Il Movimento Forense alla luce delle dichiarazioni del Giornalista Piero Sansonetti – ex direttore e fondatore de “Il Dubbio” – sulla linea imposta dall'editore, esprime forti perplessità in ordine all'autonomia, indipendenza e libertà del CNF, l'Istituzione Forense, invocando le dimissioni di chi ha di fatto imbavagliato l'avvocatura.
Afferma Massimiliano Cesali, Presidente nazionale del Movimento Forense “una cosa è immaginare che chi ci rappresenta voglia mantenere rapporti corretti e distesi con il Ministro della Giustizia ovvero con il Governo, altro è sentire affermare dal Direttore del giornale, che il CNF definisce la voce dell'avvocatura, che questa voce o canta con il coro oppure è afona”.
Incalza Cesali: “Non siamo mai stati d'accordo con la scelta di creare dal nulla un giornale con costi milionari, non eravamo d'accordo con la scelta di Sansonetti, apertamente schierato politicamente e neppure con la linea editoriale, ma sentire che il Direttore della sedicente voce dell'avvocatura è stato rimosso perché quanto scritto nel giornale non è gradito al governo fa rabbrividire e riabilita chi nei mesi scorsi ha provocatoriamente invocato i regimi totalitari”, ed ancora: “deduco, quindi, che il CNF non aveva questo problema con il Ministro Orlando molto più vicino politicamente al Direttore”.
Prosegue il Presidente MF “ha sbagliato chi non ha avuto il coraggio di contestare la creazione de Il dubbio, anzi utilizzandolo come privato organo di stampa, ed ora persevera nell'errore chi non prende una posizione su tali fatti”.
Chiude Cesali “per questo c'è necessità di un coordinamento delle associazioni realmente autonomo, che si assuma la responsabilità di proporre la riforma dell'intero ordinamento forense, del sistema di elezione del CNF, delle funzioni, distinguendo nettamente – come aveva proposto MF a Rimini – la rappresentanza istituzionale da quella politica. Occorre creare da subito una nuova sezione giurisdizionale, eliminare le incompatibilità ed i conflitti di interesse e applicare il principio del doppio mandato come principio di legalità. Il Movimento Forense rispetta e sostiene l'istituzione è per questo che la vuole autonoma e realmente rappresentativa”.
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