Roma, 11 maggio 2017. Il 17 dicembre 2004, è stata resa operativa la compagnia aerea Myair che, secondo le indagini della Procura di Busto Arsizio, nasce ereditando le infrastrutture della compagnia fondata dall'imprenditore vicentino Gino Zoccai. Secondo i magistrati, tutti gli imputati avrebbero partecipato alla bancarotta fraudolenta della compagnia attraverso la distrazione di risorse pari a 500 milioni di euro. Nella ricostruzione fatta dalla Procura sarebbero stati accertati fatti gravissimi, quali l'aver causato il dissesto della società attraverso operazioni di vendita e riacquisto di materiali, effettuate per creare ricavi fittizi e occultare le perdite. Ho chiesto al ministro competente ha dichiarato il segretario della Commissione Esteri del Senato Antonio Razzi, di fare chiarezza sullo svolgimento del procedimento dal momento il monumentale lavoro dell'autorità inquirente rischia quindi ora di essere vanificato dalla prescrizione che certa incombe sui prossimi gradi di giudizio.
RAZZI, SIBILIA, FASANO, FAZZONE, ALICATA, PALMA, VILLARI, SERAFINI, MANDELLI, MALAN, PELINO, BERTACCO, PICCOLI- Al Ministro della giustizia. –
la compagnia aerea Volare group è nata nel luglio 2000 dalla fusione fra AirEurope e Volare Airlines di Gino Zoccai, la prima compagnia aerea a capitale totalmente privato e la prima low cost italiana;
nel novembre 2004, Volare group ha sospeso i voli e la vendita dei biglietti per tutte le destinazioni;
il 17 dicembre 2004, è stata resa operativa la compagnia aerea Myair che, secondo le indagini della Procura di Busto Arsizio, nasce ereditando le infrastrutture della compagnia fondata dall'imprenditore vicentino Gino Zoccai;
secondo i magistrati, tutti gli imputati avrebbero partecipato alla bancarotta fraudolenta della compagnia attraverso la distrazione di risorse pari a 500 milioni di euro;
nella ricostruzione fatta dalla Procura sarebbero stati accertati fatti gravissimi, quali l'aver causato il dissesto della società attraverso operazioni di vendita e riacquisto di materiali, effettuate per creare ricavi fittizi e occultare le perdite;
il travaso finanziario ed economico tra le società del gruppo, fuori da ogni logica finanziaria e commerciale, i tentativi di sopravvalutazione dell'attivo patrimoniale per occultare le perdite, la sottrazioni di risorse con l'acquisto di società fantomatiche per giustificare i pagamenti o l'annullamento dei crediti e il dirottamento di ingenti risorse su altre società riconducibili più o meno direttamente al management di Volare, secondo la Procura, sarebbero finalizzati a creare una dotazione finanziaria per la costituzione di una nuova compagnia aerea, la MyAir, che avrebbe poi utilizzato uomini, mezzi e strutture sottratti al gruppo Volare;
le indagini per bancarotta fraudolenta avviate dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio si sono concluse nell'anno 2005 e risalirebbero a tale anno anche i primi provvedimenti cautelari richiesti dalla Procura medesima a carico dei molti indagati;
nel settembre 2008, a seguito di un'ulteriore indagine, rivelatasi del tutto infruttuosa, la Procura di Busto Arsizio ha chiuso definitivamente le indagini preliminari relative al procedimento, chiedendo il rinvio a giudizio per 16 degli indagati;
il 31 marzo 2017, a distanza di 9 anni dalla conclusione delle indagini, si è giunti alla definizione del giudizio di primo grado, con sentenza di condanna per 4 componenti del consiglio di amministrazione del gruppo Volare, con pene comprese tra i 4 e i 6 anni di reclusione; sono invece stati assolti 5 degli imputati, tra cui l'ex presidente di Confindustria e SEA e l'attuale presidente del consiglio d'amministrazione de “Il Sole-24 ore”, Giorgio Fossa, per intervenuta prescrizione del reato di bancarotta preferenziale contestatogli;
appare incomprensibile come indagini per reati di tale gravità, che coinvolgono personalità di spicco della classe dirigente ed imprenditoriale italiana, siano rimaste “dimenticate” per oltre un decennio; sarebbe doveroso un accertamento che permetta di comprendere in quale fase del procedimento il fascicolo si sia bloccato, se in Procura o negli uffici del giudice per le indagini preliminari o nel Tribunale penale di Busto Arsizio, giungendo così a giudizio, a parere degli interroganti, con estremo ed inammissibile ritardo;
l'estremo ritardo nella conduzione del procedimento ha maturato la prescrizione, per soggetti incensurati, a 12 anni e mezzo, un termine ultradecennale;
il monumentale lavoro dell'autorità inquirente rischia quindi ora di essere vanificato dalla prescrizione che certa incombe sui prossimi gradi di giudizio,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, accertata la veridicità dei fatti esposti attraverso i propri poteri ispettivi, intenda fare chiarezza sullo svolgimento del procedimento, accertandone le eventuali responsabilità.
Sen. Antonio Razzi
Segretario Commissione Esteri
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