Prefazione del Ministro della Giustizia Andrea Orlando al libro “Io non c’ero…” del Presidente del Parlamento della legalità  Internazionale, Nicolò Mannino, e del giornalista Rai, Pino Nazio




(N.B.) Importante contributo del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al libro scritto a quattro mani dal prof. Nicolò Mannino, Presidente del Parlamento della legalità Internazionale, e dal giornalista Rai, dott. Pino Nazio. “Io non c’ero… Cosa sanno i giovani di Falcone e Borsellino? Un viaggio tra passato e futuro a venticinque anni da Capaci e via D’Amelio”, è il titolo del libro di cui ci ha parlato il dott. Pietro Dragone, Coordinatore Nazionale Parlamento della legalità Internazionale, delegato alla Comunicazione del movimento culturale.

“Cosa sanno i giovanissimi di Falcone e Borsellino? Porci la domanda del libro di Nicolò Mannino e Pino Nazio, è il modo migliore per corrispondere all’affermazione per cui il peggior nemico della mafia è la scuola. Per essere realmente alla sua altezza”.

Queste le parole ad apertura della prefazione del Ministro della Giustizia che rileva l’importanza dell’azione sociale portata avanti dalla scuola nella lotta alle mafie.

Non è la prima volta che il prof. Nicolò Mannino, palermitano, impegnato da oltre venticinque anni nella lotta alla mafia in Sicilia e in Italia, scrive di e contro la mafia.

“Giovane chi sei”, “Se potessi scriverei un silenzio” e “Quello che i mafiosi non sanno” sono i primi tre libri di Manninio, il “prof. antimafia” com’è conosciuto nella maggior parte delle scuole di Sicilia, che fin dal 1985 collaborando nelle scuole con il giudice Paolo Borsellino ha riposto il suo impegno civile nella speranza di un’Italia libera e coraggiosa, schierata contro la mafia e la “cultura” mafiosa.

Insieme a lui, questa volta, c’è il giornalista Pino Nazio, con già tredici anni di collaborazione con il noto programma televisivo Chi l’ha visto? e numerosissime pubblicazioni nell’ambito della ricerca sociologica criminale.

“Il bambino che sognava i cavalli”, 779 giorni ostaggio dei corleonesi, rappresenta uno dei suoi capolavori in cui narra la prigionia del piccolo Giuseppe di Matteo, vittima innocente di Cosa nostra.

Un importante contributo all’opera, anche quello del vice Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale, Salvatore Sardisco, che ha contribuito alla creazione della sezione conoscitiva di quelle che sono le finalità e gli scopi dell’associazione antimafia.

Il libro, che uscirà nel venticinquesimo anniversario della strage di via D’Amelio, è anche frutto del lavoro delle scuole, che in tutta Italia hanno aderito al progetto per raccogliere informazioni sul campo e documentare effettivamente cosa sanno i giovani di Falcone e Borsellino.

E su questo punto rimane fermo anche l’intervento del Ministro della Giustizia Orlando che invita i giovani al dovere morale della ricerca della verità e della lotta contro il sistema di pensiero mafioso.

“I giovanissimi (dice il Ministro Orlando) devono sapere che la mafia non è un destino ineluttabile né un dato immodificabile. Devono sapere che la mafia non ha vinto, che lo Stato ha saputo difendersi, grazie al sacrificio di tanti, e continua a difendersi, grazie al lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine. Ma la mafia non ha nemmeno perso. Per questo occorre rilanciare un’antimafia sociale, capace di parlare alle nuove generazioni e in grado di guardare alle trasformazioni del fenomeno mafioso, al carattere proteiforme delle mafie economiche, all’incunearsi della mafia nei punti di vulnerabilità del sistema.

Questo è un compito istituzionale e culturale che, oggi, cerchiamo di portare avanti con gli Stati generali dell’Antimafia”.

Nel collage il Ministro Andrea Orlando; il prof. Nicolò Mannino e il giornalista Pino Nazio.

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