Di Amir Taghati
A seguito del recesso degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare del 2015, ovvero dal JCPOA, il governo di Hassan Rouhani si è rivolto all’Europa per trovare un modo per salvare l’accordo arrivando ad un JCPOA europeo.
A questo scopo il regime ha inviato il suo Ministro degli Esteri, Javad Zarif, a Bruxelles, perché incontrasse le controparti tedesca, francese e britannica, non ricavando però nulla da questi colloqui e costretto anzi ad andarsene con la coda tra le gambe dopo aver ricevuto la risposta degli europei, e soprattutto dopo la dichiarazione dell’Alto rappresentate dell’Unione per gli affari esteri, Federica Mogherini, secondo cui l’Europa non darà nessuna garanzia al regime a questo proposito.
Col passare del tempo diventa sempre più chiaro che con gli Stati Uniti fori dall’accordo è altamente improbabile che il JPCOA resti in vigore.
Nel frattempo, la preoccupazione odierna e futura del regime sono le estese sanzioni economiche che gli Stati Uniti imporranno all’Iran, sanzioni che colpirebbero anche le compagnie europee, nel caso queste dovessero continuare ad intrattenere rapporti commerciali con l’Iran.
L’inefficienza di un JPCOA europeo
Negli ultimi due mesi molte grandi compagnie europee hanno lasciato l’Iran, e molte altre stanno per porre fine alle loro attività economiche nel paese.
Nel frattempo i funzionari tedeschi e francesi hanno ripetutamente dichiarato di non poter impedire alle compagnie europee di lasciare l’Iran; come il presidente Emmanuel Macron ha detto una volta: “Non sono il presidente della Total!”
Anche il cancelliere tedesco Angela Merkel ha recentemente affermato: “Spetta alle compagnie decidere se vogliono continuare a commerciare con l’Iran rischiando di dover affrontare le sanzioni americane.” (Agenzia di stampa statale Tasnim, 9 Luglio 2018)
E’ chiaro che non dovrebbero essere i governi europei ad intrattenere relazioni commerciali col regime iraniano o ad investire in Iran, ma dovrebbero essere il settore privato europeo e le compagnie a nutrire questa volontà.
Considerando la dipartita delle compagnie europee dall’Iran e l’interruzione dei rapporti col regime da parte delle compagnie di navigazione per paura delle future sanzioni americane, è chiaro che questa volontà è venuta a mancare.
Un JPCOA europeo non sarebbe quindi in grado di proteggere l’Iran dalle future sanzioni americane come invece vorrebbe il regime.
Facendo riferimento ai lunghi colloqui con l’Europa ed al fatto che dovranno finire con l’avvento delle sanzioni americane, Hassan Beheshtipoor, un analista politico legato a Rouhani, ha espresso il suo scetticismo, definendo l’ultima dichiarazione dell’UE “deludente”. Beheshtipoor ha affermato: “Non è chiaro quando né da quali autorità saranno mantenute le promesse fatte nella recente dichiarazione dell’UE; inoltre non sono chiari i dettagli del pacchetto suggerito dall’Europa.” (Sito web Rahe-Dana, 10 Luglio 2018)
Nel frattempo Heshmatollah Falahatpishe, capo della Commissione per la Sicurezza del Parlamento, ha dichiarato: “La recente dichiarazione dell’UE, come ha sottolineato anche il Sig. Rouhani, è veramente deludente. Rilasciando una così generica dichiarazione gli europei stanno cercando di guadagnare tempo in modo da poter trarre vantaggio dalla situazione attuale.” (Agenzia di stampa governativa IRNA, 10 Luglio 2018)
Sempre a questo proposito, il 10 Luglio 2018 il sito web della diplomazia iraniana (irdiplomacy) ha espresso il suo scetticismo circa il futuro del JPCOA. Ponendo la domanda “JPCOA senza gli Stati Uniti: possibile o no?” il sito web ha scritto: “L’Iran sta cercando l’aiuto dell’Europa per risolvere il problema e tenere in piedi il JPCOA, ma non è chiaro quanto gli europei siano realmente in grado di mantenere vivo l’accordo e di aiutare l’Iran a beneficiare dei vantaggi economici che ne deriverebbero. Se i paesi P4+1 dovessero fallire nel contrastare gli Stati Uniti o non dovessero riuscire a trovare un’uscita diplomatica dalla situazione attuale e non dovessero neanche arrivare a convincere gli Stati Uniti a prendere parte a negoziati multilaterali, allora la situazione diventerebbe decisamente difficile per l’Iran.”
Intanto che la spada delle sanzioni secondarie pende sulle teste delle compagnie europee ed in un momento in cui i funzionari europei hanno ripetutamente sottolineato di non poter convincere le loro grandi banche e le loro compagnie a restare in Iran, i funzionari del regime iraniano ed i media si interrogano sul futuro del JPCOA senza gli Stati uniti.