Roma, 11 giugno – “La Legge sulla Buona Scuola ha promosso molte esperienze nuove, più o meno condivisibili, su cui il giudizio resta sospeso, in attesa di capire fino a che punto i ragazzi potranno trarne buoni frutti per la loro maturità personale e culturale. L'alternanza Scuola-Lavoro resta sospesa in questa terra di mezzo, che ne fa per alcuni la vera novità della legge 207, mentre per altri è solo l'ennesima moltiplicazione delle incombenze dei docenti”. A dirlo è Paola Binetti, senatrice Udc e presidente dell'associazione culturale Etica e Democrazia, che insieme all'Associazione Pedagogica Italiana – AsPeI promuove venerdì 15 giugno al Senato, nella Sala ISMA (Piazza Capranica 72), il convegno 'Docenti protagonisti e ricerca pedagogica'.
“Non pochi di loro lamentano che venga sottratto tempo all'insegnamento per anticipare contenuti ed esperienze con cui i ragazzi potranno confrontarsi successivamente. In questo modo- prosegue Binetti- invece perdono di vista contenuti curriculari che, pur necessitando di una rivisitazione più moderna, scompariranno dall'orizzonte culturale di molti di loro”. Ed è proprio su questo tema, al termine di un anno scolastico “quanto mai impegnativo”, i docenti si incontreranno all'ISMA per parlare di alternanza scuola-lavoro e fare una prima valutazione delle esperienze di quest'anno.
L'incontro punta a valorizzare la mentalità di ricerca dei docenti, “per stimolare una riflessione critica sugli esperimenti condotti e ricavarne un sapere esperto, che abbia rigore scientifico e l'indubbio calore umano che caratterizza ogni relazione formativa”, aggiunge la senatrice Binetti.
“Cosa hanno in comune lo studio e il lavoro, oltre ad un apprezzabile livello di responsabilità e ad un'indubbia curiosità per capire come si arriva a determinate conclusioni. L'intreccio tra scuola e lavoro diventa positivo se stimola nei ragazzi il passaggio da un apprendimento prevalentemente conservativo ad una vera e propria mentalità di problem solving. Il sapere si finalizza alla soluzione di problemi in modo innovativo, offrendo alla creatività intellettuale i giusti stimoli per mettere alla prova le proprie conoscenze e le proprie competenze. Ma non sempre è stato così- conclude la senatrice Udc- e troppo spesso i ragazzi si sono cimentati con un lavoro di tipo ripetitivo, meccanico, come ad esempio le famigerate fotocopie, senza mettere alla prova i talenti fin qui coltivati a scuola e senza sapere come ampliare gli orizzonti della propria razionalità e la ricchezza della propria capacità di comunicazione e di confronto”.