Nel 29° anniversario del massacro dei prigionieri politici in Iran, ad una cerimonia tenutasi a Tirana, capitale dell'Albania, alla presenza di Maryam Rajavi, sono intervenuti illustri politici e difensori dei diritti umani dagli Stati Uniti e dall'Europa e moltissimi membri del PMOI.
La Presidente eletta della Resistenza Iraniana, Maryam Rajavi, nel suo discorso ha parlato dell'espansione del movimento che chiede giustizia per le vittime del massacro del 1988, tra gli iraniani e i difensori dei diritti umani di tutto il mondo. Ha sollecitato il Consiglio dell'ONU per i Diritti Umani e l'Alto Commissario dell'ONU per i Diritti Umani a creare una commissione internazionale d'inchiesta per indagare su questo crimine orrendo. Ha poi chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di presentare questo caso alla Corte Penale Internazionale o ad un tribunale speciale, per perseguire i responsabili di questo crimine contro l'umanità. Criminali che sono ancora presenti tra i leaders del regime teocratico.
Maryam Rajavi ha sottolineato: “Il modo in cui la comunità internazionale affronta questo genocidio e questo crimine contro l'umanità è la prova inconfutabile del suo rispetto per i principi dei diritti umani. L'incriminazione e la condanna degli esecutori e dei mandanti del massacro del 1988, sono inalienabili diritti della società umana, del popolo dell'Iran e del PMOI (MEK)”.
Maryam Rajavi ha definito l'ammissione di questo crimine da parte degli esponenti del regime teocratico, fatta in reazione alla campagna che chiede giustizia per il massacro del 1988, una delle prove più importanti che incriminano i leaders del regime.
Molti illustri politici e difensori dei diritti umani hanno partecipato a questa cerimonia, tra cui Kerry Kennedy, figlia del defunto Senatore Robert Kennedy e Presidente della Robert F. Kennedy Human Rights Foundation, Mariano Rabino, membro della Commissione Affari Esteri e della Commissione Diritti Umani del Parlamento italiano, il Senatore Pietro Liuzzi, membro della Commissione Cultura e Politica dell'UE al Senato italiano, Ingrid Betancourt, ex-senatrice della Colombia e Tahar Boumedra, ex-Direttore dell'Ufficio Diritti Umani dell'UNAMI.
Maryam Rajavi ha detto che la crescita e l'espansione della campagna per chiedere giustizia ha inferto un grosso colpo alla dittatura religiosa dei mullah. Ed ha aggiunto: “Questo movimento ha fatto sì che il regime spezzasse un silenzio durato tre decenni per cercare di giustificare questo enorme massacro. Molti dei più vergognosi assassini del regime hanno cercato di difendere questo massacro. Questa campagna ha anche vanificato il grosso investimento politico di Khamenei su Ebrahim Raisi, un membro della Commissione della Morte durante il massacro del 1988, per farlo diventare presidente”.
Maryam Rajavi ha anche parlato della scelta dei ministri della giustizia di Rouhani. “Durante il suo primo mandato Hassan Rouhani ha nominato ministro della giustizia Mostafa Pour-Mohammadi, un membro della Commissione della Morte di Teheran. Ora, nel suo secondo mandato, ha nominato ministro della giustizia un altro responsabile del massacro nella provincia del Khuzestan. L'Unione Europea ha già designato e sottoposto a sanzioni questo individuo, Alireza Avaie, per essere direttamente coinvolto nelle violazioni dei diritti umani”.
La Presidente eletta della Resistenza Iraniana ha annunciato la pubblicazione di una nuova edizione del libro intitolato “Un crimine contro l'umanità”, che racchiude i nomi e i particolari di oltre 5000 martiri del PMOI, insieme alle immagini di centinaia di vittime e delle loro tombe.
E ha detto: “Grazie alle impagabili attività svolte nel corso dell'anno dalla rete della Resistenza in Iran, oltre ai nomi e agli indirizzi delle tombe delle vittime, abbiamo anche i nomi di 113 membri delle Commissioni della Morte di Teheran e di altre province, individui che ricoprono, quasi tutti, posizioni-chiave all'interno del regime. Abbiamo inoltre i nomi e i dettagli di 213 criminali che hanno applicato le condanne a morte in 35 città, insieme alle informazioni sui luoghi in cui si trovano le fosse comuni che erano state precedentemente nascoste”.
Kerry Kennedy ha detto: “Voi state cercando di riportare in Iran un governo basato sull'umanità, non sulla sofferenza e sull'oppressione, ma sulla compassione e l'amore per gli altri. E in questo tutto il mondo è con voi. Io sono fiera di essere qui con voi oggi. Noi siamo qui perché crediamo nella libertà e siamo solidali con il popolo dell'Iran. Noi combattiamo contro i mullah che hanno causato un terrore indicibile al vostro amato paese… I mullah hanno negato al popolo dell'Iran l'orgoglio della sua straordinaria eredità culturale, un'eredità ammirata in tutto il mondo. L'Iran deve essere libero… (In Iran) è stata scritta la prima carta dei diritti circa 2500 anni fa…”.
Sen. Pietro Liuzzi, membro della Commissione Cultura e Politica dell'UE in una parte del suo intervento ha detto: La dittatura teocratica al potere in Iran tenta tutte le vie per annientare i Mojahedin del popolo e il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana. In questi ultimi anni ha architettato qualsiasi intrighi per distruggere i membri della Resistenza Iraniana. Questo comportamento del regime iraniano mostra che vi considera il suo nemico principale; essere il nemico principale di un siffatto regime è un onore!
L’uscita immune della struttura della Resistenza iraniana dall’Iraq e il loro insediamento in Albania è un colpo decisivo al regime iraniano.
La persecuzione della Resistenza da parte del regime iraniano non è una novità. Passano decenni, quando il regime nell’88 in poche settimane ha impiccato oltre 30.000 prigionieri politici, cui la maggior parte appartenenti ai Mojahedin del popolo. Fu un crimine contro l’umanità. Nessuno è stato ancora incriminato e processato per un tale atroce crimine, anzi molti tra i responsabili ricoprono oggi incarichi di primo livello nella gerarchia di regime. Io vorrei ringraziare la signora presodente Rajavi che ha preso nel cuore questa iniziativa e sta guidando la ricerca della giustizia per migliaia di impiccati dell’estate 88. Io spero che questa iniziativa possa diminuire il dolore delle famiglie dei 30.000 martiri, che non sanno neanche dove sono sepolti i loro cari.
L'Iran sostiene in modo sempre più attivo la destabilizzazione dell'intero Medio Oriente e le organizzazioni terroristiche, e le milizie, che fanno il suo gioco. L'IRGC è la chiave di volta della strategia iraniana. Come tale e stato giustamente inserito nella lista decisa dal Congresso americano sulle Organizzazioni terroristiche. Lo stesso deve fare l'Europa.”
On. Mariano Rabino membro della Commissione Affari Esteri e della Commissione Diritti Umani della camera nel suo intervento ha detto: A seguito delle pressioni internazionali, Rouhani è stato costretto a rimuovere Pourmohammadi nel suo secondo mandato, ma ora ha nominato ministro della giustizia un altro famigerato membro della “Commissione della Morte”, Alireza Avaee. Avaee era procuratore pubblico nel 1988 nella città di Dezful, nella provincia del Khuzestan iraniano. Secondo i racconti di alcuni testimoni oculari, ex-prigionieri, Avaee ordinò l'esecuzione di ragazzi al di sotto dei 18 anni di età, comprese alcune ragazze.
Risulta quindi chiaro che coloro i quali commisero questi crimini 30 anni fa, sono ancora al potere in Iran. Perciò i nostri governi e l'UE devono considerare i diritti umani una loro priorità nei rapporti con questo regime. Ci aspettiamo che i leaders dell'UE rendano le loro relazioni con l'Iran subordinate alla fine delle esecuzioni e ad un evidente progresso nei diritti umani in Iran. Tutti devono chiedere un'indagine approfondita delle Nazioni Unite sul massacro del 1988.
Khamenei, Rouhani e tutti quelli che ancora ricoprono incarichi di vertice nel regime e sono coinvolti nel massacro del 1988, devono essere processati dal tribunale internazionale de L'Aja.
Nel mese giugno la maggioranza dei membri della Camera dei Deputati ha firmato un documento di condanna del massacro dei prigionieri politici dell’88 (per la maggior parte appartenenti ai Mojahedin del Popolo Iraniano), in cui si chiedeva di processare i mandanti e gli esecutori di quel crimine.
Nella storia contemporanea molti sono stati i regimi, i dittatori criminali che hanno a lungo beneficiato di apparente immunità per gli orrendi crimini da essi compiuti.Ma c' e' sempre un momento di risveglio del senso di giustizia radicato nell'essere umano e nelle nazioni. Da Norimberga a l'Aja, dai Tribunali sull'ex Jugoslavia a quelli sui crimini contro l'umanità in Africa, in Asia, nelle Americhe, dittatori e criminali si sono dovuti arrendere alla Giustizia e alla Verità voluta dalla comunità internazionale e dai popoli. Ora è la volta dell'Iran.
La Senatrice Ingrid Betancourt ha detto: “Ventinove anni fa Khomeini emise una fatwa paragonabile solo alla soluzione finale a cui diede il via Hitler anni prima, durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo è stato il primo capitolo degli anni più crudeli nella storia del popolo dell'Iran e 30.000 persone vennero uccise senza nessun aiuto legale… La parte davvero sconvolgente di questa storia è che abbiamo tutte le informazioni, tutti i nomi, tutti i documenti, le prove. Abbiamo i testimoni, abbiamo i sopravvissuti, voi. Abbiamo le testimonianze, abbiamo persino le confessioni dei colpevoli di quei crimini. Abbiamo tutto, ma abbiamo ancora l'impunità”.
Ingrid Betancourt ha aggiunto: “Nella storia il male si trasforma in bene solo per mezzo della giustizia. Se non c'è giustizia, il male è ancora presente, la sofferenza è ancora presente, il dolore e le ferite sono ancora aperte. Oggi i criminali che hanno commesso quei crimini sono nelle più alte posizioni nel governo dell'Iran. Sono importanti esponenti del regime… Se restiamo in silenzio, diventiamo complici di questo crimine…
“Dobbiamo chiedere all'ONU di fare la sua parte. Dobbiamo chiedere all'Alto Commissario per i Diritti Umani di dare il via ad un'indagine indipendente per indagare su quello che noi conosciamo… Khomeini è morto, ma quelli che sono vivi oggi devono essere processati da un tribunale internazionale e noi non avremo riposo fino a che non ci saremo riusciti”.
Tahar Boumedra, ex-Direttore dell'Ufficio Diritti Umani delle Nazioni Unite in Iraq, ha detto: “La legge è dalla nostra parte. Noi restituiremo la paura che avete sofferto a Campo Ashraf e a Camp Liberty, la persecuzione che avete subito deve cambiare campo, deve andare a Teheran. Così quelle persone che hanno commesso quei crimini, devono iniziare ad avere paura, la paura che avevate voi ad Ashraf e a Liberty. E questo inizierà da ora, quando le squadre dei negoziatori andranno all'estero. Non possono viaggiare senza aver stabilito prima la loro immunità. Il loro viaggiare all'estero impunemente finirà. Ma io non voglio dimenticare quelli assassinati ad Ashraf e a Liberty. Anche quegli assassini devono essere incriminati. Quindi, anche se oggi ci stiamo concentrando sui crimini del 1988, dobbiamo anche concentrarsi sul sangue che è stato versato nella più totale impunità in Iraq. Perciò io spero che riusciremo ad estendere il nostro mandato per il JVMI (Giustizia per le Vittime del Massacro del 1988 in Iran) anche ai crimini commessi ad Ashraf e Liberty. E dobbiamo lavorare duramente per assicurare alla giustizia quelli che hanno commesso questi crimini. E' fattibile, è raggiungibile e dobbiamo farlo”.
Nel corso della cerimonia per la commemorazione dei 30.000 prigionieri politici massacrati nel 1988 sono stati presentati anche spettacoli artistici e teatrali ad esso ispirati.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
Mahmoud Hakamian
@HakamianMahmoud