CEFALONIA. IL TEMPO DELLE BALLE STA PER FINIRE

di Massimo Filippini

Il 30 novembre 2014 ad Acqui Terme -sede del più prestigioso premio letterario italiano- venne presentato il mio terzo libro 'I CADUTI DI CEFALONIA: FINE DI UN MITO' IBN ed. Roma 2006 in un Convegno organizzato dal Responsabile esecutivo del PREMIO ACQUI STORIA dr. Carlo Sburlati con la partecipazione dei proff. Aldo A. Mola e Carlo Prosperi che svilupparono con lo scrivente ed il numeroso pubblico presente un dibattito degno di un 'parterre' de roi' e senz'altro il primo

-nella città che dette il nome alla sfortunata div. 'Acqui'- serio e soprattutto veritiero sulla tragedia di Cefalonia.

Successivamente a circa due anni di distanza, nel settembre 2016, ha visto la luce il libro CEFALONIA della ben nota storica Elena Aga Rossi i cui contenuti impossibili da occultare come avvenuto per quelli dei miei libri -data la sua rinomanza in campo storico- hanno gettato lo scompiglio e la disperazione nella folta miriade di mentitori civili e militari da oltre settanta anni volteggiante su quell' infame vicenda provocata dall'Ordine di combattere inviato il 13/9/43 al gen. Gandin dal governo badogliano SENZA aver presentato uno straccio di DICHIARAZIONE DI GUERRA alla Germania con l'effetto di rendere inapplicabili ai nostri Militari -a norma dell'allora vigente Convenzione di Ginevra- le norme a tutela dei 'prigionieri di guerra' – tali non essendo essi- poichè la guerra fu dichiarata 'solo' il 13 Ottobre successivo dietro insistenza del Comandante in Capo alleato gen. D. Eisenhower scandalizzato da tale modo di agire del governo real – badogliano.
A questa doverosa premessa ci piace far seguire il contenuto della mail inviata dal prof. CARLO PROSPERI al dr. Carlo Sburlati sembrandoci più che giusto giusto portare a conoscenza di un pubblico desideroso di conoscere la VERITA' su quella tragedia dopo oltre settanta anni di bugie e di menzogne a lui rifilate -PURTROPPO- non solo dalla 'vulgata' vile e menzognera della Sinistra ma anche dai Responsabili Militari che -in modo altrettanto menzognero- continuano a supportarla con conseguenze ormai esiziali per la loro residua dignità.
Questo il testo della stessa che suona come un meritato 'de profundis' per le vergognose BALLE SU CEFALONIA :

“Il tempo, a volte, è galantuomo. Con l'aiuto dei documenti, ovviamente. E il tempo ha finalmente dato ragione a Massimo Filippini, cui va riconosciuta una non comune pertinacia nel difendere le ragioni sue e soprattutto della Verità.

Ma non c'è da illudersi: molti “trinariciuti” continueranno a sostenere (e difendere) l'insostenibile (e l'indifendibile), perché il loro motto è quello che amava ribadire Lukacs: “Se i fatti contraddicono la mia verità, allora tanto peggio per i fatti!”
Altri, più scaltri, dicono e non dicono, ammettono ma nell'ammettere tentano residue resistenze, smussamenti, ammorbidimenti, attenuazioni: seguitano insomma a intorbidire le acque, ad annebbiare le idee, a tirar fuori tanti “se” e altrettanti “ma”… Tra i primi un campione è il nostro impenitente concittadino, il senatore Adriano Icardi, che non molto tempo fa mi ha apertamente rimproverato di porgere orecchio (e mente) alle “fandonie” di Filippini, ricordando le testimonianze in contrario di Apollonio & C. che per lui sono stati eroici e veritieri testimoni dell'eccidio.
Non so se avete letto le recensioni al libro dell'Aga Rossi: a me dà fastidio che nel novero degli uccisi a sangue freddo o, se vogliamo, dei “giustiziati” (meno di 400, se ho ben capito e quasi tutti ufficiali) si conteggino pure i caduti in combattimento e che si continuino a silenziare le provocazioni, gli atti di insubordinazione, la criminale “leggerezza” di alcuni militari italiani, poi versipelle, voltagabbana e finanche collaborazionisti. E il povero Gandin, presentato come un nuovo Amleto, a fare da capro espiatorio. Ma nessuno è più cieco di chi non vuol vedere. Lo stesso recente articolo di G. E. Rusconi su “La Stampa”, nella sua sostanziale onestà, lascia spazio o margini per i ripensamenti.

Da dibattere, secondo me, non c'è più nulla e non c'è più posto per le controversie. Chi non lo riconosce è in malafede. E non parliamo dell'ottusità dei vari Mario Pirani, che vedono solo ciò che vogliono vedere.

Diciamo grazie, quindi, a Filippini e a studiosi seri come l'Aga Rossi, che con le loro ricerche hanno messo un punto fermo a una diatriba innescata a suo tempo ad arte e per ben precisi calcoli politici e ideologici.

Fa solo specie che anche degli storici di professione molto paludati e molto sicuri di sé, dopo aver contribuito a montare un mito fasullo, restino ora in silenzio e non abbiano il coraggio di ammettere di avere preso una cantonata. Capita, ma se la cantonata è programmata, dettata da altri scopi, proprio non si giustifica, ed essi, anche con il loro silenzio (e magari tutt'altro che imbarazzato), dimostrano di avere una faccia di bronzo o almeno la coda di paglia. Ancora di più però stupisce chi, dinanzi a cifre e fatti documentati, si ostina a ripetere la litania di sempre.

A fare la resistenza, ma questa volta alla Verità”.
(prof. Carlo Prosperi)

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