di Maddalena Celano, responsabile esteri di Convergenza Socialista
Lo scrittore, sceneggiatore e regista cinematografico Luis Sepúlveda (Ovalle, Cile, 1949) è morto questo giovedì presso l’Ospedale dell’Università Centrale delle Asturie (Oviedo), dove era stato ricoverato dalla fine di febbraio, dopo aver contratto il coronavirus.
Luis Sepúlveda, residente a Gijón (Asturie) dal 1997, aveva contratto il coronavirus dopo aver partecipato al festival letterario Correntes d’ Éscritas, tenutosi a Póvoa de Varzim, in Portogallo. Autore di oltre venti romanzi, libri di viaggio, sceneggiature e saggi. Nel 1989 ha vinto il Premio Tigre Juan per Il vecchio che leggeva romanzi d’amore e la Primavera di Novela, nel 2009, per La sombra de lo que nosotros. Il caso dell’ infezione (da coronavirus) di Sepúlveda, noto dal 29 febbraio 2020, è stato il primo rilevato nelle Asturie e uno dei primi di nazionalità cilena. Al suo ritorno dal festival letterario portoghese, dove all’epoca non erano stati rilevati casi, Sepúlveda iniziò a mostrare i sintomi di Covid-19 e fu ricoverato in ospedale, dopo essere risultato positivo. Fonti vicine all’autore hanno comunicato all’agenzia EFE, questo week end, la notizia della sua morte.
Il suo editoriale, Tusquets, ha commentato la sua morte in una dichiarazione in cui lo definisce quanto segue: «Ha viaggiato sin dalla piú giovane età in quasi tutti i possibili territori della geografia e delle utopie, e da quella vita inquieta ha saputo raccontare, come un narratore di talento, storie e romanzi emozionanti».
Sepúlveda, caratterizzato da una spiccata ideologia socialista, è stato membro della gioventù comunista del suo paese e lasciò il Cile nel 1977, perseguitato dalla dittatura di Augusto Pinochet. Ha quindi fatto tournée in diversi paesi dell’America Latina, ha partecipato a diversi progetti rivoluzionari, tra cui la Rivoluzione Sandinista in Nicaragua, come membro della Brigata Internazionale Simón Bolívar. Successivamente si stabilì ad Amburgo, in Germania, dove si unì al movimento ambientalista come militante di Greenpeace e sposò la sua seconda moglie, Carmen Yañez (poetessa socialista cilena), con la quale ebbe tre figli. Dal 1997, visse a Gijón, dove fonda e dirige la Fiera del Libro Ibero-americana.
L’autore cileno ha pubblicato trenta libri. Ha vinto il premio Tigre Juan nel 1988 per una delle sue opere più conosciute, An old man who read love novels, tradotta in numerose lingue, con vendite da un milione di dollari. Il successo è stato seguito dai romanzi Mundo del fin del mundo e Nombre de torero, e dai volumi di storie Desencuentros, Diario de un killer sentimentale, seguiti da Yacaré e The Lamp of Aladdin. Il suo romanzo più recente, The End of History , ha significato il ritorno di Sepúlveda al protagonista di Nombre de Torero, Juan Belmonte, con un’indagine alla maniera di Chandler.
Una delle passioni di Sepúlveda era la letteratura da viaggio. Nel 1995 ha pubblicato Patagonia Express, un tour nella vasta regione latino-americana piena di affascinanti personaggi reali. Nel 2012 è uscito un altro libro, Últimas noticias del Sur, accompagnato da immagini tratte dal suo compagno di viaggio, il fotografo Daniel Mordzinski.
Nel 2009 ha vinto il Premio Primavera con The Shadow of What We Were, la storia di tre ex militanti sessantenni di sinistra che, sconfitti dal colpo di stato di Pinochet ed esiliati, si incontrano 35 anni dopo, convocati da un ex compagno, per eseguire un’ultima azione rivoluzionaria. “L’unico modo di vivere è osare, essere audaci”, ha detto a El Cultural in un’intervista in occasione della pubblicazione di quel romanzo.
Ha inoltre ottenuto, tra gli altri, il Premio Gabriela Mistral per la poesia, nel 1976, e il Premio della critica cilena, nel 2001. Nel 2006 si è distinto come Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere di Francia ed è stato convocato e premiato (con cerimonie honoris causa) dall’ Università di Tolone, in Francia, e Urbino, in Italia.
Sepúlveda si è dedicato anche alla letteratura per bambine/i e ragazze/i. Con la Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Sepúlveda è diventato un classico vivente per le bambine e i bambini di tutto il mondo. Nella stessa direzione, Tusquets Editores pubblica Story of a dog di nome Leal, La storia della lumaca che scopre l’importanza della lentezza e Story of a white whale. A queste si aggiungono Le storie di Mix, Max e Mex, una favola d’amore per gli animali. La sua militanza non conosce frontiere: rivoluzionario bolivariano, ambientalista e combattente per la conservazione della storia e della memoria. Rivendicava con orgoglio le sue origini “mapuche” e, nei suoi scritti, ha ininterrottamente raccolto prove e testimonianze storiche anche da gente umile ed ordinaria. Ha lasciato un segno indelebile nella cultura letteraria e nella cultura politica internazionale.