Roma, 18 maggio. “Le dichiarazioni del capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber, riportate nell’intervista a La Repubblica di questa mattina, sono apparse contraddittorie”. Lo dichiara il Sottosegretario per le Politiche Ue, Laura Agea. “Da una parte”, sostiene la Agea, “Weber invoca maggiori controlli da parte delle istituzioni Ue quando si tratta di attribuire all’Italia i fondi per la ripresa, dall’altra si dice preoccupato per l’indipendenza della Bundesbank. Siamo tutti per un ritorno ai valori fondativi dell’Unione Europea; Schuman e il suo amore per la solidarietà oggi vanno giustamente di moda,” spiega la Agea, “ma dobbiamo metterci d’accordo sui modi. Da quello che sostiene Weber, sembra di capire che l’Europa non si fidi dell’Italia e che sarebbe meglio appaltare le nostre politiche sulla ripresa direttamente alla Corte dei Conti Europea. Però”, continua la Agea, “le perplessità di Bruxelles sulla sentenza sul Quantitative easing della corte di Karlsruhe, secondo Weber, indebolirebbero l’ordinamento giuridico europeo e intaccherebbero l’indipendenza della Bundesbank. Mi sembra quantomeno contraddittorio. Presupporre che Paesi come la Spagna e l’Italia potrebbero utilizzare i fondi per la ricostruzione per ‘tappare buchi’ e pagare le pensioni, poi, mi pare poco elegante. Il dumping fiscale olandese e irlandese sottrae risorse gli altri paesi Ue anno dopo anno. Inoltre, questi paesi hanno potuto avvantaggiarsi di un surplus commerciale rispetto al Pil che è ben superiore ai livelli suggeriti dalle procedure europee di sorveglianza macroeconomica. Queste, pur non essendo vincolanti, costituiscono comunque degli indicatori di rischio sistemico e la Germania li ha ignorati per anni senza correggere gli squilibri che ne derivano. Nei primi anni duemila questi Paesi hanno sforato i vincoli al disavanzo al punto che fu necessaria una revisione del Patto di stabilità e crescita avvenuta nel 2005. È proprio vero”, conclude la Agea, “per la Germania da sempre vige la regola per la quale per alcuni le regole si applicano per altri si interpretano”.
