carnevale.”

Ma non è il solo lavoro che il Maestro Messina sta portando avanti: è anche impegnato nel montaggio di una videointervista realizzata l’estate scorsa a Melo Freni, lo scrittore-regista e già giornalista Direttore dei programmi culturali di Rai Uno, in cui lo stesso, racconta l’avventura della sua vita in giro per il mondo per realizzare i suoi pregiati servizi e le sue regie teatrali con i più grandi attori dell’epoca.

Vogliamo riportare per i nostri lettori una sua sintesi biografica redatta dalla prof. Maria Torre. Giuseppe Messina nasce nella millenaria Gala, frazione del comune di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, già sede dell’importante monastero dei padri Basiliani fino al 1799. Nella seconda metà degli anni sessanta lascia la Sicilia per trasferirsi a Roma dove entra in contatto con il grande mondo della cultura e, quindi, può aprirsi a più vaste conoscenze. Egli è scultore e pittore, infatti ha realizzato pregevoli opere che possono essere ammirate in esposizioni pubbliche e private in Italia – dove  ha esposto assieme ad artisti come Salvatore Fiume, Ennio Calabria, Renato Guttuso, Remo Brindisi, Ernesto Treccani ed altri grandi – ma anche all’estero (Russia, Argentina, Sud Africa, Australia, Canada, U. S. A., Inghilterra, Malta, e diverse altre città europee); ma ha al suo attivo anche la realizzazione di opere pubbliche. Ciononostante, ha un particolare interesse per la letteratura e la mitologia classica, è grazie a questa sua passione che riesce a realizzare, oltre ai numerosi libri, tre poemi endecasillabi dedicati ad Omero: “Odissea ultimo atto” che continua l’Odissea omerica; “La leggenda di Omero” con cui reinventa e rende reale il più classico dei poeti e “Stirpi di Atlantide”  che narra le ultime ore del mitico continente, prima di inabissarsi, e la fuga verso altre terre di una parte di quel popolo. Per questa trilogia gli è conferito il Premio speciale della Giuria (Medaglia d’Oro del Senato della Repubblica) a Palazzo Barberini in Roma, al concorso letterario dedicato ad Antonio De Curtis in arte Totò. Ha realizzato diverse sculture in legno, in pietra arenaria, in granito, in ossidiana e in bronzo: sono in pietra arenaria di Lecce le opere “Ciclope nel vento”, ma anche “Omero” e “Circe” per illustrare il poema dedicato al sommo poeta; in bronzo sono le dieci opere realizzate per illustrare il suo primo poema, e nello stesso materiale sono i monumenti sia quello dedicato allo storico della città di Barcellona Pozzo di Gotto, Nello Cassata che quello in onore dell’eroe della Prima guerra mondiale, Luigi Rizzo sul porto di Milazzo, così come altre opere funerarie. L’artista ha lanciato l’idea che ha portato all’istituzione del “Premio città di Barcellona Pozzo di Gotto” per cui ha creato e donato lo stesso trofeo bronzeo “Longano”, simbolo di questa città, con il quale sono stati insigniti: lo storico Santi Correnti, lo scienziato Antonino Zichichi, Donatella Bianchi, conduttrice del programma di Raiuno “Linea Blu” e l’attrice Francesca Chillemi “Miss Italia” 2003. Il Messina, a cui sono riconosciuti autorità e prestigio, è stato invitato da Circoli Didattici a tenere seminari di aggiornamento per insegnanti sui temi “Educazione all’immagine e Beni Culturali”, ha tenuto conferenze, ed è stato correlatore sul tema “Archeologia tra passato e presente” assieme ai professori Tullio Maneri, esperto di archeologia e Renato Pitrone titolare della cattedra di Archeologia all’Università “La Sapienza” di Roma. Nel 2006, in occasione del suo quarantesimo anno di attività artistica e culturale, il maestro è insignito con la Targa d’Argento della Presidenza della Repubblica. Nel 2011, invece, riceve il trofeo dell’Assemblea Regionale Siciliana per il suo 45° anniversario di attività artistica. Nello stesso anno realizza il film “Socrate non può morire” (ovvero “Un atto estremo contro il potere mafioso”), tratto dal suo romanzo “Pagine superstiti e drammi di casta”. Il 2016 è stato anche l’anno dell’uscita del suo terzo film “Un estremo atto di giustizia”, tratto dal suo omonimo romanzo.

Tantissime le sue attività che lo vedono anche come attore, autore di opere teatrali e fondatore del “Movimento per la Divulgazione Culturale” e del suo organo d’informazione “La Molla”.

La sua ultima mostra personale, un’antologica con opere di scultura, pittura e grafica, è stata organizzata, in occasione del suo cinquantesimo anniversario di attività artistica, che ha avuto luogo dal dicembre 2017 a marzo 2018 nei locali del teatro “Placido Mandanici” della sua Barcellona Pozzo di Gotto.

Nelle foto: Giuseppe Messina mentre dipinge; un collage fotografico con quattro delle ultime opere di Giuseppe Messina.

Nino Bellinvia

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