a legge 107/2015 , detta “buona scuola”, è un fallimento “de facto”! Il servizio pubblico peggiora esponenzialmente specialmente per gli studenti e la norma si è quasi sempre rivelata inefficace e gravemente deficitaria.
Un anno e mezzo di buona scuola ha consegnato studenti, famiglie, docenti, dirigenti e personale ATA al caos più totale .
È stata la riforma di Renzi che ha colpito più categorie sia direttamente e indirettamente.
I grandi penalizzati sono stati gli studenti, che oggi hanno effettive opportunità formative molto ridotte rispetto a prima.
L’alternanza scuola lavoro ha sottratto numerose ore ai curricoli disciplinari tradizionali nella maggior parte dei casi senza restituire vera formazione. Ogni giorno assistiamo a segnalazioni di esperienze di sfruttamento, di scarsissimo impatto formativo e oggi finanche di molestie sessuali.
La teoria dell’esperienza che sarebbe già di per sé formazione non convince nessuno ! A parte che non tutte le esperienze sono da considerarsi positive se rapportate all’età minore. Inoltre, se così fosse, le scuole potrebbero addirittura chiudere, visto che la precarietà che il Governo chiama eufemisticamente “flessibilità” con la quale ha distrutto il mondo del lavoro e della previdenza, è fatta di continue ed inesauribili “esperienze” , mentre la scuola è un’esperienza irripetibile nella vita di una persona.
Proprio per questo i saperi disciplinari acquisiti a scuola avrebbero potuto costituire basi insostituibili e casomai ci sarebbe stato bisogno di ampliarle , invece, in aggiunta al regalo della precarietà e della disoccupazione endemica, il Governo ha anche sottratto ai nostri ragazzi reali opportunità formative gratuite per lasciare sempre più fronti aperti alle agenzie formative private!
I Dirigenti vengono costretti ad insostenibili carichi burocratici e di responsabilità senza corrispettivo economico, perché la scuola possa apparire buona senza esserlo. Anche loro sono ormai al tracollo e sul piede di guerra.
E l’Invalsi? Come si inquadra questo spettrale carrozzone che ci costa 14 mlni di euro all’anno per attestare un apprendimento scollato completamente dai tempi e dalle metodologie didattiche utili a far maturare una coscienza critica?
Con la delega sugli esami di Stato è prevista l’esclusione dall’esame per quanti non abbiano a suo tempo sostenuto il Test, non anonimo, ma identificabile.
Insomma gli studenti devono dimostrare di essere bravi sudditi e gli insegnanti bravi formatori di sudditi .
Il Governo parlava di continuità didattica e invece propinava ai docenti contratti triennali e titolarità di ambito anziché di scuola, proprio l’opposto!
Per non dire che l’anno scolastico appena concluso con le procedure aggravate della chiamata diretta e delle assegnazioni provvisorie ha lasciato gli studenti senza insegnanti per oltre metà anno scolastico. Quest’anno molti dirigenti infatti rinunceranno alla chiamata diretta per attendere le assegnazioni dell’ATP. I 426 firmatari della protesta non saranno i soli: molti altri Dirigenti che non lo hanno dichiarato lo faranno di propria iniziativa.
I docenti plurititolati e i precari storici sono stati assunti a casaccio nella classe di concorso dove c’era posto e lontani mille km da casa, mentre quelli meno titolati sono finiti sotto casa sulla cattedra da loro ambita: Infiniti i ricorsi vinti su queste vertenze, i cittadini pagano le spese dell’algoritmo farlocco del MIUR .
Il pasticcio della chiamata diretta è stato svelato: per insegnare in ogni scuola c’è una richiesta di formazione specifica che costa agli aspiranti dai 5 agli 8.000 euro. Ecco come si alimenta la formazione privata: ormai le scuole sono diventate una occasione di business per privati e sindacati (ai quali è stata così tappata la bocca) che formano gli insegnanti e una partita di giro per consentire al MIUR di mantenere con gli stessi miseri stipendi dei docenti anche le università.
Come è evidente il PD ha trasformato la pubblica Istruzione esclusivamente in una occasione per muovere tutto un mondo di interessi in cui gli studenti occupano un ruolo sempre più strumentale e marginale a beneficio di tutt’altri processi di natura economica privatistica.
L’ottica neoliberista fa da padrona nella scuola statale di Renzi. Il lavoro extra degli insegnanti oggi definito“merito”, valutato con criteri opinabili e tutti difformi viene, anziché quantificato in ore e definito contrattualmente, dispensato come mancia ai tuttofare del Dirigente Scolastico.
Anche l’introduzione di questo “merito/mancia” costituisce un cambiamento di matrice meramente ideologica per accentrare il potere retributivo nelle mani del Dirigente. La diretta conseguenza di ciò è che per i lavori extra curricolari gli insegnanti spesso impiegano le ore stesse di lezione, sostituiti quando possibile dall’organico di potenziamento .
Tutte queste pratiche sottraggono nell’indifferenza generale agli studenti altre ore di lezione!
Che dire della delega sul sostegno che limita ulteriormente l’accesso al diritto allo studio ai disabili sempre più abbandonati al loro destino e privati de facto del loro docente di sostegno?
Siamo di fronte ad uno smantellamento pianificato, progressivo e inesorabile del servizio pubblico scolastico e dei diritti ad esso connessi. Ma anche nello smantellamento il malfunzionamento di tutto ciò che è scuola e che ruota intorno ad essa, in Italia, costituisce il più grande e non cammuffabile fallimento di questi due governi di matrice renziana.
I Partigiani della Scuola Pubblica oggi sono tra i più accesi e attivi promotori di una revisione radicale dell’impianto scolastico della Buona Scuola attraverso le forze politiche disponibili a condurre questa fondamentale battaglia per i diritti costituzionalmente sanciti e per un reale progresso civile ed umano del nostro Paese.