I compiti dei Comites debbono restare ben distinti da quello dei Consolati. I Presidenti dei Comites vanno eletti direttamente e non scelti dai Consiglieri

di Carmelo Cicala Presidente di INSIEME per gli italiani

Il programma di INSIEME

Il compito del Presidente del Comites, sarà quello di coordinatore senza diritto di voto, mentre il potere decisionale resterebbe ai Consiglieri a maggioranza relativa con voto segreto.

L’elezione dei Presidenti dei Comites dovrà essere diretta. La figura del presidente deve rappresentare la maggioranza quindi è da lì che deve venire indicata la persona di punta, l’immagine dei rappresentati. Il suo compito, oltre quello di rappresentare il comitato come interfaccia con in parlamentari e le istituzioni, sarà quello di coordinatore senza diritto di voto. Attualmente la nomina dipende dai Consiglieri, quindi esclusivamente politica. Ciò non garantisce affatto sulla qualità del prescelto ma consolida un sistema inquinato dalle lotte tra correnti e tra interessi.

Per evitare ulteriori sprechi occorre spostare le sedi e le segreterie nei Consolati. Le riunioni da tenersi negli stessi o negli Istituti di Cultura con dibattiti ed interrogazioni da parte dei partecipanti. In altre parole, coinvolgere ed invogliare di più’ i cittadini e in primis i giovani. I Presidenti dei Comites avranno il compito di presentare agli eletti all’estero nelle rispettive Circoscrizioni, un’appropriata relazione di proposte e interrogazioni, scaturita dalle riunioni. Almeno fino a termine di legislatura.

I luoghi dell’operatività, di incontro e di aggregazione per pianificare i lavori del Comites dovranno essere il meno dispendiosi possibile ecco perché conviene che le loro sedi vengano spostate in strutture già esistenti anche se con diverse funzioni. Consolati, lì dive esistono ancora aperti, o Istituti di Cultura possono essere luoghi idonei alle funzioni richieste ed a costo zero. Si sa che il risparmio è alla base di ogni attività politica. Quindi, dal momento che l’opera dei Comites è necessaria per le nostre comunità all’estero, sarà bene non offrire il fianco a chi, con la scusa dei costi eccessivi, adduca la loro eliminazione sic et simpliciter.

Va istituita una Commissione di monitoraggio dei Comites all’interno del Comitato Permanente Italiani all’Estero, sanzionando con dei richiami i Comitati dormenti o poco efficienti, dopo il terzo richiamo prevederne la chiusura.

Ciò a cui non si era mai pensato sino ad oggi è proprio il controllo sul lavoro dei Comites. Essi non sono una bocciofila o una sorta di dopolavoro dove passare il tempo giocando a carte. Sono strutture necessarie ma dove queste dimostrino di essere volute, utili ed operative. La chiusura di Comites inutili è comprensibile e dovuta. Non è pensabile che vengano tenute in piedi quelle strutture che, pur rappresentando dei costi, non servano a nulla. All’estero occorre riorganizzare e ristrutturare la piattaforma dei Comites, rendendoli piu’ indipendenti dalla politica dei partiti e dalle istituzioni, questo puo’ avvenire solo con l’abolizione di enti come CGIE e ripartizioni estere, i quali col passare degli anni sono diventati dei veri e propri portaborse dei rispettivi partiti.

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