L’OSSERVATORIO SULLO STATO SOCIALE E I ‘7 BISOGNI CAPITALI’

di Rainero Schembri, Coordinatore ‘Osservatorio sullo Stato Sociale’

Come fermare le numerose guerre locali, le emigrazioni di massa, la fame nel mondo? Una domanda sicuramente non da uno ma da cento milioni di dollari. Infatti, abbiamo a che fare con problemi planetari, quasi impossibile da risolvere. In ogni caso non è più sufficiente affidarsi ai Governi e agli Organismi internazionali. Occorre mobilitare una grande coscienza collettiva sulla necessità di creare in tutti i Paesi del mondo un forte Stato Sociale. Perché, in ultima analisi, per quanto sia difficile da attuare la soluzione alla maggior parte dei problemi è abbastanza lineare: occorre garantire in tutti i Paesi del mondo le condizioni minime di sopravvivenza per l’intera popolazione.

In genere, chi ha il minimo decente per sopravvivere non auspica la guerra, non emigra, non compie atti terroristici o di disperazione. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che tante persone si mobilitino o che facciano qualcosa: ad esempio, partecipino con idee e proposte all’Osservatorio sullo Stato Sociale. Si tratta di un’iniziativa nata a Roma da un gruppo di volenterosi e impegnata a raccogliere esperienze e conoscenze in tutte il mondo rispetto ai cosiddetti ‘7 bisogni capitali’: il bisogno di mangiare, di vestirsi, di avere un tetto, di curarsi, di istruirsi, di difendersi legalmente e di avere una stampa libera.

A tale fine è stata aperta una pagina facebook che nell’arco del primo mese ha subito raccolto oltre 300 adesioni provenienti da una decina di Paesi (www.facebook.com/osservatoriostatosociale ). L’Osservatorio s’avvale poi della collaborazione del giornale telematico Punto Continenti (www.puntocontinenti.itinfo@puntocontinenti.it ), nonché di altri organi d’informazione (giornali telematici, internet, quotidiani, televisioni private, ecc.). L’obiettivo è di creare una grande pressione proveniente dal basso affinché tutti i Governi nazionali e locali mettano in cima alla lista delle priorità politiche e programmatiche la creazione di uno Stato Sociale che tenga conto delle varie esperienze positive maturate nei vari Paesi e nei diversi settori.

Per ora si tratta di un esperimento portato avanti soprattutto da italiani residenti in Italia e all’estero, anche se non mancano collaborazioni provenienti da altri Paesi. L’augurio è che l’Osservatorio diventi presto un Organismo internazionale al quale tutti possono partecipare, senza distinzioni di razza, orientamenti politici, filosofici o religiosi.

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