Laudomia Bonanni. Il potere vitale della donna di Liliana Biondi

Anteprima della XVII edizione del Premio Letterario Internazionale “L’AQUILA”- BPER Banca

L’AQUILA – Mentre è ufficialmente avviata la XVII edizione del Premio Letterario Internazionale “L’Aquila”- BPER Banca intitolato alla scrittrice aquilana del Novecento Laudomia Bonanni, lunedì 18 giugno 2018 alle ore 18, presso l’Auditorium Sericchi in Via Pescara 2, verrà presentata la monografia critico-interpretativa, Laudomia Bonanni. Il potere vitale della donna (One Group Edizioni) di Liliana Biondi, già docente di Critica letteraria dell’Università degli Studi dell’Aquila, membro della Giuria del Premio nominato e socia del Club aquilano del Soroptimist International, sotto la cui egida si tiene la presentazione.

Coordinati dal giornalista scrittore Angelo De Nicola, dopo il saluto del Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, interverranno il Presidente del Premio Raffaele Marola, la Presidente della Giuria del Premio Stefania Pezzopane, la Presidente del Club L’Aquila Soroptimist International, Lea Contestabile, l’editrice Francesca Pompa. La presentazione del libro è affidata a Carlo De Matteis, prof. ordinario di Letteratura moderna e contemporanea dell’Università dell’Aquila, e a Flavia Stara, prof. ordinario di Pedagogia generale e sociale dell’Università di Macerata. La lettura di alcuni passi del libro sarà tenuta dal poeta attore Ugo Capezzali.

Il volume, com’è specificato nella “Premessa”, raccoglie cinque saggi sulla Bonanni nati autonomamente in occasioni e in tempi diversi, tra il 1996 e il 2014, ma che nel loro insieme tengono unita l’intera opera della scrittrice aquilana: dopo un excursus, che inquadra la narrativa della Bonanni in ambito storico e socio-culturale e ne delinea l’asse tematico principale, si analizzano i romanzi L’imputata (del quale la Biondi ha curato una prima riedizione nel 2007) e Le droghe; ci si addentra, quindi, ad esaminare il primo volume di Elzeviri e la critica; si riepilogano, infine, nell’appendice, altri interventi e attività legati alle iniziative bonanniane, delle quali la Biondi è stata protagonista.

«Il titolo del libro – dichiara la studiosa – sintetizza quella che è l’essenza della poetica della Bonanni, la quale ha come unica protagonista dell’intera sua opera letteraria la donna, spesso madre, e con lei i giovanissimi, dall’infanzia alla prima giovinezza, senza che tuttavia la sua produzione possa considerarsi circoscritta ad un ambito prettamente educativo o destinato ai soli ragazzi. La funzione della figura femminile nell’opera della scrittrice aquilana non si esaurisce mai, in ogni singolo racconto o romanzo, con la conclusione della trama; ma, come avviene nei grandi narratori, mantiene una sua linea costante dal primo racconto, edito quando era maestrina diciassettenne, all’ultima sua opera: sia che si consideri tale il romanzo Le droghe, del 1982, l’ultimo da lei pubblicato; sia che ci si riferisca a La rappresaglia (quasi sicuramente il romanzo inedito di fine anni ’40, Stridor di denti – mai ritrovato- rivisitato poi a mo’ di romanzo-testamento), la cui pubblicazione, rifiutatale nel 1985 da Bompiani, presso cui aveva stampato quasi l’intera sua opera, vede la luce postumo, nel 2003, a cura di Carlo De Matteis.

La linea costante, a mio parere – prosegue la Biondi -, è data dalla piena certezza, per la narratrice, che la donna, pur sottomessa nei millenni dal dominio del potere maschile – sia esso familiare, politico, religioso, civile (e come tale il potere, in questo caso, riguarda la relazione tra persone) -, possiede, insita alla propria stessa natura femminea, lei che è generatrice di vita, un’innata qualità naturale, un innato potere vitale che, seppure inconsciamente, la portano a custodire e a preservare la vita anche quando essa non è madre di parto; e in quanto tale – come confermano alcuni studi antropologici -, a superare la morte stessa. La donna, “vittima” vivente, il cui ruolo fondamentale per millenni è stato (ed in tanta parte del mondo lo è ancora!) quello di parto-rire (che unisce due termini forti: partire e morire) e che, come tale, è stata ella stessa una sorta di morte vivente (si pensi al ruolo della Rossa nella Rappresaglia, la cui morte riporta ordine e pace tra gli astanti), riconsegna, convoglia e moltiplica quella stessa minaccia di annientamento che l’ha costituita come vittima; una vittima, padrona della vita. Un’autrice, Laudomia Bonanni, decisamente, all’avanguardia, per l’Italia dei suoi tempi», conclude Liliana Biondi, che su questa direzione sta portando avanti altri studi sulla scrittrice aquilana.

Per chi voglia avere qualche dettaglio in più sull’atteso volume presto disponibile nelle librerie, nelle agenzie di vendita online oppure direttamente ordinabile presso l’editore One Group, qui di seguito se ne riporta la Premessa, con l’assenso dell’editore e dell’autrice.

Premessa

Se non respiri attraverso la scrittura,

se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo,

allora non scrivere,

perché nella nostra cultura non serve.

Anaïs Nin

Centodieci anni or sono, nel 1907, nasceva Laudomia Bonanni e quindici anni fa, nel 2002, lei ci ha lasciato. I due anniversari mi hanno esortato a raccogliere le poche carte da me scritte in varie occasioni su di lei e sulla sua opera, alcune edite, altre rimaste nel cassetto. Nel rileggerle, mi è sembrato conservassero fondatezza, peculiarità e coerenza; soprattutto, esse non ripetono né contrastano, ma consolidano gli studi finora svolti sulla scrittrice aquilana, la quale col suo realismo spesso surreale scava ed esplora un insolito, diversificato e poetico mondo femminile per scoprirvi dimensioni nuove e insospettate.

Risale al 1996 il mio primo vero incontro con la sua opera quando, su invito di Mario Narducci e del suo Circolo culturale “Il Caffè”, in vista del novantesimo compleanno della Bonanni, presso la Sala del Consiglio Comunale dell’Aquila, ma in assenza dell’autrice che residente a Roma declinò l’invito per motivi di salute, il 1° luglio tenni la relazione La narrativa di Laudomia Bonanni: dalla maternità naturale alla «mamma» solidale. Una lettura trasversale in senso cronologico dei suoi scritti mi fece comprendere già allora in che misura vi dominasse il ruolo della donna – spesso madre – e dei giovanissimi – dall’infanzia all’adolescenza -, senza tuttavia che la sua produzione potesse considerarsi circoscritta a un ambito prettamente educativo o per ragazzi. La relazione, edita quello stesso anno sulla rivista «provinciaoggi» diretta da Walter Capezzali, direttore, allora, della Biblioteca Provinciale dell’Aquila, con qualche lieve ritocco migliorativo costituisce il primo capitolo di questo volume: La donna nella narrativa di Laudomia Bonanni. Dalla maternità naturale a quella d’elezione.

Il secondo capitolo sul romanzo «L’imputata», opportunamente suddiviso in paragrafi per agevolarne la lettura, è conforme all’Introduzione della nuova edizione (I edizione 1960) del romanzo omonimo stampata nel 2007 presso la Textus dell’Aquila, casa editrice impegnata, in quegli anni, a ripubblicare l’intera opera narrativa della scrittrice. L’edizione purtroppo ebbe scarsa diffusione a causa di dissidi editoriali che si conclusero con l’interrompersi delle riedizioni. Il saggio analizza contenuto e struttura di questo romanzo corale – dove spiccano fatti singoli – sulla crisi postbellica in una città di provincia, il romanzo più complesso e strutturalmente articolato della scrittrice aquilana.

Il terzo capitolo, finora inedito, relativo al romanzo «Le droghe», è fedele alla mia relazione «Le droghe». Tra continuità e testamento, tenuta al Convegno di studio Laudomia Bonanni e il suo cammino di scrittrice organizzato dall’Università degli Studi dell’Aquila e svoltosi nei giorni 11 e 12 aprile 2008. Un romanzo formativo, Le droghe, tra letteratura e vita, dove, con un linguaggio politonale, memoria e realtà della protagonista si attraversano continuamente per scandagliare origini, drammi e soluzioni di un tema doloroso e attualissimo ancora oggi. Ho ritenuto superfluo conservare la seconda parte del titolo, perché questo mio libro per intero testimonia la “continuità” e la coerenza tematica della Bonanni; mentre un’attenta lettura del romanzo postumo, La rappresaglia, ha innalzato l’asticella del suo messaggio testamentario, come si evince dal capitolo V, relativo alla critica, di questo volume.

Il quarto capitolo, La straordinaria varietà degli «Elzeviri», inedito anch’esso, corrisponde – ma arricchito con citazioni e note esplicative – a quanto scrissi nel 2007 per la presentazione, programmata dal Club Soroptimist dell’Aquila, del libro Elzeviri di Laudomia Bonanni, curato da Anna Maria Giancarli in quello stesso anno (Pescara, Edizioni Tracce), dove si leggono 59 tra elzeviri e taccuini televisivi su un totale di circa 1250 calcolati da Gianfranco Giustizieri, custode dell’intero fondo Bonanni. Godibilissimo nella lettura per il vigile e dinamico sviluppo della narrazione su luoghi, personaggi, tradizioni, gastronomia, innovazioni, Elzeviri è anche un brillante affresco socio-antropologico di fine anni Cinquanta. Non ho voluto privare il testo – come è d’altronde per il capitolo seguente – dell’iniziale tono amicale e informale, in primo luogo nel rispetto delle persone care allora presenti ed ora non più tra noi, mettendo in nota la prima parte introduttiva e le chiose esplicative.

Il quinto capitolo L’opera di Laudomia Bonanni nella critica con un’ipotesi finale sulla «Rappresaglia», anch’esso inedito, collima col testo della presentazione ufficiale del volume di Gianfranco Giustizieri, Laudomia Bonanni tra memoria e futuro. Itinerari di lettura nelle pagine della critica letteraria (Lancino, Carabba, 2014), da me tenuta il 21 ottobre dello stesso anno presso l’Auditorium Sericchi dell’Aquila, in un pomeriggio culturale, introduttivo ai giorni della cerimonia di premiazione della XIV edizione del Premio Letterario Internazionale “L’Aquila”- BPER Banca intitolato alla scrittrice aquilana. Anche qui ho voluto mantenere l’iniziale aspetto colloquiale, che non è comunque mai fine a sé stesso. L’ipotesi interpretativa sulla «Rappresaglia», che chiude il capitolo, non è tesa a bruciare una novità, ma solo a dire che il mio impegno verso questa scrittrice non si conclude con questa pubblicazione.

La breve Appendice testimonia le attività cui ho partecipato come organizzatrice e come sostenitrice delle iniziative cittadine tese a riportare in piena luce il nome del Bonanni, la cui opera edita ed inedita, sono certa, ha ancora molto da offrire in ambito letterario, e non solo in esso. In particolare – ritrovatolo per caso nel magma del mio computer-, ho inserito il mio intervento Laudomia Bonanni. Considerazioni e proposte, tenuto il 27 settembre 2003 presso la sala conferenze della Carispaq in occasione dell’incontro su Laudomia Bonanni: l’attualità della scrittrice tra esigenze editoriali e prospettive future, introduttivo alla cerimonia della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale di Poesia a lei intitolato. Un intervento, le cui proposte trovo tutt’oggi validissime. Concludono il volume una nota biografica della scrittrice, la bibliografia delle sue opere e della critica e l’indice degli autori citati.

Da quanto esposto si evince che per dare sistematicità, continuità e prospettiva al volume, i capitoli si susseguono secondo un ordine logico non cronologico di stesura. Essendo tuttavia indipendenti l’uno dall’altro, talvolta, nell’esporre il bilancio di quanto intrapreso dagli studiosi dopo la scomparsa della scrittrice, i dati si replicano, ma sempre in forma dinamica rispetto al tempo di redazione del testo. Le note a piè pagina, anch’esse autonome e presenti già in tutti gli interventi, sono state migliorate e ampliate; quelle contrassegnate da due asterischi (**) segnalano l’aggiornamento bibliografico rispetto alla redazione iniziale. Le citazioni ad esergo, presenti in qualche scritto sin dalla prima redazione, sono state estese a tutti i capitoli.

Prima di concludere, un ricordo caro e grato va alla memoria di Pietro Zullino, leader nel sostenere e caldeggiare, a ragione, una rinnovata attenzione degli studiosi verso la scrittrice; tanta e grande era la fiducia che egli riponeva su di me. Con lui ringrazio Gianfranco Giustizieri per la concessione delle foto presenti nel libro; il collega Carlo De Matteis e mio figlio Luigi per le tante, costanti esortazioni a raccogliere e a pubblicare le mie carte «sparte»; gli impagabili coniugi Francesca e a Duilio della One Group e la loro collaboratrice Roberta Guida per la sollecitudine e l’amore con cui hanno egregiamente curato la stampa e la grafica di questa mia “creatura” dalla lunga gestazione.


Liliana Biondi

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