Roma – “I bambini ricoverati in ospedale, ora piu’ che mai, hanno bisogno di qualche ora di spensieratezza, non possiamo lasciarli soli”. A lanciare l’appello e’ la Fondazione Dottor Sorriso che da 25 anni rasserena la degenza ospedaliera dei pazienti pediatrici attraverso la Terapia del Sorriso. Per assicurare la continuita’ delle attivita’ anche durante l’emergenza Coronavirus, la Fondazione ha lanciato la campagna ‘Non lasciamoli soli’ a sostegno del nuovo progetto ‘Il sorriso chiama’. Obiettivo del progetto e’ garantire, a distanza e in accordo con gli ospedali con cui collabora la Fondazione, il servizio di Terapia del Sorriso ai bambini che ne hanno bisogno.
I genitori potranno, infatti, prenotarsi online sulla piattaforma
ilsorrisochiama.dottorsorriso.it per ricevere una videochiamata
dai Dottori del Sorriso, clownterapeuti professionisti della
Fondazione.
“Stare in ospedale per un bambino e’ sempre un’esperienza destabilizzante, ma in questi giorni lo e’ ancora di piu’. Con il nostro progetto ‘Il sorriso chiama’ speriamo di poter portare un
pizzico di serenita’ nelle loro giornate, aiutandoli a ritrovare una dimensione di quotidianita’ anche ora che i loro punti di riferimento vengono meno. Siamo da sempre accanto ai bambini ne loro momenti piu’ difficili, non possiamo smettere di farlo ora – spiega Cristina Bianchi, direttore di Fondazione Dottor Sorriso –
Ridere ha effetti molto positivi sulla psiche dei piccoli pazienti: e’ scientificamente provato che porti a una riduzione della somministrazione di analgesici, dei tempi di degenza e dei tempi di miglioramento clinico, e a un aumento delle difese immunitarie e del livello delle endorfine, con conseguente innalzamento della soglia del dolore nel bambino”.
Gia’ diverse strutture tra quelle con cui collabora la Fondazione hanno aderito all’iniziativa, ma altre potrebbero aggiungersi presto. “Siamo felici che la nostra proposta sia stata accolta calorosamente dalle strutture ospedaliere. Nelle prime settimane dell’emergenza, quando siamo stati costretti a sospendere completamente l’attivita’, non abbiamo mai smesso di pensare ai bambini in ospedale. Ora possiamo finalmente tornare a fare qualcosa di concreto per loro”, conclude.