Il quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad ha dato la seguente notizia: “In silenzio e nella discrezione più assoluta per la prima volta nel nostro Paese un minorenne, malato terminale, è morto per eutanasia”. Il direttore del Centro di controllo dell'eutanasia, Wim Distelmans, ha specificato: “Soffriva di dolori fisici insopportabili. I dottori hanno usato dei sedativi per indurre il coma come parte del processo”. Le reazioni dei cattolici nel nostro cattolico Paese. Scienza e vita, l'associazione che collabora in modo organico con la Cei per i temi della bioetica: “Il diritto all'eutanasia del bambino, altro non significa che attribuire ad un adulto il potere di vita e di morte su un minorenne”. Paola Binetti: “Com'è possibile che non abbia vinto l'amore dei genitori sulla morte”. Il giurista Alberto Gambino, presidente dell'associazione cattolica: “Non è concepibile che un minore sia capace di affrontare scelte a contenuto legale ed esistenziale così estreme”. Il cardinale Bagnasco: “Questi segnali di morte che arrivano ci addolorano e ci preoccupano come cristiani, ma anche come persone”. Il prete e scrittore Mauro Leonardi su Il Sussidiario.net: “Eutanasia bambino in Belgio – Accade quando rubiamo il posto a Dio”.
Io avrei una modesta risposta per tutti. Per Scienza e vita:” Intanto bisogna precisare che nel caso specifico non si tratta di un bambino, ma di un ragazzo di 17 anni. Il potere degli adulti (genitori e medici) consiste nell’asseconda o meno l’invocazione disperata di un minorenne di porre fine alle sue insopportabili sofferenze”. Per la Binetti: “L’amore dei genitori ha vinto sull’indicibile sofferenza di un figlio”. Per Alberto Gambino: “Infatti il minore non è solo ad affrontare scelte estreme”. Per il cardinale: “Io sono una persona cristiana, però a addolorarmi è il pensiero della sofferenza del ragazzo e di coloro che lo hanno assistito impotenti. Per don Mauro Leonardi: “E che cosa c’entra Dio? E’ forse Dio a decidere l’ora della nascita e della morte delle persone? Sarebbe uno strano Dio quello che fa nascere un bambino e poi ci ripensa e lo fa morire soffrendo dopo qualche giorno o qualche settimana, o magari ancora nel grembo materno”.
Elisa Merlo