I Vangeli di Matteo e Marco riportano due distinti episodi in cui Gesù ha moltiplicato pani e pesci per dare da mangiare alla moltitudine che lo aveva seguito. Nel primo, Matteo (14,13-21) e Marco (6,30-44) raccontano che con 5 pani e 2 pesci, Gesù sfamò cinquemila uomini, nel secondo (Matteo 15,32-39, Marco 8,1-10) narrano che con 7 pani e “pochi pesciolini” sfamò quattromila uomini. Il miracolo della moltiplicazione è stato suggellato dal magistero della chiesa e dalla totalità degli esegeti. Nonostante l’indubitabilità dei miracoli, in un'omelia tenuta in Colombia papa Francesco ha asserito che: “Per quanto riguarda i pani e i pesci vorrei aggiungere una sfumatura: non si moltiplicarono, no, non è vero, semplicemente non si sono conclusi, poiché la farina e l'olio della vedova non sono finiti, non sono stati finiti, non quando uno dice di moltiplicarsi, può essere confuso e credere che renda magico, no? no, no, è semplicemente tale la grandezza di Dio e dell'amore che ha messo nei nostri cuori che se vogliamo quello che non abbiamo finito, molta fiducia in questo”. Non è da escludere che la lingua Bergoglio abbia dimensioni panoramiche a noi del volgo incomprensibili. Certo, se il dolce Cristo in terra dice che non ci fu miracolo, i fedeli hanno l’obbligo di credere a lui. Unico amletico dubbio: a chi credere? All'uomo osannato dalle folle o all'uomo morto in croce e poi risorto? Gianni Toffali