AGENZIA NEV – NOTIZIE EVANGELICHE  DELLA FEDERAZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE IN ITALIA

Fase 2 coronavirus, evangelici: “Tutelare libertà di culto anche per protestanti e credenti di tutte le confessioni”

Roma (NEV CS/12), 27 aprile 2020 – L’Ufficio di presidenza della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS*), composto dal presidente, pastore Luca Maria Negro e dai vicepresidenti, pastori Carmine Napolitano e Davide Romano, ha indirizzato negli scorsi giorni una lettera alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, sull’esercizio del diritto alla libertà di culto, con particolare riferimento alle esigenze delle chiese evangeliche e più in generale delle minoranze religiose, “esigenze che sembrano totalmente assenti dal dibattito di questi giorni – dichiara il pastore Negro – . Vogliamo rispettare e garantire pienamente tutte le norme di sicurezza, distanziamento sociale e di contrasto alla pandemia. Nello stesso tempo abbiamo voluto porre alcune questioni rispetto alla libertà di culto sancita dalla Costituzione. In particolare, per quanto riguarda le chiese evangeliche, si pongono problemi concreti per i quali chiediamo una soluzione: la possibilità di spostarsi per i ministri di culto cui sono affidate più comunità pastorali sul territorio italiano; la necessità di consentire quanto prima la ripresa dei culti pubblici, sia pure in modo contingentato; di conseguenza la possibilità per i fedeli di raggiungere i luoghi di culto, talvolta distanti dalle abitazioni, con relativa autocertificazione.

Chiediamo che venga stipulato un protocollo ad hoc, quando le circostanze lo permetteranno, proprio perchè non vogliamo che la nostra attività rappresenti in alcun modo un rischio per la salute pubblica. Abbiamo voluto ribadire che dal nostro punto di vista la Chiesa non è un luogo fisico ma una comunità di credenti che vive nella comunione in Cristo, anche quando i templi sono chiusi; nello stesso tempo ci auguriamo che quanto prima sia possibile tornare a vivere anche la comunione fraterna nell’incontro fisico con i fratelli e le sorelle. Auspichiamo pertanto, anche alla luce di quanto dichiarato ieri sera dal premier Conte, che il libero esercizio del culto pubblico, sancito dall’articolo 19 della Carta costituzionale, venga pienamente garantito a tutti i credenti, nel rispetto delle specificità di ogni confessione religiosa, con discernimento, prudenza e adottando i necessari dispositivi”.

Fase 2 coronavirus, evangelici: “Tutelare libertà di culto anche per protestanti e credenti di tutte le confessioni”

Roma (NEV CS/12), 27 aprile 2020 – L’Ufficio di presidenza della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS*), composto dal presidente, pastore Luca Maria Negro e dai vicepresidenti, pastori Carmine Napolitano e Davide Romano, ha indirizzato negli scorsi giorni una lettera alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, sull’esercizio del diritto alla libertà di culto, con particolare riferimento alle esigenze delle chiese evangeliche e più in generale delle minoranze religiose, “esigenze che sembrano totalmente assenti dal dibattito di questi giorni – dichiara il pastore Negro – . Vogliamo rispettare e garantire pienamente tutte le norme di sicurezza, distanziamento sociale e di contrasto alla pandemia. Nello stesso tempo abbiamo voluto porre alcune questioni rispetto alla libertà di culto sancita dalla Costituzione. In particolare, per quanto riguarda le chiese evangeliche, si pongono problemi concreti per i quali chiediamo una soluzione: la possibilità di spostarsi per i ministri di culto cui sono affidate più comunità pastorali sul territorio italiano; la necessità di consentire quanto prima la ripresa dei culti pubblici, sia pure in modo contingentato; di conseguenza la possibilità per i fedeli di raggiungere i luoghi di culto, talvolta distanti dalle abitazioni, con relativa autocertificazione.

Chiediamo che venga stipulato un protocollo ad hoc, quando le circostanze lo permetteranno, proprio perchè non vogliamo che la nostra attività rappresenti in alcun modo un rischio per la salute pubblica. Abbiamo voluto ribadire che dal nostro punto di vista la Chiesa non è un luogo fisico ma una comunità di credenti che vive nella comunione in Cristo, anche quando i templi sono chiusi; nello stesso tempo ci auguriamo che quanto prima sia possibile tornare a vivere anche la comunione fraterna nell’incontro fisico con i fratelli e le sorelle. Auspichiamo pertanto, anche alla luce di quanto dichiarato ieri sera dal premier Conte, che il libero esercizio del culto pubblico, sancito dall’articolo 19 della Carta costituzionale, venga pienamente garantito a tutti i credenti, nel rispetto delle specificità di ogni confessione religiosa, con discernimento, prudenza e adottando i necessari dispositivi”.

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